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Mario Coppetti, decano dell’antifascismo cremonese se né andato il 26 aprile 2018

Mario Coppetti ricordo di Giuseppe Azzoni

| Scritto da Redazione
Mario Coppetti, decano dell’antifascismo cremonese se né andato il 26 aprile 2018

Mario Coppetti, decano dell’antifascismo cremonese se né andato. Il ricordo del sindaco Galimberti

"E' morto un riferimento unico, un testimone e un maestro della nostra città e del nostro paese. Ci mancheranno le sue parole, la sua presenza, il suo pensiero, le sue mani sapienti sempre capaci di generare arte. Siamo vicini alla famiglia, tutta la città è vicina in un grande abbraccio.

 Ma in realtà il maestro Coppetti resta tra di noi per sempre: resteranno sempre tra noi la bellezza della sua arte, la sapienza delle sue idee, la forza e il vigore del suo impegno, gli appelli ad una rinnovata educazione civica. I moniti a tenere alti i valori della resistenza, della democrazia, della convivenza civile siano per noi guida e stella polare. La sua fiducia e la sua speranza e il desiderio di bene e di bellezza ci spingono e motivano ad essere fedeli ai valori e agli ideali che il maestro ha incarnato"

Cremona 26 aprile 2018

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Mario Coppetti ricordo di Giuseppe Azzoni 

Il mio intervento intende ricordare Mario Coppetti attraverso i documenti che lui aveva conservato.

All'incirca due anni dopo la sua morte, con la figlia Silvia convenimmo sulla opportunità di rendere disponibile e consultabile il fondo di carte con i molti scritti, documenti, ritagli che Mario Coppetti aveva conservato. Si trattava di fare una cernita, trarre da armadi e cassetti ricolmi quanto valutavamo valesse la pena di essere ordinato e conservato, che non era poco.

Quindi organizzare questo materiale e concordare col nostro Archivio di Stato che fosse in esso conferito.

Si fecero i passi formali e pratici perchè ciò avvenisse, insieme alle dirigenti dell'Archivio stesso che si sono succedute in quel periodo, così è stato.

 E' un fondo ragguardevole sia per i significativi contenuti sia per la quantità di documenti.

Sono oltre cento fascicoli o cartelle disposti in raccoglitori per tematiche o per periodi temporali.

 Grande rilievo ha la materia urbanistica, con relazioni, dibattiti, scelte della Commissione Artistico Edilizia del Comune, degli Uffici Tecnici e dei vari livelli democratici istituzionali, nei decenni successivi alla Liberazione. Naturalmente molti sono i suoi stessi interventi o contributi in altra forma.

Qui vediamo come Mario Coppetti si sia occupato di Centro storico, Piano Regolatore, Piazza Cavour, Piazza Marconi, Giardini Pubblici, Italia Nostra, Rapporti con la Sopraintendenza, Porto e canale, Zona industriale, Aziende e Farmacie municipali... questi sono alcuni dei titoli di questa parte del Fondo carte.

Molto consistente anche la presenza di documentazioni riguardanti l'autostrada Piacenza Cremona  Brescia per tutte le sue fasi: dal dibattito in anni precedenti sui pro e i contro alla realizzazione o meno di questa opera, quindi sul tracciato e la progettazione e poi sulla gestione.

 Altre parti del fondo carte Coppetti riguardano la storia politica sua propria e di altri personaggi e partiti nazionali e locali e loro vicende.

Dunque Partito Socialista e PSDI, Giustizia e Libertà, PCI e DC, PRI e PLI e poi ANPI, Bissolati, Matteotti, Fratelli Rosselli, Attilio Boldori, Caporali, Saragat, Nenni, Terracini... e tanti altri.

Alcuni passaggi e contenuti della vita e della storia locale sono particolarmente interessanti: per esempio riguardo ad Emilio Zanoni, a Franz Cortese, al sindaco Feraboli, a Guido Miglioli, a Renato Campi, a don Luisito Bianchi, ad Arnaldo Bera o Adriano Andrini, o Vincenzo Vernaschi o Libero Scala. 

