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(Video) Cuba 26 luglio 1953 - 45° anniversario dell’ Assalto alla Caserma Moncada da parte di Fidel Castro

L'assalto alla caserma Moncada è un episodio della rivoluzione cubana, avvenuto il 26 luglio 1953, messo in atto da un gruppo di ribelli guidati da Fidel Castro.

| Scritto da Redazione
(Video) Cuba 26 luglio 1953 - 45° anniversario dell’ Assalto alla Caserma Moncada da parte di Fidel Castro (Video) Cuba 26 luglio 1953 - 45° anniversario dell’ Assalto alla Caserma Moncada da parte di Fidel Castro


L'assalto fallì, ma fu celebrato in seguito come l'evento che segnò l'inizio della rivoluzione cubana e la data dell'episodio fu adottata da Castro come nome del movimento che prese il potere nel 1959, il Movimento del 26 luglio (Movimiento 26 Julio o M 26-7).

La caserma spagnola "Reina Mercedes", costruita nel XIX secolo, cambiò nome nel 1909 in ricordo del generale dell'Esercito di liberazione cubano, Guillermo Moncada[1] detto il "gigante nero", che vi fu imprigionato. Distrutta dalle fiamme l'11 dicembre 1937, la nuova struttura venne inaugurata il 4 settembre 1938. La sua superficie si estende per circa 60.000 metri quadrati nella parte più alta di Santiago di Cuba. La guarnigione di stanza era formata da 374 uomini del Reggimento n. 1 "Antonio Maceo" e da 26 uomini dello Squadrone 18 G. R., cioè da 288 soldati, 87 graduati, 24 ufficiali subalterni e 3 ufficiali superiori[2]. L'armamento era costituito da quattro mitragliatrici Browning (due calibro .50 e due .30), 865 fucili Springfield .30, dieci fucili-mitragliatori Thompson calibro .45, 471 pistole Colt calibro .45, 500 baionette da fucile N-S calibro 30, una pistola S. A. Colt calibro 45 e due pistole S. A. star calibro 45, oltre a un abbondante rifornimento di munizioni. La fortezza disponeva di cinque postazioni, quattro esterne e una interna, con due o tre sentinelle ciascuna.

L'assalto: La notte precedente l'attacco, il 25 luglio, c'era una festa a Santiago di Cuba ed i rivoluzionari credettero di poter prendere di sorpresa i soldati della caserma.

I ribelli formarono una colonna di automobili per simulare una delegazione guidata da un alto ufficiale in arrivo dalla parte occidentale di Cuba e, per meglio mimetizzarsi, indossarono alcune uniformi dell'esercito, rubate prima dell'azione. Il piano prevedeva, dopo aver conquistata la fortezza, di utilizzare la locale trasmittente radio per diffondere trasmissioni di propaganda che spingessero la popolazione a sollevarsi per rovesciare il regime di Fulgencio Batista.

L'attacco, che iniziò alle 5 di mattina del 26 luglio, fu condotto in modo maldestro e inefficace. Fidel Castro e suo fratello Raúl guidarono 160 ribelli male equipaggiati (armati per lo più con fucili da caccia), e forse anche troppo vecchi per essere arruolati. La colonna di auto si divise ancor prima di arrivare alla caserma e furono persi i contatti con l'auto che trasportava le armi pesanti. Molti dei ribelli che avrebbero dovuto prender parte all'assalto, inoltre, furono lasciati a casa per mancanza di armi. Il risultato fu una netta inferiorità numerica dei ribelli rispetto ai soldati: un rapporto di 1 a 10 (altre fonti indicano un rapporto di forze diverso)

Quando si passò all'azione finale, l'assalto alla caserma Moncada si risolse in un disastro totale. Sessantuno ribelli rimasero uccisi negli scontri ed un terzo di loro furono catturati. Metà dei catturati furono torturati a morte. Solo pochi ribelli, tra cui Fidel Castro, riuscirono a fuggire sulla Sierra Maestra, per essere poi catturati dopo circa una settimana.

La caserma conserva ancora sui muri i fori delle pallottole sparate durante l'attacco.

1° foto: Fidel Castro agli arresti

2° foto: La Caserma Moncada Oggi 

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