UISP In un libro il racconto della 'vita in fuorigioco' di Katia Serra
E’ disponibile in tutte le librerie il lavoro della ex calciatrice che ricostruisce una carriera di successi e di impegno
Calciatrice di alto livello, sindacalista, quindi prima cronista donna a livello internazionale a commentare per la Rai la finale di uno dei tornei più prestigiosi dello sport a più alta componente maschilista in assoluto: la finale di Euro2020. Proprio partendo dal racconto di quella notte indimenticabile, per i tifosi italiani ma soprattutto per lei, Katia Serra ricostruisce trent'anni di carriera, di passione per lo sport e di battaglie per la parità di genere nel libro “Una vita in fuorigioco”, edito da Fabbri editore. (A questo link è possibile leggere un estratto del libro)
Una nuova avventura per Katia, nata sull’onda del successo della notte di Wembley che ha ispirato la casa editrice: “Mi hanno cercato loro e ne sono stata molto lusingata - racconta Katia Serra - mi sono presa del tempo per valutare che tipo di libro scrivere, una biografia pura e semplice non mi sembrava interessante, anche perché la mia vita professionale è stata caratterizzata dall’inseguimento di obiettivi, nuovi progetti, il tentativo di abbattere ostacoli per costruire cambiamenti. Alla fine ho deciso di partire dalla finale degli Europei per dare vita ad una sorta di telecronaca, in cui la descrizione della partita si alternasse al racconto della mia carriera, da calciatrice a sindacalista e poi opinionista televisiva. Spero che questa alternanza di situazioni e contesti temporali reda la lettura più avvincente e interessante”.
Nel libro vengono approfonditi molti temi, dal rapporto tra donna, sport e lavoro, ad aspetti tecnici come la metodologia di allenamento che è molto cambiata negli anni. “Dal mio esordio ad oggi il calcio è cambiato tanto, in parte anche grazie al mio impegno personale. Soprattutto in tema di diritti e tutele, ma esistono tuttora grandi difficoltà per le donne nel mondo del lavoro, sia legate alle poche opportunità che alle attenzioni maschili non richieste e non volute. Per noi donne è inevitabile trovarsi in situazioni di difficoltà, in cui non veniamo giudicate per la professionalità ma in base ad altri criteri. Il libro contiene un approfondimento sulle violenze psicologiche di cui ho avuto esperienza personale, che nel mondo dello sport ci sono da anni e per fortuna ultimamente se ne parla molto di più e si riesce ad ottenere maggiore visibilità. La denuncia di questi episodi è importante perchè può servire a disincentivarli, e non bisogna dimenticare che le forme di violenza sono tante: non esiste solo quella fisica, quella psicologica può essere più subdola e dolorosa”.
Katia Serra è intervenuta nell'edizione di venerdì 10 febbraio del Giornale Radio Sociale ASCOLTA L'AUDIO
Le donne nello sport affrontano una importante battaglia per la parità dei diritti, che ha visto spesso Katia Serra in prima fila, in particolare durante il suo incarico da responsabile del calcio femminile nell’Aic-Associazione italiana calciatori, ed anche al fianco della Uisp, come in occasione della presentazione della Carta dei diritti delle donne nello sport a fumetti o in occasione del lancio del manifesto "Donne, media, sport": “Con l’avvento del professionismo in Serie A è stato fatto un passaggio epocale e nel libro c’è tutta la genesi di questo momento: ho lavorato undici anni fianco a fianco con Damiano Tommasi per costruire il percorso che ci ha portato a raggiungere questo obiettivo. Mi auguro che questa opportunità si possa allargare ad altri sport, dato che per ora il calcio è l’unico. E’ un punto di partenza per permettere a bambine e giovani di pensare che in futuro potranno vivere lo sport come un lavoro, ma per avere una reale e costante crescita dello sport femminile bisogna lavorare ancora tanto: è necessario aumentare le opportunità della pratica e il numero di dirigenti donne. Per fare questo serve porre le basi affinchè tutte abbiano la possibilità, partendo dalla formazione, perchè alle quote rosa io preferisco le quote di merito. Dobbiamo pretendere spazi in quanto professioniste e capaci e metterci in gioco, per provare a costruire una presenza femminile sempre più grande e qualificata”.
Damiano Tommasi, ex presidente dell’Aic, Arrigo Sacchi e il giornalista Lele Adani sono tre compagni di percorso di Serra che la accompagnano anche in questo viaggio nel tempo e nel mondo dello sport italiano: “Ho chiesto a tre colleghi ed amici che mi hanno conosciuto, e con cui è nata una vera stima reciproca, di parlare di me: quello che hanno scritto dà vita ad una fotografia veritiera della Katia che hanno incontrato”. Di Tommasi, in particolare, Katia Serra dice: “In 11 anni di sindacato abbiamo aperto tante porte, è stato sempre sensibile e attento alle tematiche delle calciatrici perchè toccava con mano l'arretratezza che vivevamo e a cui bisognava porre rimedio”.
Potremmo consigliare la lettura del tuo libro ad una giovane che sogna di fare la calciatrice da grande?
“Il libro è scritto in modo da essere di stimolo non solo per le future calciatrici - risponde Katia Serra - è pieno di cadute, sacrifici, ostacoli, risalite, imprevisti. L’intraprendenza necessaria per abbattere barriere e per aprirsi al futuro e alle novità sono utili a chiunque, e spero siano di ispirazione per i giovani e le giovani nell’affrontare e vivere le proprie passioni. Perchè è proprio questo il filo conduttore della mia storia: quando ho iniziato io, negli anni ‘80, il calcio era una passione insolita, averla trasformata in un'opportunità professionale per una donna è il segno distintivo della mia esperienza. Amavo il calcio fin da bambina e, anche se non era pensabile che diventasse il mio lavoro, io ho continuato ad impegnarmi per il mio sogno e sono riuscita a realizzarlo”. (Elena Fiorani)
Fonte UISP nazionale