Conversando di ciò, Coppetti mi parlò in particolare della sua amicizia con Franz Cortese che fu primario anatomo patologo dell'ospedale e ricercatore e pioniere in materia oncologica, dirigente comunista, partecipe della Resistenza con specifici compiti per il CLN. L'amicizia con Cortese era anche amicizia tra le rispettive famiglie, la moglie di Cortese era Carla Bergamasco, artista davvero notevole.

Diversi materiali riguardano vicende e persone legate a momenti particolari.

Il periodo vissuto a Parigi e il rapporto con Guido Miglioli, là e poi a Cremona.

Il forte legame con la madre, l'orgoglio per il padre ferroviere perseguitato dai fascisti, i  tanti artisti di Cremona negli anni del ventennio e poi del dopoguerra.

La occupazione tedesca... con particolare considerazione ed approfondimento su quanto avvenne a Cremona l'8 e 9 settembre con  la occupazione della città. C'è in queste carte il Diario storico della Brigata Matteotti, c'è un ricordo documentato del partigiano torturato a Villa Merli e fucilato Renato Campi, c'è il tema degli Ebrei a Cremona e potrei a lungo citare altro. 

Tutto questo peraltro si ritrova raccontato nel suo libro “Ricordi dal 1920 al 2010”. 

 Concludo con tre spunti di singolare interesse sul modo di essere di Coppetti, sul suo antifascismo e modo di concepirlo, li cito in poche parole e senza commentarli.

 *ANPI: nel 1964 Coppetti con Zanoni e Pressinotti si dimettono dal Direttivo provinciale  in polemica con i compagni del PCI. Motivo: per lui le divergenze tra PCI e PSI sul centrosinistra non avrebbero dovuto essere oggetto di diatribe all'interno dell'ANPI, Coppetti riteneva invece che ciò accadesse in modo eccessivo da parte  dei compagni comunisti qui a Cremona in particolare e in difformità dalle posizioni dell'ANPI nazionale. Bera nel dichiararsi molto dispiaciuto per queste dimissioni invitò ad un chiarimento che poi effettivamente ci fu col rientro di Coppetti e dei compagni citati nel Direttivo stesso. 

 *Ancora ANPI, 1968 – 69. Sulla invasione russa in Cecoslovacchia i compagni comunisti dell'ANPI cremonese scrivono all'ANPI nazionale che non condividono la posizione critica presa dall'Associazione. Coppetti scrive e dichiara pubblicamente di condividere invece proprio la posizione nazionale dissociandosi da quella emersa nell'ANPI a Cremona.

 *Concludo col terzo spunto. Nel suo libro “Patrie smarrite”, uscito nel 2001, Corrado Stajano mostra una Cremona del tutto passiva ed acquiescente nei confronti del fascismo. Coppetti non condivide, ne parla nel direttivo ANPI e polemizza su ciò apertamente col giudizio di Stajano.

Cita fatti e nomi in proposito, a partire dal padre ferroviere che si dimise dalle Ferrovie per non prendere la tessera del fascio... cita altri nomi e vicende: da Gaetano e Rosolino Ferragni a Giuseppe Cappi, da Giuseppe Ghisalberti a Alfredo Puerari, da Giovanni Vialli a Giuseppe Speranzini ad Anselmi... Insomma Coppetti rivendica che non tutta Cremona fu acquiescente. Dice anzi in proposito che tra il 1919 e il '40, cioè ancora prima della guerra e della Resistenza, nella nostra provincia 23 antifascisti furono uccisi e  107 processati dal Tribunale Speciale, tanti mandati al confino e perseguitati. E che anche lui, Coppetti, era schedato dalla Questura come “sovversivo” che “viene vigilato” e tale rimase negli anni '50.

 Insomma chi intende approfondire sia la conoscenza della personalità e dell'operato di Mario Coppetti sia molti aspetti della Cremona del '900 trova in questo archivio una fonte assai importante.

Giuseppe Azzoni

Cremona , febbraio 2024

 

 

 

 

 

 

 

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