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PD.Documento sul Mercato del Lavoro a trattativa aperta Monti-Parti Sociali

| Scritto da Redazione
PD.Documento sul Mercato del Lavoro a trattativa aperta Monti-Parti Sociali

Sul tema del mercato del lavoro il governo, come annunciato a suo tempo dal Presidente del Consiglio, ha aperto il 23 gennaio scorso il tavolo di confronto con le parti sociali. Questo per noi è un fatto estremamente positivo e ci auguriamo che si arrivi ad un accordo unitario.
Siamo consapevoli che se si vogliono affrontare i problemi dell'occupazione occorre indirizzare il paese verso la crescita. Soltanto una politica di sviluppo può aiutarci a risolvere il problema del lavoro, in particolare di quello giovanile. Altrimenti, da sole, le regole non bastano.
Anche sul tema del mercato del lavoro il PD ha avanzato le sue proposte: l'ultima occasione è stata la convocazione del Forum Lavoro dello scorso 12 gennaio, che ha consolidato i contenuti e le sintesi che si erano prodotti nelle precedenti assemblee nazionali di Roma e Genova.
Vogliamo fornire di seguito alcune indicazioni utili per una discussione di merito.

1. SEMPLIFICAZIONE del MERCATO del LAVORO
Occorre disboscare la giungla delle forme di impiego flessibili: oggi il mercato del lavoro e 'caratterizzato da una pluralità di lavori temporanei che, anziché trasformarsi in impiego stabile, diventano nella maggior parte dei casi precarietà a vita.
Noi pensiamo che, accanto al lavoro a tempo indeterminato, siano sufficienti poche forme di lavoro flessibile, secondo quanto regolato anche a livello di unione europea: il contratto di apprendistato, il lavoro a termine, il lavoro interinale e, in alcuni specifici casi, il lavoro a chiamata e i voucher.
Tutto il resto potrebbe essere cancellato. L'idea secondo la quale aumentando il numero delle forme di assunzione temporanee si colgono più opportunità di lavoro e quindi si aumenta l'occupazione, si e' rivelata fallace. Infatti il asso di disoccupazione giovanile ha superato in questi giorni la soglia del 30% ed è cresciuto il lavoro nero: si calcola che esso oggi coinvolga circa tre milioni di persone. Una semplificazione del mercato del lavoro aiuterebbe lavoratori ed aziende. Va notato che non tutte le forme di impiego esistenti vengono utilizzate dalle imprese, come rilevato da numerose statistiche. Altre sono state utilizzate abusandone, come nel caso delle collaborazioni
coordinate e continuative, ora collaborazioni a progetto e le cosiddette partite IVA.
L'apprendistato va valorizzato: esso é stato di recente oggetto di un accordo unitario interconfederale e di un recepimento legislativo da parte del vecchio governo. E' un buon punto di partenza per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.
Il contratto a termine va ricondotto alla sua funzione di eccezionalità, per esigenze produttive specifiche, entro i limiti di quantità e di tempo definiti.
Il lavoro interinale va mantenuto con le sue attuali normative recependo la recente direttiva europea.
Ha lo scopo di cogliere i bisogni delle imprese di fronte alle punte di mercato ed ha un costo superiore a quello del lavoro a tempo indeterminato.
Il lavoro a chiamata può funzionare esclusivamente in casi specifici (ad esempio, il lavoro occasionale del sabato sera). I voucher, che nel frattempo si sono estesi a dismisura assorbendo il lavoro agricolo soprattutto in alcune aree del Paese, erano stati inizialmente concepiti per consentire a studenti e pensionati di poter svolgere il lavoro della vendemmia. Queste forme di impiego temporaneo vanno ricondotte alla normativa originaria disciplinata nel Protocollo del 2007.

 

2. CONTRIBUTI
Occorre armonizzare i contributi per tutti i tipi di lavoro (a un livello intermedio fra i massimi e i minimi attuali: ad esempio il 30%) per evitare abusi e distorsioni del mercato del lavoro. Di conseguenza, occorre prevedere una maggiorazione degli oneri contributivi per indennità di disoccupazione e indennità di fine rapporto sui contratti a tempo determinato (ad eccezione dei contratti a contenuto formativo).

3. DIRITTI BASE
Vanno estesi i diritti base comuni a tutte le forme di lavoro, stabili e flessibili, secondo i principi della Carta dei diritti: tutele adeguate nei casi di maternità, infortuni, malattia, compenso minimo per i lavoratori non contrattualizzati, ammortizzatori universali.

