Martedì, 23 aprile 2024 - ore 10.31

Milano, per la prima volta in Italia una mostra su Eadweard Muybridge

Le sue fotografie influenzarono gli Impressionisti

| Scritto da Redazione
Milano, per la prima volta in Italia una mostra su Eadweard Muybridge

Finalmente un grande mostra italiana su Eadweard Muybridge (1830-1904), il fotografo che “inventò” il movimento, influenzando con le sue immagini Degas e gli artisti del suo tempo e anticipando la nascita del cinema. A proporla a Milano, dal 19 maggio al 31 luglio, è la Galleria Gruppo Credito Valtellinese, con la curatela di Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio.

Il primo approccio professionale con la fotografia, Muybridge, inglese emigrato negli Stati Uniti, lo ebbe documentando la potente bellezza del Parco Nazionale di Yosemite. Poi la curiosità di un uomo d’affari lo spinse a verificare l’ipotesi se, nel galoppo, tutte e quattro le zampe del cavallo risultino contemporaneamente alzate rispetto al suolo, come le dipingeva Gericault e con lui i grandi artisti del momento. Utilizzando 24 fotocamere collegate ad altrettanti fili lungo il percorso, Muybridge ottenne una sequenza di immagini che documentavano con assoluta precisione il movimento dei cavalli, confermando che per alcuni istanti effettivamente nel galoppo l’intero loro corpo risulta sollevato dal suolo, ma indicando anche che l’estensione delle zampe risultata affatto diversa da quella immaginata agli artisti. Paul Valéry riconobbe che «Le fotografie di Muybridge rivelano chiaramente gli errori in cui sono incorsi tutti gli scultori e i pittori quando hanno voluto rappresentare le diverse andature del cavallo».

Le immagini divennero celebri. Molti artisti, e tra loro Degas, capirono l’importanza della fotografia come fonte di documentazione oltre la capacità visiva. Divenne comune trasporre dalle foto non solo il movimento invisibile all’occhio umano ma anche altri aspetti della realtà, giungendo a dipingere direttamente sull’immagine fotografica. Dopo i cavalli, gli uccelli in volo e il movimento degli animali dello zoo di Philadelfia, il soggetto diventa l’uomo. Divennero presto celebri i suoi nudi in movimento, fotografati su uno sfondo con una griglia disegnata, mentre correvano, salivano le scale o portavano secchi d’acqua. Con la collaborazione dell’Università di Pennsylvania, Muybridge mise a punto lo zoopraxiscopio, uno strumento simile allo zoetropio, che consentiva di proiettare le immagini, rendendole così contemporaneamente visibili a un piccolo pubblico. Come al cinema.

La mostra non si limita a presentare un focus sulla storica produzione di Muybridge. Verrà anche ricomposto, in chiave contemporanea, il set che egli usava per gli scatti in piano sequenza, che si animerà con una performance, durante la serata inaugurale, nella quale due o più personaggi e attori attraverseranno il ricostruito piano sequenza, generando degli scatti per un’attuale interpretazione à la Muybridge. Del percorso di visita faranno parte anche L’assassino nudo e un film stenopeico, docufilm originali realizzati da Paolo Gioli.

Il catalogo propone un saggio a carattere storico del prof. Italo Zannier, un secondo che approfondisce lo sperimentalismo di Muybridge, a cura di Gioli, e un terzo di analisi della mostra a cura di Guerra e Quadrio Curzio. La mostra, a carattere educativo, è prodotta e organizzata da Fondazione Gruppo Credito Valtellinese.

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