Martedì, 08 ottobre 2024 - ore 01.41

VEGA MORTI SUL LAVORO, LA TRAGEDIA CONTINUA.

DALL’INIZIO DELL’ANNO ALLA FINE DI LUGLIO SONO 577 LE VITTIME: 18 DECESSI IN PIÙ DEL 2023 (+3,2%). UNA VITTIMA SU CINQUE È STRANIERA.

| Scritto da Redazione
VEGA MORTI SUL LAVORO, LA TRAGEDIA CONTINUA.

MORTI SUL LAVORO, LA TRAGEDIA CONTINUA. DALL’INIZIO DELL’ANNO ALLA FINE DI LUGLIO SONO 577 LE VITTIME: 18 DECESSI IN PIÙ DEL 2023 (+3,2%). UNA VITTIMA SU CINQUE È STRANIERA.

IN ZONA ROSSA VALLE D’AOSTA, TRENTINO-ALTO ADIGE, MOLISE, UMBRIA, SICILIA ED EMILIA-ROMAGNA.

MARCHE, VENETO, LIGURIA E FRIULI-VENEZIA GIULIA LE REGIONI PIÙ SICURE, CON LE INCIDENZE DI MORTALITÀ PIÙ BASSE DI TUTTA LA PENISOLA.

SONO 440 LE VITTIME IN OCCASIONE DI LAVORO E 137 QUELLE IN ITINERE.

IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI RIMANE QUELLO CON PIÙ VITTIME: SONO 79.

CONTINUA A CRESCERE IL NUMERO DELLE DENUNCE DI INFORTUNIO COMPLESSIVE (MORTALI E NON): +1,7% RISPETTO A LUGLIO 2023.

 
 
 
 
 

IL COMMENTO AI DATI AGGIORNATI AL MESE DI LUGLIO 2024

“Sono passati sette mesi dall’inizio dell’anno. E, purtroppo, la tragedia delle morti sul lavoro continua con numeri in crescita rispetto all’anno scorso. Infatti, sono 577 le vittime: 18 decessi in più del 2023 (+3,2%). Una vittima su cinque è straniera. Una rilevazione che mette tristemente in luce quella che viene erroneamente chiamata “emergenza”, quando invece parliamo di uomini e donne che perdono ogni giorno la vita sul posto di lavoro a causa, il più delle volte, di gravi lacune che si manifestano quotidianamente sul fronte della prevenzione e della sicurezza”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, riassume così l’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti sull’incremento dei decessi sul lavoro: “Essendo consapevoli che i numeri assoluti possono portare a conclusioni non corrette, cerchiamo di mettere ancor più a fuoco il fenomeno per mezzo dell’incidenza infortunistica, un indicatore che consente di identificare e mappare le regioni dove è maggiore il rischio di infortunio per i lavoratori”.

IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE, A FINE LUGLIO 2024. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA

A finire in zona rossa a fine luglio 2024 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 18,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Molise, Umbria, Sicilia ed Emilia-Romagna. In zona arancione: Campania, Calabria, Abruzzo, Lazio, Puglia e Sardegna. In zona gialla: Lombardia, Toscana, Basilicata e Piemonte. In zona bianca: Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Veneto e Marche.

(In allegato e sul sito www.vegaengineering.com/osservatorio sono disponibili i grafici e i dati).

IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER FASCE DI ETÀ: ANCORA A MAGGIOR RISCHIO I PIÙ ANZIANI

Anche nei primi sette mesi dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati). 

Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 75,2), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 28,9).

I LAVORATORI STRANIERI SOGGETTI AD UN RISCHIO DI INFORTUNIO MORTALE QUASI TRIPLO RISPETTO AGLI ITALIANI

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi sette mesi dell’anno sono 102 su un totale di 440, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 43 morti ogni milione di occupati, contro i 15,9 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO E DEGLI INFORTUNI IN ITALIA A FINE LUGLIO 2024

Sono 577 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 440 in occasione di lavoro (10 in più rispetto a luglio 2023) e 137 in itinere (8 in più rispetto a luglio 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (74). Seguono: Emilia-Romagna (49), Lazio (48), Sicilia (39), Campania (38), Piemonte (27), Puglia e Toscana (26), Veneto (23), Trentino-Alto Adige (16), Calabria (12), Abruzzo e Sardegna (11), Umbria (10), Liguria (8), Friuli-Venezia Giulia (7), Marche (6), Basilicata, Molise e Valle d’Aosta (3).

(Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia). 

IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IL PIÙ COLPITO DAL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO

Alla fine dei primi sette mesi del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 79. Seguito dalle Attività Manifatturiere (55), da Trasporti e Magazzinaggio (46) e dal Commercio (32).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (148 su un totale di 440).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine luglio 2024 sono 31, mentre 16 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 102, mentre sono 28 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il martedì risulta essere anche a fine luglio il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sette mesi dell’anno (19,8%).

LE DENUNCE DI INFORTUNIO ANCORA IN CRESCITA RISPETTO A LUGLIO 2023

Le denunce di infortunio totali crescono del 1,7% rispetto a luglio 2023. Le denunce erano 344.897 a fine luglio 2023, nel 2024 sono passate a 350.823.

I NUMERI DELLE DENUNCE TOTALI DI INFORTUNIO PER SETTORE: LA MAGLIA NERA VA ALLE ATTIVITÀ MANIFATTURIERE

Anche a fine luglio del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (42.782). Seguono: Costruzioni (21.552), Sanità (20.670), Trasporto e Magazzinaggio (19.461) e Commercio (18.925).

LE DENUNCE TOTALI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ

Le denunce di infortunio delle lavoratrici da gennaio a luglio 2024 sono state 124.171, quelle dei colleghi uomini 226.652.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono state 295.159 a fine luglio 2024: 97.349 sono le donne e 197.810 gli uomini.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 234.633, mentre degli stranieri sono 60.526.

La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 77.346 denunce (il 22,0% del totale).

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI?

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

A COSA SERVE LA ZONIZZAZIONE REALIZZATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA?

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale

Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale

Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale

Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale

 

 

Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering

 

Ufficio Stampa

Centro Direzionale Terraglio Uno - Via Don F. Tosatto 151 – Mestre (VE)

Tel. 041 98 8696

www.vegaengineering.com

 

LA TRAGEDIA NAZIONALE DELLE MORTI SUL LAVORO NEL PRIMO SEMESTRE DAL 2021 AL 2024.

 

ECCO IL PRIMO MONITORAGGIO REALIZZATO IN ITALIA DELL’ULTIMO QUADRIENNIO CHE PONE SOTTO I RIFLETTORI L’INSICUREZZA DEI LAVORATORI ITALIANI E STRANIERI.

 

IL CONFRONTO TRA I PRIMI SEMESTRI DEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI È STATO ELABORATO DALL’OSSERVATORIO VEGA ENGINEERING DI MESTRE.

 

E NELL’ULTIMO QUADRIENNIO (DAL 2021 AL 2024) A FINIRE PER QUATTRO ANNI IN “ZONA ROSSA” È IL TRENTINO-ALTO ADIGE.

 

LA REGIONE PIÙ SICURA IN CUI LAVORARE CONTINUA A ESSERE LA SARDEGNA: NEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI SEMPRE IN “ZONA BIANCA”.

 

LA ZONIZZAZIONE A COLORI È LA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA ELABORATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA SUL LAVORO E AMBIENTE VEGA ENGINEERING DI MESTRE, PER FOTOGRAFARE L’EMERGENZA MORTI SUL LAVORO IN ITALIA.

 
 
 
 
 
 
 
 

IL COMMENTO AI DATI SUGLI INFORTUNI SUL LAVORO

“Per descrivere concretamente l’emergenza morti sul lavoro nel nostro Paese è fondamentale analizzare l’incidenza delle morti sul lavoro rispetto alla popolazione lavorativa. Perché questo dato, più dei numeri assoluti delle vittime, riesce a evidenziare il dramma e a definire le condizioni di sicurezza sul lavoro in tutta la Penisola, ma anche regione per regione e provincia per provincia”.

