Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 21.23

Italia Cgil: il decreto fiscale è ingiusto e sbagliato

Il presidente Mattarella firma il testo definitivo. Fracassi: "Il segno non cambia. Si continuano a incentivare gli evasori a danno di lavoratori e pensionati, per i quali non è previsto alcun sollievo tributario. Siamo lontani da equità e legalità"

| Scritto da Redazione
Italia Cgil: il decreto fiscale è ingiusto e sbagliato

Italia Cgil: il decreto fiscale è ingiusto e sbagliato

Il presidente Mattarella firma il testo definitivo. Fracassi: "Il segno non cambia. Si continuano a incentivare gli evasori a danno di lavoratori e pensionati, per i quali non è previsto alcun sollievo tributario. Siamo lontani da equità e legalità"

“Non cambia il segno di un provvedimento profondamente ingiusto e sbagliato”. Così la segretaria confederale della Cgil Gianna Fracassi commenta il testo definitivo del decreto fiscale, firmato oggi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Per la dirigente sindacale “non è sufficiente ridimensionare il perimetro del provvedimento per ridefinire la politica fiscale di questo governo: si continuano ad assolvere e incentivare gli evasori a scapito dei lavoratori e dei pensionati, per i quali non è previsto alcun sollievo tributario, nonostante l'evidente eccesso di pressione fiscale e l'altrettanto indiscutibile fedeltà”.

Si va in direzione opposta a quella auspicata dell’equità e della legalità. "Direzione ribadita con forza insieme a Cisl e Uil - prosegue Fracassi - nelle proposte sulla legge di Bilancio presentate ieri nel corso degli esecutivi nazionali. Non possiamo accettare - quindi - il quinto condono in quindici anni. In questo provvedimento se ne prevedono tre: dichiarazione integrativa speciale, rottamazione ter e definizione agevolata”.

Le priorità devono essere "l’abbassamento delle tasse su lavoratori e pensionati e la lotta all’evasione fiscale attraverso strumenti che la possano prevenire e contrastare. Il fisco  - conclude Fracassi - rappresenta un'importante leva di redistribuzione, crescita e sviluppo, che il governo preferisce ignorare”.

 

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