4. Il Contratto Prevalente
Occorre favorire l'unificazione del mercato del lavoro superando le distinzioni esistenti tra vecchie enuove generazioni.
Il punto di partenza, come abbiamo già ricordato, e' quello dei costi più convenienti per il lavoro stabile, che passa anche attraverso l'unificazione dei contributi per tutte le forme di impiego (vedi punto 2). Esistono alla Camera e al Senato diverse proposte di legge di parlamentari del Partito Democratico che prevedono un periodo di prova o "abilitazione", per l'ingresso al lavoro, che va da un minimo di sei mesi ad un massimo di tre anni. Al termine di questo periodo riteniamo che debba essere agevolata l'assunzione a tempo indeterminato, compresa la tutela dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Agevolazione che può passare attraverso la leva dello sconto Irap o di un credito di imposta, da concedere alle aziende nel caso di assunzione stabile. Agevolazione che va resa strutturale. In questo modo, attraverso una prova "lunga", il datore di lavoro ha la possibilità di valutare la qualità delle assunzioni ed essere contemporaneamente stimolato alla stabilizzazione dei lavoratori da una convenienza di costi. Questa ci pare la via maestra perché non crediamo che, abolendo la protezione dell'articolo 18 a coloro che entrano per la prima volta nel mercato del lavoro, si possa incentivare l'aumento dell'occupazione o quadrare i bilanci delle imprese.

5. AMMORTIZZATORI
E' necessario dotare il paese di un sistema di ammortizzatori sociali, (che vanno estesi a tutti i settori e dimensioni aziendali), capace di affrontare la particolare situazione di crisi che stiamo vivendo. Esiste una legge delega del governo Prodi, condivisa dalle parti sociali e sottoscritta nel Protocollo del 2007, che e' rimasta finora inattuata. In essa si prevede l'unificazione delle varie forme di cassa integrazione e delle indennità di mobilità e di disoccupazione. Pensiamo che questa scelta vada confermata e integrata con risorse che estendano tutele e diritti di base universali anche a chi svolge un lavoro precario (vedi punto 3). Va inoltre ricordato che in quel Protocollo erano previsti anche interventi immediati sugli ammortizzatori sociali attraverso lo stanziamento di una quota dell'extragettito pari a 700 milioni di euro. Questo ha consentito di migliorare la durata el'importo della indennità di disoccupazione con requisiti pieni e ridotti, di migliorare la contribuzione figurativa al fine di garantire una piena copertura previdenziale e di aumentare la perequazione relativa ai tetti delle indennità, portata dall'80% al 100% dell'inflazione. Occorre prevedere la sospensione dell'indennità a coloro che rifiutano l'offerta di un lavoro equivalente o che svolgono lavoro nero.
Su questa strada si può continuare utilizzando una quota di risorse che derivano dagli ingenti risparmi realizzati sul sistema pensionistico, a seguito delle riforme realizzate nel periodo 2004-2011 e di quella dell'attuale governo, e/o con un contributo delle parti. Vanno incrementati gli incentivi fiscali per i contratti di solidarietà. In questo modo si può riequilibrare il nostro stato sociale per renderlo più omogeneo agli standard europei.

6.STATUTO DEI LAVORATORI AUTONOMI
Occorre varare uno Statuto dei lavoratori autonomi e dei professionisti con norme promozionali, di sostegno e con tutele di base comuni (esistono anche in questo caso proposte di legge del PD alla Camera e al Senato).

7.WELFARE INTEGRATIVO
Occorre promuovere un Welfare integrativo rafforzandone gli incentivi fiscali: pensione
complementare, sanità, assistenza e altri benefits (anche tramite enti bilaterali).

8. INCENTIVI PER GIOVANI, DONNE E OVER 50
Va confermata e resa strutturale la scelta del governo di concedere lo sconto Irap alle imprese che assumono giovani e donne a tempo indeterminato, oppure un credito d'imposta. E' una regola che va nella giusta direzione, come da noi richiesto da tempo: quella di far costare meno il lavoro stabile rispetto a quello flessibile. Soltanto se si stabiliscono nuove convenienze di costo nel mercato del lavoro si potrà sconfiggere la piaga della precarietà a vita che colpisce in particolare le giovani generazioni. Riteniamo che questa scelta, oltre ai giovani e alle donne, debba riguardare anche i lavoratori ultracinquantenni (e donne over 40) in cerca di lavoro, molto esposti in questo momento di crisi economica. Indichiamo alcuni specifici interventi:
- misure di emergenza per il lavoro dei giovani: programmi mirati al recupero scolastico per i giovani drop out e programmi per il raggiungimento di diploma o laurea per professionalità per cui esistono offerte di lavoro non soddisfatte (da concordare con scuole e servizi per l'impiego); rafforzamento degli attuali incentivi per l'assunzione a tempo indeterminato anche come socilavoratori di cooperative e per avviare attività di lavoro autonomo.
- Promozione dell'occupazione femminile: detrazione fiscale per il reddito da lavoro delle donne i nuclei famigliari con figli minori; superamento degli assegni famigliari e della detrazione per figli a carico ed introduzione di un contributo annuale di 3000 euro all'anno per ogni figlio fino alla maggiore età, a cominciare dalla fascia 0-3 anni, esteso anche ai lavoratori autonomi e professionisti; introduzione del part-time agevolato e volontario; innalzamento dell'indennità per i congedi parentali; incentivazione del rientro al lavoro delle donne ultra-quarantenni.
- Potenziamento delle politiche attive per il lavoro: progetti pilota di intervento in aree svantaggiate per assistenza all'inserimento di giovani disoccupati assegnati ad opera dei Fondi interprofessionali con bando di gara a soggetti pubblici e privati qualificati (servizi all'impiego, agenzie per il lavoro, imprese anche cooperative).

