Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 07.58

LNews-AMBIENTE, CATTANEO: TRANSIZIONE ENERGETICA PARTE DAI TERRITORI

La transizione energetica parte dai territori e le Regioni sono al centro di questo processo"

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LNews-AMBIENTE, CATTANEO: TRANSIZIONE ENERGETICA PARTE DAI TERRITORI

LNews-AMBIENTE, CATTANEO: TRANSIZIONE ENERGETICA PARTE DAI TERRITORI

 "La transizione energetica parte dai territori e le Regioni sono al centro di questo processo". Lo ha affermato l'assessore all'Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, nel corso del suo intervento al webinair 'Ripartire dopo il lockdown: le Regioni al centro della transizione energetica' organizzato da Anev ed Elettricita' futura. In cui sono intervenuti anche il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e, con un videomessaggio, il ministro per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone.

IL PROGRAMMA REGIONALE - "Regione Lombardia - ha proseguito - sta mettendo in campo il proprio programma regionale energia e clima, che declina in scala regionale gli obiettivi del Pniec (Piano nazionale e integrato per l'energia e clima). Anche studi internazionali confermano come la capacita' di intervento dei governi regionali e' molto piu' efficace rispetto a quella degli stati nazionali. I livelli subnazionali sono in grado di agire sui livelli di decarbonizzazione e di efficientamento energetico con una capacita' che e' circa il doppio di quella dei governi nazionali dei G20. Se oggi le Regioni hanno gia' piu' efficacia nelle performance, sarebbe fondamentale poter agire sulla loro centralita' anche in campo energetico".

DIREZIONE SBAGLIATA - "Spiace constatare come il Pniec non vada in questa direzione. Infatti, prevede, per il raggiungimento degli obiettivi investimenti in tecnologie, processi e infrastrutture pari a circa 184 miliardi di euro. In proporzione, in Lombardia serviranno per gli obiettivi analoghi 34 miliardi di euro di investimenti in dieci anni, di cui circa almeno 5 per lo sviluppo del fotovoltaico. Se pensiamo che oggi la filiera dell'energia vale in Italia 62 miliardi di euro e in Lombardia 11 miliardi, comprendiamo che questa dimensione degli investimenti e' da libro dei sogni. Inoltre, all'interno del piano mancano gli strumenti per la realizzazione degli investimenti necessari".

LE FONTI RINNOVABILI - "Le fonti rinnovabili in Lombardia – ha detto l'assessore - rispetto ai consumi finali valgono meno del 14% (dato del 2017). Ed entro il 2030 dovremmo piu' che raddoppiare la quota di penetrazione delle fonti rinnovabili arrivando al 31%". "Per raggiungere questi obiettivi - ha fatto presente - dovremmo produrre da fonti rinnovabili l'equivalente tra i 5,5 e i 5,9 di tonnellate equivalenti di petrolio (tep), rispetto ai valori attuali di 3,5 tep. Inoltre, dovremmo incrementare di piu' del doppio la produzione di Fer (fonti energia rinnovabile) in particolate il fotovoltaico che deve raggiungere un aumento compreso tra il 150% e il 240% della potenza installata oggi".

LA SITUAZIONE LOMBARDA - "In Lombardia non partiamo da zero – ha aggiunto Cattaneo - abbiamo gia' 125.000 impianti. Occorre un incremento del parco produttivo fotovoltaico adeguato: tradotto in superfice necessaria servirebbero da 25 a 40 milioni di mq d superfice in Lombardia per attivare nuovi parchi fotovoltaici (circa 4000 campi di calcio). Senza strumenti adeguati questa realizzazione appare alquanto improbabile. Le fonti rinnovabili oggi coprono circa 1/3 dell'energia elettrica prodotta. La prima fonte e' quella idroelettrica che difficilmente potra' crescere. La seconda e' il biogas che e' abbastanza ignorato. Il fotovoltaico e' solo al terzo posto".

SCARICA BARILE - "Credo - ha osservato l'assessore - che la scelta del Governo di affidare alle Regioni l'iter di definizione delle aree idonee per la realizzazione di impianti fotovoltaici, sia un modo per scaricare ogni responsabilita' alle Regioni. Secondo uno studio del Politecnico di Milano, se anche usassimo tutte le aree dismesse in Italia che sono disponili per produrre nuova potenza fotovoltaica, copriremmo solo il 20-30% delle disponibilita'. In Lombardia queste aree idonee sono molto difficili da trovare: c'e' l'indisponibilita' dei terreni agricoli, come anche per le aree industriali". "Se alle Regioni non vengono forniti strumenti per tradurre questi obiettivi ambizioni in fatti concreti - ha concluso l'assessore - il Pniec e forse anche il piano regionale della Lombardia resterebbero solo dei programmi non del tutto realizzabili". (LNews)

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