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LA LOTTA PER IL CLIMA PIÙ IMPORTANTE DELLE DIFFERENZE POLITICHE ? NO | Michele Bellini

QUANTO SAREBBE IMPORTANTE CHE LA LOTTA PER IL CLIMA FOSSE PIÙ IMPORTANTE DELLE DIFFERENZE POLITICHE. EPPURE NON È COSÌ.

| Scritto da Redazione
LA LOTTA PER IL CLIMA PIÙ IMPORTANTE DELLE DIFFERENZE POLITICHE ? NO | Michele Bellini

LA LOTTA PER IL CLIMA PIÙ IMPORTANTE DELLE DIFFERENZE POLITICHE ? NO | Michele Bellini  

 QUANTO SAREBBE IMPORTANTE CHE LA LOTTA PER IL CLIMA FOSSE PIÙ IMPORTANTE DELLE DIFFERENZE POLITICHE. EPPURE NON È COSÌ.

Poche cose sono più lontane da me come gli approcci acritici da tifoseria, perché eccessivamente ideologici. Quando penso alla lotta al cambiamento climatico, non desidererei altro che fosse considerata unanimemente una priorità “bipartisan”, non soggetta, dunque, alle divisioni di parte. Sarebbe davvero importante che la crisi climatica fosse più importante delle differenze politiche. Eppure non è così.

Questo tema è diventato uno dei principali terreni di scontro politico. E lo vediamo ogni giorno, in maniera sempre più esplicita. Una precisa parte politica - le destre di tutta Europa - ha preso di mira il Green Deal, il pacchetto legislativo più avanzato nel mondo, per rendere la transizione ecologica possibile.

Il paradosso è quello di accusare queste misure di essere “ideologiche”, quando, al contrario, non fanno altro che delineare in maniera precisa, settore per settore, il percorso di decarbonizzazione. Allora, chi è ideologico? Chi prova a governare questa nuova rivoluzione industriale o chi mette la testa sotto la sabbia rischiando di far rimanere indietro i nostri comparti industriali?

Certo, l’Europa pone obiettivi sfidanti e non entra nel merito rispetto alla fondamentale domanda, “Chi paga?”. Non lo fa, semplicemente perché non ne ha le competenze: sono i singoli Stati che hanno tenuto le leve della politica fiscale e, quindi, le decisioni sulle allocazioni del budget di spesa pubblica. Quelle (poche) risorse che l'Europa ha in dotazione le sta effettivamente mettendo sul finanziamento della transizione ecologica.

Facciamo attenzione, però, a non cadere nella trappola: un conto sono le legittime preoccupazioni davanti a una sfida così complessa (anche io sono spaventato quando ci penso!), un altro conto è chi nega consapevolmente l’impatto umano negativo sui cambiamenti del pianeta. Spesso nelle formazioni di destra si annidano i secondi, che soffiano sulle paure dei primi per attrarre facile consenso. Una combinazione esplosiva che rischia di mettere a repentaglio una delle cose più importanti in assoluto, oltre a spostare verso destra gli equilibri del continente.

Come se ne esce? Dando all’Europa una capacità fiscale permanente per la transizione verde (come fatto con Next Generation EU), disinvestendo rapida,ente dai combustibili fossili per dirottare quelle risorse sulla green economy, e non ignorando (o sminuendo) le legittime preoccupazioni e paure, ma facendosene carico, dando risposte precise sul come si fa a non lasciare indietro nessuno. Ed evidentemente le tre cose si tengono insieme e si rafforzano a vicenda. In questo momento nessuna delle tre condizioni mi sembra messa bene.

Michele Bellini

12 luglio 2023

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