Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 15.56

Moschea Crema. Serve il referendum fra i cremaschi| Bruno Mattei

Ci hanno risposto che non si possono fare referendum su questioni religiose

| Scritto da Redazione
Moschea Crema. Serve il referendum fra i cremaschi| Bruno Mattei

Ma se anche un moderato come il Verde Gianemilio Ardigò, leggo la lettera inviata al vostro giornale, prende posizione sulla necessita o meno di avere una moschea a Crema, e lo fa due giorni dopo la a suo modo clamorosa presa di posizione del direttore de La Provincia Vittoriano Zanolli, che in un fondo esprime uguale perplessità sulla vicenda, entrambe non la giudicano una priorità per la città,  vuol dire che qualcosa che non quadra a Crema c’è.  Provocatoriamente sul sito per cui scrivo, l’indipendente Sussussandom.it, abbiamo lanciato l’idea del referendum tra i cremaschi, l’hanno fatto in Svizzera perché non farlo a Crema? Ci hanno risposto che non si possono fare referendum su questioni religiose, e anche che sarebbe come chiedere ai cremaschi se vogliono o meno pagare le tasse. Tutto inappuntabile. Ma il fatto che la forza più radicale della giunta cremasca cerchi il dialogo con il Comitato cremasco No Moschea, che di fatto comitato non è ma è solo una pagina Facebook, si ma che conta oltre 2 mila iscritti, la dice lunga sull’agitazione che corre nelle fila della politica cremasca. La querelle moschea, lo ricordiamo, è nata con la giunta Bonaldi. L’istanza della comunità islamica arrivò sul tavolo della prima riunione della commissione urbanistica, presieduta da Lidia Severgnini, facendo sorgere più di un sospetto che la richiesta fosse pronta da tempo. Sono quindi quasi tre anni che se ne parla quasi ogni giorno sui giornali. Un “falso problema” visto che come ricorda Zanolli il diritto di culto è sancito dalla Costituzione italiana e quindi la battaglia per la moschea se la potrebbe fare la Comunità Islamica stessa. Invece no. Sembra essere diventata la sola priorità del Pd cittadino, tutto questo con una città al palo per colpa della crisi, dove la disoccupazione cresce, la criminalità fa paura, il senso di sicurezza svanisce. Ma tutto questo sembra essere passato in secondo piano per una battaglia che non si capisce più nemmeno se sia di principio o pratica. Il referendum non si può fare, il consiglio comunale aperto neppure. Eppure sono due strumenti previsti dallo statuto comunale che potrebbero mettere a tacere le tante voci contrarie, ricordiamo anche le 800 firme per il No raccolte dalla Lega Nord qualche mese fa. Se davvero i cittadini cremaschi sono pronti, come sostiene la corrente del si, lo potrebbero dire in questi contesti e mettere a tacere per sempre questa gazzarra mediatica che ogni giorno si fa più radicale. Invece no. Questa giunta prosegue come un “rullo compressore”, per usare ancora le parole di Zanolli, per la sua strada senza ascoltare la pancia della città. E’ incredibile, come detto sopra, che alla fine gli unici che abbiano intuito che bisogna dare ascolto a questi cittadini siano i rifondaroli. Quelli accusati di essere estremisti alla fine sono i più furbi e moderati. Quelli che sanno che con la discussione tutto potrebbe prendere altre pieghe. Ma siamo pur sempre nella Città Giocattolo, come amiamo chiamarla noi. Laddove si sta scegliendo di non ascoltare un partito sempre più ampio di cittadini cremaschi, un partito che è bene ricordarlo nel 2017 andrà alle urne.

Bruno Mattei (Crema)

 

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