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Primo Maggio, festa del lavoro | Alessandro Lucia

L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, così inizia la nostra Costituzione, principio primo della legislazione nazionale.

| Scritto da Redazione
Primo Maggio, festa del lavoro | Alessandro Lucia Primo Maggio, festa del lavoro | Alessandro Lucia Primo Maggio, festa del lavoro | Alessandro Lucia Primo Maggio, festa del lavoro | Alessandro Lucia

“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, così inizia la nostra Costituzione, principio primo della legislazione nazionale. Pone le basi di uno stato in cui tutti i cittadini, indipendentemente dalle differenze economiche, culturali, sociali, hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri nei confronti della Repubblica e degli altri cittadini. Rinnovare ogni giorno il rispetto della Costituzione e del suo fondamento principale, il lavoro appunto, è dovere civico che ognuno di noi è tenuto a rispettare. Un dovere che però lo Stato deve corrispondere, garantendo il diritto, cioè la possibilità, per qualsiasi cittadino di svolgere una funzione che “concorra al progresso materiale o spirituale della società”, così l’articolo 4.

E’ per questo motivo che il 1° maggio è celebrata la festa del Lavoro, strumento principale e basilare dello sviluppo della persona umana, che la Repubblica deve permettere rimuovendo “gli ostacoli di ordine economico e sociale” che limitano “di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini” (articolo 3).

La dignità dell’uomo deve essere posta inequivocabilmente davanti ad ogni logica di profitto,  e ciò può essere fatto solo garantendo il diritto a un lavoro, in modo da permettere la sicurezza economica e il progresso di ogni persona e ogni famiglia; garantendo un sistema di previdenza sociale per chi è impossibilitato all’occupazione; garantendo inoltre un’educazione pubblica, libera, ottimale, democratica.

Nonostante spesso venga dimenticato o consapevolmente ignorato, questi sono i pilastri fondanti da cui partire, non (più) privilegi da conquistare. Purtroppo però, è amarissimo constatare che non è affatto anacronistico parlare ancora di sfruttati, in un mondo che per seguire l’ingannevole luce del mercato spesso scorda che è la vita umana, la sua personalità, la sua sicurezza ciò che si deve difendere e migliorare.

Ai laureati con poca speranza, ai lavoratori in nero, ai precari, ai pensionati che devono mantenere figli e nipoti, a chi in pensione forse non ci arriverà, alle donne che vedono preclusa la maternità se vogliono mantenere il posto, a quelli a cui mancano anni per la pensione, senza stipendio né ammortizzatori sociali (chiamati con un orribile nome, “esodati”), buon Primo Maggio. Di lotta e di speranza.

Alessandro Lucia

1 maggio 2012

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