Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 12.24

Improvvisi d’Autunno a Piadena

sabato 20 dicembre – ore 21.00 Piadena (Cr), Teatro Parrocchiale

| Scritto da Redazione
Improvvisi d’Autunno a Piadena

Giancarlo Bloise CUCINARRAMINGO di e con Giancarlo Bloise

il testo: la parte che accompagna il crudo è di Giancarlo Bloise, la parte che accompagna il cibo cotto è di Giuliano Scabia

macchina scenica:

ideazione e progettazione Giancarlo Bloise

esecuzione e saperi artigianali Mentor Shimaj

(bottega artigianale Wood-Stock Fi )

PROGETTO VINCITORE DEL PREMIO TUTTOTEATRO ALLE ARTI SCENICHE

DANTE CAPPELLETTI 2012

Già nell’antica Grecia si crea una profonda relazione tra cibo e musica. I primi strumenti musicali presero forma sugli altari, nacquero dai “resti” di sacrifici. La pelle dell’animale servì a costruire tamburi, le corna divennero strumenti a fiato con cui stabilire un ponte sonoro con il regno dei morti. Il banchetto allo stesso tempo divenne uno spazio rituale di unione tra terra e cielo. La carne per gli uomini, le ossa arse miste ad aromi destinati alle divinità del cielo. Il fuoco è il tramite, il vero ospite d’onore. Mentre il Cantore accompagnato da una lira o per mezzo della sola voce, destava l’in-canto, un’altra figura si occupava dell’uccisione, del ripartire, arrostire e approntare la tavola: il Mageiros, macellaio-cuoco-sacrificatore.

Giancarlo Bloise dall’ età di 8 anni studia musica. Dal 1996 a Firenze studia per 4 anni e 3 mesi architettura. Nel 2000 frequenta il corso di regia cinematografica per due anni e 7 mesi presso la scuola di cinema “Immagina”. Nel 2001 inizia il lavoro in cucina, gestore del luogo e guida alle regole ebraiche Tomas Jelinek burattinaio di Praga, ha come riferimenti culinari Eden Waizzman e Jean Michel Carasso.Stringe una cara e rara amicizia con Riccardo Mariani (ordinario di urbanistica della facoltà di architettura di Firenze ). Nel 2005 si iscrive al “Laboratorio Nove” di Sesto Fiorentino ( teatro della limonaia ), lavora con Renata Palminiello e per i due anni conclusivi con Luca Camilletti (membro fondatore Kinkaleri). Ha avuto modo di seguire il poeta Giuliano Scabia e Mimmo Cuticchio Cuntista Puparo siciliano. Dal 2008 tramite l’Associazione Culturale milanese “Teatro dell’albero” ha cominciato un corso di formazione presso la sede dell’Odin Teatret a Holstebro (Danimarca), guidato dall’attore Tage Larsen. Nel 2009 con Tommasella Calvisi si inoltra in un percorso vocale sul prelinguaggio. Il progetto Cucinarramingo grazie all’ attribuzione del Premio Tuttoteatro alle arti sceniche Dante Cappelletti nel dicemmbre 2012 ha la possibilità nel maggio 2013 di debuttare in prima nazionale all’interno del festival “PrimaVera dei teatri” ( Scena verticale; Castrovillari). “Ho fatto il cuoco di professione. Sono stato responsabile della cucina del ristorante Koscher vegetarian food Ruth's di Firenze fino al 4 di marzo 2012. Mi sono occupato di studi che a poco a poco sono divenuti ricerca e confronto, distillando la mia nuova figura professionale di: Narra-Attore-Cucinante”.

RASSEGNA STAMPA

[...] Un cenno a parte merita infine Giancarlo Bloise, cuoco-attore che in Cucinarramingo disquisisce su cibi e bevande degli dei, cuocendo manicaretti su fornelli che paiono strumenti musicali.

Renato Palazzi Il Sole 24 Ore

Festeggiato e degustato inventore di un teatro dove si ascolta, si annusa, si fantastica ( e alla fine si mangia pure), questo progetto di Giancarlo Bloise…  si distingue per la genuina scelta degli ingredienti e il tocco artigianale della preparazione, eseguita recitando sotto gli occhi e il naso dello spettatore… Cucinar Ramingo... è raccomandato a quanti, nello spettacolo dal vivo, amano l’appello ai sensi. Che non sono banalmente cinque ma tendono all’infinito. Dice Bloise alla fine: “ i più coraggiosi potranno degustare ciò che la loro mente vorrà immaginare”.  Buon appetito.  Roberto Canziani Hystrio

 [...] Con un elaborato e gustoso (anche a vedersi) bric à brac di attrezzature cuciniere (a loro volta funzionali a far da scena ai racconti) Bloise ci porta su mari intempesta dove si incontrano animali usciti dal mito, e prendono la giusta cottura, dopo adeguata preparazione, un riso pilaf alle erbe e un pollo «ubriaco» da offrire agli spettatori. L'atmosfera sta all'esatto opposto dei Master Chef e dei Mezzogiorni di cuoco tv. Quella che viene recuperata è la cucina come affabulazione e memoria di esperienze e racconti infantili, e anche un senso di dignità e rispetto per quell'attività cui ogni giorno ci si dovrebbe dedicare. Un racconto gustoso e delicato, una dimensione poetica invidiabile pur dentro un panorama domestico che può essere anche Ikea.  Gianfranco Capitta Manifesto

Direzione Artistica Giuseppe Romanetti

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