Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 10.55

Laudadio ( Anpi) Dachau,una targa ricorda i cremonesi internati.

| Scritto da Redazione
Laudadio ( Anpi) Dachau,una targa ricorda i cremonesi internati.

Laudadio ( Anpi) Dachau,una targa ricorda i cremonesi internati.
Egr. sig. Direttore,
da venerdì scorso, su un muro del Campo di Sterminio nazista di Dachau, Germania, c'è una targa con i nomi di 11 cremonesi lì internati perché antifascisti e mai più tornati.
Ho consegnato quella targa, a nome dell'ANPI, dell'ANPC e dell'Ass. Caduti di Cefalonia, durante il "Viaggio della Memoria".
Questo viaggio, organizzato prevalentemente per gli alunni delle superiori dal Comitato provinciale per la difesa e lo sviluppo della Democrazia, è stato per me un'esperienza che non dimenticherò e che certamente vorrò ripetere.

Ma sono certa che tutti i partecipanti, rappresentanti istituzionali (Sindaco in testa), consiglieri comunali e provinciali di maggioranza ed opposizione, insegnanti, studenti e cittadini comuni, siano tornati a casa più ricchi e consapevoli.

L'emozione, visitando il campo e ascoltando descrizioni e racconti, è stata profonda e se lo spazio a disposizione me lo consentisse avrei tanto da raccontare.

Ma la cosa più importante è stata la reazione degli studenti: attenti, partecipi, coinvolti, perché ben preparati dagli insegnanti e dotati evidentemente di grande sensibilità.

Ed era questo l'obiettivo principale da centrare, perché oggi tocca soprattutto a loro, di soli pochi anni più giovani di alcuni degli 11 cremonesi uccisi a Dachau, ricordare che la barbarie che lì ha causato la morte di ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, è sempre pronta a tornare. Magari, oggi, contro altri gruppi, altre etnìe, altri cosiddetti "diversi".

Spero che i frutti di una esperienza come questa siano abbondanti e duraturi; e per tutto questo ringrazio principalmente Ilde Bottoli, Coordinatrice del Comitato per la difesa e lo sviluppo della Democrazia, che da anni si adopera instancabilmente per rendere possibili esperienze così importanti, nonostante notevoli difficoltà.

Mariella Laudadio,
Presidente provinciale Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
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L'intervento Mariella Laudadio a Dachau in occasione della posa della targa

Sono qui a rappresentare l’Anpi, l’ANPC e l’Associazione dei caduti di Cefalonia della Divisione Acqui.
Prima di tutto ringrazio la dott. Hammermann per averci dato l’opportunità di lasciare qui a Dachau questa targa con i nomi degli 11 antifascisti cremonesi che in questo campo furono uccisi.
In luoghi come questo , di dolore, di sofferenza, di morte, si prova  l’esigenza di rimanere in silenzio, di chiudere in noi stessi l’emozione per il fortissimo impatto con questi muri e queste pietre.
Eppure non si può e non si deve tacere.
 Il mio messaggio è rivolto soprattutto a voi ragazzi..
Leggete i nomi scritti qui, leggete le date; molti di loro avevano pochi anni più di voi e, vi assicuro, non erano nati eroi e, quando furono arrestati e quando furono sull’orlo dell’abisso della morte avevano paura, perché non esistono i coraggiosi ,gli uomini senza paura, ma solo persone che accettano, consapevolmente, di andare a braccetto con la loro paura.
In loro era forte l’amore per la vita e per la propria famiglia, proprio come per voi; ma ad un certo punto più forte diventò l’amore per la libertà e per la dignità e i diritti degli uomini e delle donne.

Io vi chiedo, qui, di ricordare che è sempre viva la belva che si nutrì del sangue di ebrei, zingari, omosessuali ed antifascisti. In alcuni momenti della Storia sembra che si assopisca, perché sazia; ma dopo un po’ si risveglia, e magari sceglie come bersaglio altri gruppi, altre etnìe, altri cosiddetti diversi. E ricomincia la caccia.
Non temo di esagerare se dico che proprio in questi giorni, in queste ore, si cerca di inoculare nei vostri cuori il virus dell’intolleranza verso i popoli del nord Africa facendo leva sulle nostre paure e sulla loro estrema povertà.

Rifiutatevi riprestare orecchio a chi vi dice che voi siete superiori, che avete diritti che ad altri sono preclusi, che ci sono culture buone e culture cattive. Aprite le vostre menti e pensate con la vostra testa: non ci sono razze, ci sono solo individui , esseri umani, uomini e donne con gli stessi diritti, liberi e consapevoli che la loro libertà finisce solo dove comincia quella dell’altro.
Alzate la testa  e tornando a casa non dimenticate quello che avete visto oggi e operate perché non succeda ancora domani.

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