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Lodi - Tesi duepuntozero

05/02/2016 17:00 - 19:00 Archivio Storico Diocesano, via Cavour 31

| Scritto da Redazione
Lodi - Tesi duepuntozero

Ritorna l'iniziativa di Archivio storico comunale e Archivio storico diocesano tesiduepuntozero, nata per valorizzare le tesi di laurea e di dottorato sul Lodigiano.

Il primo appuntamento ospita Anna Guerrini che presenta la propria tesi su Ada Negri “Ho vissuto in versi”.

Un’inclinazione precoce, e un altrettanto anticipato apprezzamento pubblico, impressero in Ada Negri il crisma di un destino letterario che ebbe riscontro all’inizio presso la gente, i lettori lodigiani del Fanfulla da Lodi e anche quelli del Corriere della Sera, dove l’artista lavorerà nell’ultimo periodo della sua vita.

Figura controversa, quella della scrittrice lodigiana, per l’alterna fortuna della critica e per una vita condotta a sviluppare ideali e impegni contrastanti, tra fiducia e adesione appassionata al mondo reale, come alla questione sociale e proletaria, ma anche tra disincanto, crisi spirituale e fede ritrovata.

Paladina all’inizio delle istanze delle classi lavoratrici, tanto da essere chiamata la vergine rossa, fu idealmente vicina a Turati, alla Kuliscioff e al giovane socialista Mussolini. Si conformò in seguito all’indirizzo del sistema politico fascista, in quella fase definita “borghese” da Guido Piovene, e nel 1931 ottenne il Premio Mussolini, mentre nel Popolo d’Italia lo stesso gerarca le dedicò un articolo elogiativo. Aver fatto parte del gruppo degli intellettuali del regime influenzò la sua fortuna letteraria, le procurò nel dopoguerra, e a morte ormai avvenuta, un certo oblio della critica, per fortuna non risolutivo. La tesi di Anna Guerrini è il risultato di un’incursione nelle carte di Ada Negri, tra cui alcune inedite, alla ricerca del segreto della sua poetica, in un’indagine sulla produzione poetico-letteraria condotta su diversi fondi archivistici e in diversi istituti di conservazione. Lodi, Pavia, Firenze.

L’analisi critico-filologica della tesi si sofferma sulle diverse redazioni manoscritte e sulla revisione degli scritti prima della stampa, sul quel laborioso lavoro “di lima” necessario all’artista per snidare l’espressione linguistica perfetta. Intreccia, inoltre, un filone di ricerca non usuale, pur essendo noto presso i critici l’autobiografismo delle opere negriane: considerare quanto profondamente le vicende biografiche abbiano impresso matrici nell’ispirazione letteraria dell’artista. E quanto le une siano debitrici all’altra in fatto di elaborazione e rielaborazione dell'esperienza, e trasfigurazione letteraria.

Semplificando, la tesi mira a rintracciare, nei fatti personali e nel percorso di gestazione delle liriche, una spiegazione ragionevole sul topos più diffuso, quello della scintilla divina, dell'ispirazione dell'artista che si nutre dell'esperienza e si incarna in forme d’arte sempre nuove. Del rapporto fascinoso che intrappola il poeta tra senso comune del mondo e senso eccentrico, tra percezione del reale e illuminazione sulla verità sovrasensibile.

 

Fonte comune di Lodi

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