9. PROCESSO DEL LAVORO
E' necessario riformare il processo del lavoro. Nel caso di un contenzioso sul licenziamento quello che pesa di più al lavoratore e all'impresa e' l'incertezza della situazione che viene a determinarsi.
Un processo può durare anni e durante quel periodo ciascuno dei soggetti in causa si interroga sul suo futuro. Il lavoratore si chiede se sia preferibile cercare un nuovo impiego. Il datore di lavoro si chiede quale costo dovrà sopportare nel caso in cui una sentenza a lui sfavorevole comporti un pesante risarcimento e la riassunzione. La nostra proposta e' di avere una corsia privilegiata, una procedura d'urgenza che affronti questi casi, come già proposto dal Pd con un apposito disegno di legge. Riteniamo che la soluzione di questo problema sia considerata di primario interesse dal sistema delle imprese anche più di interventi di modifica dello Statuto dei Lavoratori.

10. PENSIONI
Infine, riteniamo che il governo debba intervenire nella situazione di emergenza che si e' determinata a seguito della riforma pensionistica. Molti lavoratori hanno firmato accordi di mobilità oltre il termine del 4 dicembre previsto dalla nuova normativa. Altri si sono licenziati (esodati) o sono stati costretti a farlo in previsione di un loro pensionamento a breve. Nelle piccole aziende, dove non esiste il sindacato, il lavoratore non ha neanche la protezione degli accordi di mobilità e si é messo d'accordo con l'imprenditore su un piccolo incentivo di accompagnamento all'uscita dal lavoro pensando di aver raggiunto il sudato traguardo della pensione. In molti casi questo traguardo si sposta anche di 5 o 6 anni. Come si vive senza stipendio, indennità di mobilità o pensione per tutto questo tempo? A queste situazioni va posto immediatamente rimedio. I risultati ottenuti alla Camera, grazie alla nostra iniziativa non sono sufficienti e nuove correzioni al decreto "Milleproroghe" vanno richiesti al Senato.

11. DIMISSIONI IN BIANCO
E' necessario ripristinare una normativa che tuteli soprattutto le giovani lavoratrici dalle dimissioni in bianco. La regola era stata tradotta in legge dal governo di centrosinistra e cancellata dall'ultimo governo Berlusconi. Occorre ricordare che essa traeva la sua legittimità da un atto parlamentare condiviso da tutti i partiti, ad eccezione della Lega, accompagnato da un ordine del giorno sottoscritto dalle parlamentari di tutti gli schieramenti. Si tratta di una norma di civiltà del lavoro, tesa a sottrarre in particolare le lavoratrici dalla barbarie di una pratica che le costringe a subire il licenziamento precedentemente sottoscritto in "bianco" in caso di maternità.

12. DEMOCRAZIA ECONOMICA
E' giunto il momento di introdurre in Italia, anche attraverso un'azione legislativa un modello di democrazia economica che consenta ai lavoratori di condividere le scelte strategiche delle imprese.
Noi riteniamo che un punto di riferimento sia rappresentato dal modello tedesco.
Abbiamo voluto riepilogare brevemente il nostro punto di vista sui temi del mercato del lavoro, augurandoci in questo modo di contribuire ad un dibattito costruttivo e allo sviluppo di un confronto positivo con il governo e con le parti sociali.

Roma 13 febbraio 2012
Cesare Damiano, Tiziano Treu, Pier Paolo Baretta, Paolo Nerozzi, Ettore Rosato, Marina Sereni. Sergio D'Antoni, Antonello Giacomelli
 
13 febbario 2012

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