Ed è proprio con questa premessa che il Presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega, l’ingegnere Mauro Rossato, apre la propria esplorazione al primo studio effettuato in Italia sull’ultimo quadriennio. E lo fa prima di tutto con una proiezione. “A livello nazionale l’incidenza è passata da 14,7 morti per milione di occupati del 2023 a 15,4 del 2024. E questo colpisce – spiega Mauro Rossato – soprattutto dopo che dal 2021 al 2022 tale indice marcava un significativo decremento (da 19,7 a 14,8), complice anche la risoluzione dell’emergenza Covid, che aveva portato ad un aumento delle morti sul lavoro. Ciò che resta, dunque, dopo la pandemia è il puro dato sull’insicurezza nel nostro Paese”.

LA MAPPATURA DEL RISCHIO DI INFORTUNIO MORTALE: DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA

Sul podio dell’insicurezza troviamo il Trentino-Alto Adige, finito in zona rossa per quattro anni su quattro. Ed è seguito dall’Umbria, per tre anni su quattro in zona rossa. Mentre l’unica regione rimasta sempre in zona bianca per l’intero quadriennio, con incidenze di mortalità molto basse, è la Sardegna.

“Il risultato più evidente dell’analisi, come accade sempre nelle nostre rilevazioni, è quello che mette in luce il rischio di morte maggiormente elevato nelle regioni con una popolazione lavorativa meno numerosa – spiega Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre – ed è questo, forse, un dato troppe volte sottovalutato. Infatti, si tende spesso a definire l’emergenza attraverso i numeri assoluti, dimenticando come l’incidenza della mortalità sia il valore più realistico attraverso il quale realizzare la geografia degli infortuni mortali ed arrivare a scelte risolutive più incisive sia a livello imprenditoriale che istituzionale”.

Intanto, alla fine dei primi sei mesi del 2024 le regioni in zona rossa, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 15,4 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Campania, Emilia-Romagna e Umbria. In zona arancione: Abruzzo, Puglia, Calabria, Lazio e Basilicata. In zona gialla: Lombardia, Toscana, Piemonte e Liguria. In zona bianca: Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Molise, Marche e Veneto.

LE INCIDENZE DI MORTALITÀ NEI PRIMI SEMESTRI DAL 2021 AL 2024

Nel primo semestre del 2021 l’incidenza media era di 19,7 morti per milione di occupati, nel 2022 di 14,8, nel 2023 di 14,7 e quest’anno risale a 15,4. Va ricordato che nel 2021 è stato particolarmente influente su questi dati il Covid, che ha portato a un aumento degli infortuni mortali registrati dall’Inail nei luoghi di lavoro. Pertanto la diminuzione degli infortuni mortali tra il 2021 e il 2022 rispetto al precedente biennio (2021-2020) è essenzialmente dovuta alla scomparsa del fenomeno Covid.

INCIDENZE DI MORTALITÀ PER GENERE

Osservando le incidenze di morte per genere, si scopre che le donne rischiano meno dei colleghi maschi. Per gli uomini, infatti, l’incidenza è passata da 31 del 2021 a 24,7 del 2024. Per le donne da 4,2 a 2,8. Diversa invece è la situazione per le denunce totali di infortunio in itinere, perché sono le donne a far rilevare il dato più elevato in tutto il quadriennio.

INCIDENZE PER NAZIONALITÀ ED ETÀ. EMERGENZA PIÙ SENTITA TRA GLI STRANIERI

Guardando invece alla nazionalità, l’incidenza dei lavoratori stranieri in occasione di lavoro è cresciuta da 25,7 nel 2021 a 34,1 nel 2024, mentre per gli italiani è scesa da 19,0 a 13,3.

