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AISE A BRUXELLES I BERGAMASCHI NEL MONDO PROMUOVONO LA MOBILITÀ ARTISTICA DI IVAN PICENNI

Si è conclusa sabato scorso, 28 settembre, l'esposizione dell'artista Ivan Picenni al Musée d'Art Spontané di Bruxelles.

| Scritto da Redazione
AISE A BRUXELLES I BERGAMASCHI NEL MONDO PROMUOVONO LA MOBILITÀ ARTISTICA DI IVAN PICENNI

AISE A BRUXELLES I BERGAMASCHI NEL MONDO PROMUOVONO LA MOBILITÀ ARTISTICA DI IVAN PICENNI

Si è conclusa sabato scorso, 28 settembre, l'esposizione dell'artista Ivan Picenni al Musée d'Art Spontané di Bruxelles.

Un'iniziativa promossa dal Circolo di Bruxelles dell'Ente Bergamaschi nel Mondo che rientra nell'ambito del "Gemellaggio artistico Bruxelles-Bergamo" voluto dalla segretaria del Circolo, Silvana Scandella, che ha significato mobilità dell'arte, di un artista, ma anche in generale di persone, delle loro idee e della loro creatività. Questa mobilità ha creato dunque dei flussi di interesse da e per Bergamo in un contesto europeo.

"Si tratta di un'opportunità di forte visibilità che offre agli artisti bergamaschi una vetrina nella capitale europea - sottolinea la segretaria Scandella -. Appena nato, il nostro Circolo ha già presentato numerosi artisti bergamaschi qui a Bruxelles, e altrettanti artisti belgi a Bergamo".

Questo, è potuto avvenire grazie alla sinergia tra numerosi partner, tra i quali l'Associazione Culturale "Con...tatto d'Arte" di Zanica (Bergamo), impegnata in un Progetto di Ricerca di Arte Spontanea sotto la guida di Bruno Brolis e Cinzia Colusso. Gli artisti individuati nel territorio bergamasco sono così proposti al Museo di Arte Spontanea di Schaerbeek (Bruxelles), diretto da Catherine Schmitz, mentre il Circolo bergamasco di Bruxelles si incarica della logistica organizzando l'evento inaugurale e quando possibile una presentazione dell'artista e della sua produzione nella sede della Delegazione di Regione Lombardia presso l'UE.

Classe 1960, Ivan Picenni nasce a Chignolo d'Isola, in Provincia di Bergamo, in un contesto contadino. La famiglia è di origini semplici e per necessità i genitori sono costretti ad emigrare affidando il piccolo Ivan ad un collegio per accudirlo e formarlo. "Dall'età di tre anni agli otto in quel collegio ho vissuto esperienze oserei dire buone, – racconta ora l'artista Picenni, adulto - mancava però l'affetto familiare!". È in quel collegio che il piccolo Ivan inizia i primi disegni come fanno un po' tutti i bambini. "Il primo lo ricordo come fosse ora, - ricorda Picenni - era una bottiglia panciuta che, messa orizzontale con l'aggiunta di orecchie e zampe, prendeva le sembianze di un maiale.".

Le case, la scala, l’aquilone, il letto, la coperta, il maiale. Ecco i simboli dell’infanzia con cui l'artista Picenni realizza le sue opere d’arte, impiegando di volta in volta tecniche diverse, come intonaco, tempera, calce, colla, china, smalto, cemento, gesso, olio, dimostrando di saper spaziare da una tecnica all’altra con grande forza visiva.

La passione per il disegno si fa sempre più forte e così il giovane artista approfondisce la tecnica da autodidatta. Ricorre alle matite, come a qualsiasi altro strumento che gli consenta di tracciare un segno che lo emozioni.

Il colore è elemento secondario nelle sue opere. Ciò che conta è la linea, il tratto, il segno che gli consente di mettere a fuoco i ricordi del suo passato, della sua infanzia. Ricordi tristi e dolorosi che colpiscono proprio per lo stile leggero, sottile e fragile, ma al contempo portatore di una forza emotiva unica.

Per perfezionare la competenza da autodidatta nel 1997 segue un mini corso di pittura a Spirano (Bergamo) tenuto dall'artista Mazzoleni. In seguito, affina capacità e tecnica appoggiandosi per circa cinque anni alla "Bottega dell'arte" di Mozzo (Bergamo), dove è seguito dai due maestri Tonissi e Savinelli. Ma la maturazione artistica si sviluppa tra il 2000 e il 2001 quando incontra la dott.sa Orietta Pinessi che gli indica la "Strada" indirizzandolo verso un percorso artistico non più accademico, ma personale, quasi una confessione della sua infanzia.

In opere come “Il letto del collegio”, la serie dei “Ricordi di infanzia” e di “Numero 35”, il numero attribuitogli in collegio, i simboli ricorrenti appaiono su sfondi neutri su cui si adagiano pennellate di colore bianco smagliante o con tonalità di grigio, azzurro e ocra. In questi campi di colore si vedono le linee stilizzate delle scale alte e fini, disposte in verticale, come pure i tratti del suo triste letto in collegio con la testiera ad arco.

Un altro tema caro a Picenni è il paesaggio della campagna della Bassa Bergamasca, che, in opere come la serie di “Case Rosse” e “Casa con i cachi” è ricolmo di attimi della sua infanzia trascorsa nelle cascine rurali, dove trabocca il suo amore per la natura e per gli animali.

Le frecce, la bicicletta, l’aquilone sono gli altri simboli contraddistinti da una linea essenziale. La bicicletta diventa sinonimo di movimento e di equilibrio, mentre le frecce/barriere rappresentano una mancanza di libertà in netta contrapposizione con la scala che con i suoi fini e delicati gradini permette di andare altrove, di evadere.

Ivan Picenni ha partecipato a numerose mostre collettive e personali conseguendo importanti riconoscimenti. Ha esposto nella bergamasca, nel veronese, a Torino e a Berlino ed ora a Bruxelles grazie appunto alla sinergia tra il Circolo di Bruxelles dell'Ente Bergamaschi nel Mondo guidato dal Presidente Mauro Rota, l'Ente Bergamaschi nel Mondo presieduto da Carlo Personeni, l'Associazione "Con...tatto d'Arte" e il Musée d'Art Spontané di Bruxelles.

L'esposione "Ricordi di infanzia", "Souvenirs d'enfance", inaugurata venerdì 6 settembre, si è prolungata fino a sabato 28 settembre alla presenza dell'artista bergamasco, che ha riscosso apprezzamento da parte di un interessato pubblico. Mobilità di idee e creativo, da e per Bergamo in Europa. (mauro rota*\aise)

*Presidente Ente Bergamaschi nel Mondo e Presidente Circolo di Bruxelles EBM

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