Sydney. Quartiere Newtown. Domenica mezzogiorno. Una fila infinita di ristoranti, uno dopo l'altro. Incessante. Le chiamano Street Food. Questa è un'autostrada food!!
“Un vecchio e un bambino si presero per mano/e andavano insieme incontro alla sera./ I due camminavano, il giorno cadeva/il vecchio parlava e piano piangeva” (F.Guccini).
Quando pensi che 3600 Km. da New Delhi a Hong Kong e cinque ore di volo sono un'inezia, significa che stai modificando il tuo concetto di breve/lungo che determina la distanza.
Ecco tre bei racconti di Maria Pola cremonese di una certa età che ricorda il suo passato. Due stanze più i servizi-Puarèt tà’ me Sàant Quintìin-In litografia
L'ora di meccanica con l'ingegnere era il nostro svago settimanale. Marco raccoglieva tutti i volantini distribuiti e li consegnava all'ingeniere. Lo spasso era assicurato. Con accuratezza li rileggeva ad alta voce commentandoli e riscrivendoli. Il suo accento veneto, i capelli a spazzola, la testa a forma di pera, il naso di pappagallo facevano il resto.
Il racconto della visita in Iraq (12-18 luglio 1981) di una delegazione italiana: Agostino Spataro (PCI), Gilberto Bonalumi (DC) e Giorgio Mondino (PSI)
Che strano! La luce della sapienza, la saggezza vengono dall’Oriente, ma noi le cerchiamo in Occidente laddove queste virtù vanno a morire. Aver girato le spalle all’Oriente è stato un grave errore!
Gli esami di stato terminarono a fine luglio del ‘ 70 ed ai primi di novembre eravamo già in fabbrica. Io alla Sperlari di Cremona, Gigi all’Alfa Romeo di Milano. Come perito industriale mi fu assegnato il compito di tempista. Dopo un breve corso di tre giorni, sull’uso del cronometro, sulle lavorazioni e sulle modalità di rilevare i tempi, fui mandato nel primo reparto.
Zona mezzo collinare, a circa una settantina di chilometri da Ancona, è sede comunale, oltre che terra vinicola dai profumi fruttai ed abboccati. Ha una ben mantenuta cinta muraria risalente al XIV secolo.
Il medico ha poi cambiato reparto e di “Veciola” hanno tutti un grande rispetto! Alle cinque del mattino eravamo già in ospedale per preparare lo sciopero sul contratto.Dopo un caffè ed un primo giro nei reparti con Mario ci siamo recati al pronto soccorso. Erano tutti allegri.
Chiedo un caffè. Il barista mi guarda e mi chiede “nero“? Rispondo affermativamente. Il caffè è pronto e posato sul bancone. Mancano lo zucchero ed il cucchiaino. Faccio presente al barista con un cenno. Con un grande sorriso mi versa due cucchiaini di zucchero e mescola il caffè.
Una storia gastronomica sulle rive del grande fiume raccolta in un libro ricco di immagini e ricette: la presentazione in anteprima in programma al "November Porc"
Ai margini di un convegno sul pauperismo tenutosi a Cremona sul finire degli anni Settanta del secolo scorso, il prof. Piero Camporesi, dell’Università di Bologna, parlò diffusamente degli archivi dell’IIpab ex Eca di Cremona, e dei documenti che testimoniano, nei primi anni del Seicento, i contatti e i legami d’amicizia scaturiti fra un tal “Simon de Zilli de Pozza Valle de Fassa” con il massaro Tomaso Tozeti de Suspiro de Cremona.
Gesù, lo so tutti ti tirano per la giacchetta e spero che non me ne vorrai se questa volta ti chiedo qualcosa anch’io. Non l’ho mai fatto, a parte quella volta che da bambino in collegio un prete mi aveva raccontato la storia di un bambino che parlava con te.
Dal Libro "Fuga dall'Assassino dei Sogni", in allegato il settimo -e ultimo- capitolo dell'Appendice: "In memoria di Pianosa" di Rosario Indelicato Il libro di Carmelo Musumeci e Alfredo Cosco "Fuga dall'Assassino dei Sogni"- Edizioni Erranti non è solo un libro che parla di carcere. E non è solo un racconto romanzato.
L’avvincente storia del Barba tuss con tanto di diritto e rovescio, di minaccia e saggezza. Un relitto della storia che riemerge nella tradizione popolare.
Per chi non conosce questa giostra, immancabile nelle fiere di una volta, dirò che si tratta di una serie di seggiolini appesi per mezzo di lunghe catene ad una piattaforma rotante
Ci fu un tempo in cui era in uso nominare, fra le persone più in vista del paese, un giudice conciliatore al quale sottoporre le liti e le piccole questioni che spesso nascevano fra i compaesani, e decidesse nel merito con sentenza giuridicamente valida e inappellabile.
Dopo molte ore arrivai all’isola di Pianosa e lì ad attendermi c’erano una trentina di secondini, carabinieri e finanzieri. Era il 22 luglio 1992, ore 19:20, un caldo insopportabile
Mi chiamo Sebastiano Prino, sono nato a Nuoro il 29 luglio 1964 e con questa breve testimonianza vorrei descrivere, se è possibile farlo con la penna, il periodo di detenzione che ho trascorso nel carcere dell’Asinara dal 3 ottobre 1995
…avevo fame. Ogni giorno lo stomaco occupava i miei pensieri, perché il cibo era poco, scarso e immangiabile, come l’acqua, di cui ce ne davano una bottiglia al giorno, quella del rubinetto non era potabile, era gialla e puzzolente.