Sabato, 20 aprile 2024 - ore 09.38

Unione comuni Piadena-Drizzona Una occasione storica di Ivana Cavazzini e Nicola Ricci

Sarebbe davvero un peccato perdere questa occasione e ignorando le vere ragioni della fusione si riducesse il processo a una sola questione di nome.

| Scritto da Redazione
Unione comuni Piadena-Drizzona Una occasione storica di Ivana Cavazzini e Nicola Ricci

Unione comuni Piadena-Drizzona Una occasione storica di Ivana Cavazzini e Nicola Ricci

Sig. Direttore I processi associativi che riguardano i Comuni sono regolati dalla legge e sono sostanzialmente tre :

-convenzione (un accordo tra enti);

-Unione (nuovo ente di gestione dei servizi);

-fusione (solo volontaria)

Piadena e Drizzona sono in aggregazione da più di 20 a (ben prima che la legge nel 2010 ne stabilisse l’obbligatorietà) sia attraverso Convenzioni che, dal 1998, con l’istituzione dell’Unione lombarda dei Comuni di Piadena e Drizzona che gestisce tutti i servizi alle comunità.

La fusione (da + comuni a 1, con scioglimento dell’Unione) proposta da Piadena ai Comuni limitrofi ha trovato un’unica risposta positiva: il Comune di Drizzona che, nell’accettare il percorso di fusione anche come naturale evoluzione dell’Unione di Piadena e Drizzona, ha posto come unica condizione quella di non far sparire il proprio nome.

E’ lampante la differenza di abitanti tra i 2 Comuni (3438 Piadena/579 Drizzona) ma la legge sulle fusioni è chiara: devono essere favorevoli i cittadini di ciascun Comune; perché 1 vale 1 indipendentemente dal numero degli abitanti; se come scritto è antidemocratico modificare il nome di Piadena (la nostra proposta è che il nuovo Comune si chiami “Piadena Drizzona”) allora lo è anche far sparire il nome di Drizzona, come se sentimenti, storia, appartenenza e attaccamento ad un nome valessero solo per gli uni, perché di più, e non per gli altri, perché di meno.

La legge DelRio nel 2014 modifica le regole sulle fusioni prevedendo incentivi e premialità fino ad allora inesistenti. Incentivi costantemente in aumento anche con l’ultima legge di stabilità.

Fondersi oggi per i nostri Comuni significherebbe quindi:

-abbattere la montagna di burocrazia che ci soffoca e ridurre la spesa di gestione perché si passerebbe da 3 enti (i 2 comuni e l’Unione) a 1

-ricominciare a fare investimenti con i contributi straordinari.                                                                             -semplificare i livelli di governo (da 3 consigli e 3 giunte a un consiglio e una giunta) accrescendo la forza istituzionale del nuovo Ente.

Da segnalare che cittadini e aziende non avranno alcun onere da sostenere, né procedura da attivare o documento da cambiare.

I vantaggi sono evidenti ma il processo di fusione è volontario e riteniamo sia molto importante per le nostre 2 comunità che hanno bisogno l’una dell’altra; sarebbe davvero un peccato perdere questa occasione e ignorando le vere ragioni della fusione si riducesse il processo a una sola questione di nome.Mettersi insieme significa riconoscersi e accettarsi reciprocamente: nei fatti avviene già da più di 20 a procurando vantaggi a entrambe le comunità. Con la fusione proposta si suggella per sempre l’esistente, cioè la realtà comunale unitaria di Piadena e Drizzona; ciascuno portando in dote ciò che ha: chi i servizi, chi il patrimonio, in un processo che non vuole togliere nomi o modificare identità, ma che mettendoli insieme ne esalti la loro storia, e per le eccezionali risorse che mette in campo arricchirà tutti, non solo la toponomastica.

Ivana Cavazzini (Sindaco di Piadena)  e Nicola Ricci (Sindaco di Drizzona)

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