Sulle fasce d’età desta sempre grande preoccupazione la situazione dei giovanissimi in occasione di lavoro: dai 15 ai 24 anni l’incidenza è aumentata, passando da 11,9 denunce di infortunio per milione di occupati nel 2021 a 13,6 nel 2024; dati pressoché doppi rispetto ai più maturi colleghi nella fascia 25-34 anni che vanno da un’incidenza di 6,4 del 2021 a 5,5 nel 2024. Significativo e allarmante, poi, il dato degli ultrasessantacinquenni (da 61,0 del 2021 a 65,8 del 2024).

INFORTUNI MORTALI IN OCCASIONE DI LAVORO PER SETTORE. NELLE COSTRUZIONI IL MAGGIOR NUMERO DI VITTIME

Per quanto concerne i settori più colpiti, nei quattro anni considerati sono stati Costruzioni, Attività Manifatturiere, Trasporti e Magazzinaggio e Commercio ad aver fatto rilevare il maggior numero di decessi; con un dato più che preoccupante per il settore delle Costruzioni nell’ultimo semestre. Complice probabilmente anche la graduale ripresa del settore dopo la pandemia e a seguito dei bonus concessi al settore dell’edilizia.

I NUMERI DEGLI INFORTUNI MORTALI NEI PRIMI SEMESTRI DAL 2021 AL 2024. DOPO L’EMERGENZA SANITARIA PER COVID, NUOVAMENTE IN CRESCITA NEGLI ULTIMI DUE ANNI GLI INFORTUNI IN OCCASIONE DI LAVORO

Le vittime in occasione di lavoro sono passate dalle 444 del primo semestre 2021 a 342 dello stesso periodo del 2022 e a 346 nel primo semestre del 2023, per poi subire una crescita nel 2024 in cui se ne registrano 364 nei primi sei mesi dell’anno.

 E anche gli infortuni mortali in itinere registrati nei primi semestri sono aumentati nel quadriennio, passando dai 94 del 2021 ai 105 del 2024.

NUMERI E LE INCIDENZE NELLE DENUNCE DI INFORTUNIO TOTALI NEI PRIMI SEMESTRI DAL 2021 AL 2024

Dal 2021 al 2024 le denunce di infortunio registrate nei primi semestri sono passate dai 266.804 del 2021 ai 299.303 del 2024 (+12,2%).

Gli uomini, nel 2021 e nel biennio 2023-2024, sono i lavoratori che registrano un’incidenza maggiore in relazione al numero di denunce di infortunio. Viceversa, in itinere, sono le donne a far registrare in tutti e quattro gli anni considerati (2024 – 2023 –2022 – 2021) l’incidenza maggiore per le denunce di infortunio.

I settori più colpiti nel corso del quadriennio sono Attività Manifatturiere, Costruzioni, Sanità, Trasporti e Magazzinaggio. Con le Attività Manifatturiere in testa alla classifica ogni anno ad esclusione del 2022 quando era il settore della Sanità e Assistenza Sociale a contare più denunce.

PIÙ CHE DOPPIA L’INCIDENZA INFORTUNISTICA DEGLI STRANIERI RISPETTO AGLI ITALIANI

Guardando alla nazionalità, i lavoratori stranieri fanno rilevare in occasione di lavoro un rischio doppio d’infortunio rispetto ai colleghi italiani in tutto il quadriennio. Sono passati infatti da un’incidenza di 18.427,7 del 2021 a 21.083,6 del 2024, mentre gli italiani da 9.516,0 a 9.568,2.

INFORTUNI PER FASCE DI ETÀ: I PIÙ COLPITI SONO I GIOVANISSIMI

La fascia d’età più colpita da infortuni è quella dei giovanissimi dai 15 ai 24 anni: l’incidenza inoltre è passata da 24.321,8 denunce di infortunio per milione di occupati nel 2021 a 32.705,2 nel 2024.

IL LUNEDÌ E IL MARTEDÌ I GIORNI PIÙ NERI PER I LAVORATORI ITALIANI

Il lunedì è il giorno della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro in Italia nel 2021 (20,7% del totale) e nel 2023 (19,9%). Mentre nel 2022 (con il 19,3% del totale degli infortuni) e nel 2024 (21,2%) è il martedì il giorno più pericoloso in cui lavorare.

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