Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 02.39

LIBIA: COL SENNO DEL...PRIMA di Agostino Spataro

Il generale Haftar é alle porte di Tripoli. Come pre-visto in questo libro, alcuni Paesi della Nato (tra cui l'Italia) hanno vinto una facile guerra contro Gheddafi, ma hanno perso il dopoguerra.

| Scritto da Redazione
LIBIA: COL SENNO DEL...PRIMA  di Agostino Spataro

LIBIA: COL SENNO DEL...PRIMA  di Agostino Spataro

Il generale Haftar é alle porte di Tripoli. Come pre-visto in questo libro, alcuni Paesi della Nato (tra cui l'Italia) hanno vinto una facile guerra contro Gheddafi, ma hanno perso il dopoguerra.

In caso di vittoria di Haftar (data per certa e anche per imminente), per tutelare gli interessi italiani in Libia (idrocarburi e altro) si dovrà andare a Tripoli con il cappello in mano o chiedere la benevola intercessione di Mosca, Parigi o Il Cairo. Insomma una disfatta su tutta la linea!

"....La guerra a debito delle grandi potenze

“Tutto ciò è inaccettabile, immorale per una società libera e democratica. Si stanno devastando i bilanci degli Stati, contraendo debiti sopra debiti per finanziare guerre, nient’affatto umanitarie. Perché deve essere chiaro che queste “grandi potenze” fanno le guerre a debito ossia con i soldi prestati dalla Cina e dai risparmiatori nazionali e stranieri…

Inoltre, ribadisco che l’Italia partecipando alla guerra in Libia ha solo da perdere sul piano dell’immagine politica e su quello delle sue relazioni economiche e commerciali. Per certi aspetti, questa guerra è anche contro l’Italia. Ovviamente, il nostro discorso è prima tutto politico, umanitario; coerente con il pacifismo insito nell’articolo 11 della nostra Costituzione che non può essere oscurato da quel vergognoso codicillo introdotto per vanificarlo.

Oggi, anche i grandi giornali italiani che hanno incitato alla guerra scrivono, allarmati, di come si potrà spartire il “bottino” ossia il tesoro del popolo libico: i grandi giacimenti d’idrocarburi e a quanto si dice le cospicue riserve finanziarie, anche in oro, e in titoli azionari, ecc. Tutto sarà deciso a Parigi, su iniziativa di Sarkozy, il principale promotore del progetto “insurrezionale”, che vorrà fare la parte del leone, in accordo con gli altri due paesi della triade bellicista (GB e USA).”

Si può vincere la guerra, ma perdere il dopoguerra

“Non sappiamo che cosa sia stato promesso alle più alte Autorità italiane per indurle a far entrare il Paese in questa avventura, mettendo a disposizione navi, aerei e diverse basi italiane. A quanto si vede, gli “insorti” preferiscono trattare con la triade e trascurano il governo italiano. Se la tendenza dovesse essere confermata, si aprirebbero scenari molto problematici per l’Italia.

Il governo e il ceto politico italiano (di destra e di centrosinistra), stranamente unito in questa scelta improvvida, sapevano a quali conseguenze si andava incontro e avrebbero dovuto chiarirlo al Paese, al Parlamento. Non è stato fatto. Perciò, crescono le inquietudini nell’opinione pubblica. È tempo che i nostri responsabili rispondano ai tanti quesiti che la gente si pone e fra questi alcuni davvero pregnanti e prioritari:

quale sarà il futuro dei nostri rifornimenti d’idrocarburi derivati dalla Libia (circa il 25% del fabbisogno totale italiano);

*quali squilibri si potranno determinare nella bilancia commerciale italo-libica, unica in equilibrio con un paese petrolifero;

*che fine faranno gli ambiziosi programmi d’investimento (in ricerca e produzione) di Eni e il ruolo stesso di questo colosso dell’energia (al 70% privatizzato) che fa ombra a molti all’estero e purtroppo anche in Italia.

*cosa ne sarà dell’accordo d’indennizzo e di cooperazione firmato da Berlusconi e Gheddafi con un costo per l’Italia di cinque miliardi di euro in 20 anni;

*come spiegano, infine, il rifiuto della Germania, paese membro della Nato e locomotiva dell’Unione Europea, di partecipare all’avventura libica.

*Insensibilità o preveggenza della signora Merkel? Le risposte, probabilmente, non verranno poiché questi signori si sentono invincibili con… i deboli. Attenzione, però, perché si può vincere la guerra ma perdere il dopoguerra.”

Agostino Spataro

(http://www.amazon.it/NELLA-LIBIA-GHEDDAFI-Centro-Mediterranei-ebook/dp/B00DSQ1WEG )

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