Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 11.15

A Como-Lecco dilagano i selvatici: ''È pericolo con strade vuote e stop alle doppiette''

COMO-LECCO – ''Gli appelli agli automobilisti ad andare piano sono legittimi, ma non servono a risolvere il problema dei selvatici. Occorre dar corso agli abbattimenti, superando le limitazioni alla caccia del dpcm ed evitare che la situazione diventi ancor più drammatica: non lo chiede solo l’agricoltura, ma ampi settori della società civile, preoccupati da quella che può diventare ''un’emergenza nell’emergenza''. Con il nuovo lockdown, infatti, il problema è andato a crescere a dismisura''

| Scritto da Redazione
A Como-Lecco dilagano i selvatici: ''È pericolo con strade vuote e stop alle doppiette''

Così il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi a proposito delle nuove, allarmanti notizie sul fronte dell’invasione di cinghiali e selvatici: incidenti stradali a raffica e campi invasi da un capo all’altro delle due province lariane. Circa le limitazioni del dpcm, aggiunge Trezzi, è positiva “l’azione intrapresa proprio in queste ore dalla Regione, sia a livello territoriale che con il Mipaaf, affinchè il Governo fornisca i chiarimenti del caso e consenta il normale svolgimento della selezione pur in presenza del DPCM 3/11/2020. Seguiremo ovviamente ogni sviluppo con la massima attenzione”.

L’emergenza Covid dell’ultimo periodo, come già la scorsa primavera, ha allentato ogni freno al dilagare del problema: le strade deserte incoraggiano, di fatto, gli animali a invadere le carreggiate, e così pure si moltiplicano le incursioni senza freni nelle campagne: gli ungulati scorrazzando liberamente nei terreni coltivati con gravi danni a semine, foraggi, frutta, ortaggi, vigneti e minacciando gli animali della fattoria.

Non solo: sono ripetute, anche negli ultimi giorni, le segnalazioni di danni che si rincorrono dalla bassa comasca e lecchese, alla Val d’Intelvi, alla Val Menaggio e all’Alto Lago, dove al problema cinghiali si affianca quello dei cervi, che si muovono a branchi invadendo anche le carreggiate di importanti arterie stradali.

E’ l’allarme di Coldiretti Como Lecco sulla necessità di difendere le forniture alimentari del Paese diventate più preziose in questo momento ma anche la sicurezza e la salute dei cittadini, ancor più in una zona in piena emergenza come l’area lariana. Nelle nostre campagne ormai ci sono molti più animali selvatici che lavoratori agricoli e la situazione è drammatica lungo tutta la Penisola, da Nord a Sud, con lo stop alle misure di contenimento su gran parte del territorio, milioni di cittadini costretti nelle case e le forze dell’ordine giustamente impegnate anche nei controlli stradali legati all’emergenza Covid.

“C’è poco da aggiungere: i selvatici – sottolinea il presidente della Coldiretti lariana Fortunato Trezzi - hanno cinto d’assedio del territorio, quasi ripetendo il copione primaverile, e si sono spinti anche nei centri abitati con segnalazioni nei paesi e nelle grandi città, oltre che nelle aree coltivate. Non è solo l’agricoltura ad essere in pericoloma anche la sicurezza di quei cittadini che, soprattutto nelle ore di buio, si trovano loro malgrado a dover comunque percorrere le arterie delle due province, magari in situazioni di emergenza. Rischi che si potevano e si devono tuttora evitare… e non solo per un normale automobilista, bensì anche per i mezzi di soccorso che in questi giorni si trovano comunque in strada”.

La proliferazione senza freni di cervi e cinghiali – aggiunge il presidente della Coldiretti interprovinciale – sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di ecosistemi territoriali anche in aree di pregio naturalistico: “Al termine del confinamento in “zona rossa”, ci ritroveremo con un problema di proporzioni mai viste anche sotto il profilo della sicurezza: gli animali, ormai abituati, continueranno a scorrazzare per le principali strade di collegamento, con evidenti rischi. Insomma, le condizioni attuali hanno purtroppo ridato vigore a un’emergenza mai sopita e oggi testimoniata dalle continue segnalazioni degli agricoltori e degli stessi cittadini. Chiediamo azioni immediate, nell’interesse primario del bene comune”.

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