Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 21.50

A Milano le sneakers che raccontano la sclerosi multipla

Al via campagna sensibilizzazione, storie di 3 malati su scarpe

| Scritto da Redazione
A Milano le sneakers che raccontano la sclerosi multipla

"Ci sono mattine in cui per il semplice fatto di riuscire ad alzarmi dal letto meriterei un applauso" è la scritta di una delle scarpe del progetto 'The SMeakers', prodotte artigianalmente in Italia e calligrafate a mano con le storie di chi ogni giorno convive con la sclerosi multipla.

    La campagna di sensibilizzazione "The SMeakers - le scarpe di chi non si ferma", promossa da Sanofi in collaborazione con AISM - Associazione Italiana Sclerosi Multipla, è stata lanciata in occasione della Milano Fashion Week.

Tre le storie raccolte da The SMeakers: Rachele, vicepresidente nazionale AISM, che ha fatto un viaggio in Francia sola con 2 stampelle e tanti sogni; Federico, medico e ricercatore FISM, che ha trovato nelle relazioni positive con gli altri la forza di reagire anche ai momenti più duri; Cristina, volontaria AISM, che ha attraversato a nuoto lo stretto di Messina e ha superato la paura più grande, quella di diventare mamma.

    Il fil rouge che lega le tre storie è il movimento, che la sclerosi multipla, malattia neurovegetativa del sistema nervoso centrale che in Italia riguarda circa 130.000 persone, in prevalenza donne, può compromettere progressivamente.

    "L'attività fisica, se fatta in modo continuativo, può aiutare la persona con SM a mantenere e migliorare l'equilibrio, la mobilità, la coordinazione ma anche a migliorare le performance cognitive con effetti positivi sul controllo emotivo, l'umore e l'autostima" spiega Roberta Amadeo, già Presidente di AISM e campionessa di Handbike. "Progetti come The SMeakers - conclude - mandano quindi un messaggio importante perché da un lato ribadiscono che lo sport è un fattore importante di miglioramento della qualità di vita del paziente, dall'altro cercano di sensibilizzare con un linguaggio e uno stile innovativo, il più possibile vicino alle persone con empatia e rispetto dei singoli vissuti." (ANSA).

 

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