L’agevolazione varrà sia per le famiglie italiane sia per quelle straniere’. Ora, ditemi voi, chi sono quelle famiglie che si azzardano a mettere al mondo tre figli? Intendo dire famiglie italiane! Ed intanto il nostro Stato, intendo dire quello italiano, continua a finanziare gli extra-comunitari pronti a finanziare, a loro volta, le loro economie con bonifici verso i loro Paesi che ci impoveriscono giorno dopo giorno. Non ci vuole un laureato alla Bocconi (e noi di esempi ne abbiamo tanti, Monti docet). Ed intanto il reddito di cittadinanza, richiesto dal M5S, viene ignorato dalla maggioranza, pazienza, ma anche dall’opposizione. E qui la compagnia è numerosa: Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia. Eppure, questo reddito di cittadinanza, sarebbe l’unico antidoto per risanare la nostra economia. I nostri cittadini sono l’unica speranza che possa dare un respiro di sollievo ed una ripresa economica dei consumi. Non la moltitudine di stranieri che gode di continui benefici, sconosciuti ai disoccupati italiani ed ai nostri figli che faticano a trovare un posto di lavoro. A questi stranieri, di noi cittadini italiani, non gliene frega niente. Questa è la realtà e non è razzismo o populismo, quello che il governo Renzi (usurpatore e democraticamente non eletto) vuole venderci con proclami degni dei migliori anni del ventennio fascista. E tutto questo con la complicità della presidente della camera Boldrini, del presidente del senato Grasso e del presidente della repubblica Mattarella, cultori di una retorica esasperante. Sono stanco di leggere lettere come quella di un disoccupato di 48 anni (apparsa il 20 dicembre scorso sul quotidiano da lei diretto), che ha perso il lavoro e non riesce a trovarne un altro. A questa persona, che non osa rendere noto il proprio nome, quasi se ne vergognasse, va tutta la mia solidarietà. Vogliamo dare a Cesare quello che è di Cesare. Vogliamo ridare dignità ai nostri figli? Diamo loro un lavoro onesto! Solo così l’economia conoscerà una vera ripresa. Solo così vedremo la luce in fondo al tunnel e non i fari di una locomotiva che ci sta venendo addosso.
Massimo Pelizzoni (Gussola)