Ciò che risulta urgentemente necessario per alleviare la sofferenza di migliaia di abitanti di Aleppo, cui restano cibo e altri generi di prima necessità per al massimo altre due settimane, è il passaggio non ostacolato di aiuti umanitari.
Tuttavia, l'unica via d'accesso per gli aiuti, Castello Road, dal 7 luglio è sotto il tiro dell'artiglieria siriana e dei cecchini e attualmente sotto il completo controllo delle forze del governo di Damasco e dell'Amministrazione autonoma guidata dal partito curdo siriano Partiya Yekîtiya Demokrat (Pyd). Di recente, due camion che portavano aiuti a 400 famiglie sono stati attaccati e distrutti.
"Da anni il governo siriano blocca l'ingresso degli aiuti nelle aree assediate, le sottopone quotidianamente a bombardamenti e usa la fame come arma di guerra, procurando volutamente indicibili sofferenze ai civili che vivono nelle zone controllate dall'opposizione. Le vie d'uscita sicure per i civili che vogliono lasciare Aleppo non possono rappresentare un sostituto per l'ingresso degli aiuti umanitari" - ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
Secondo le Nazioni Unite, le scorte di cibo ad Aleppo sono destinate a esaurirsi a metà agosto. Tra le 200.000 e le 300.000 persone potrebbero trovarsi in piena crisi umanitaria.
Negli ultimi giorni gli attacchi dell'esercito siriano contro case, ospedali e strutture sanitarie ad Aleppo e nei dintorni si sono intensificati. Nel giro di 10 giorni, sette ospedali e strutture sanitarie sono stati attaccati. In città ne funzionano ancora soltanto tre. Tra il 10 e il 23 luglio, secondo la Rete siriana per i diritti umani, 99 abitanti di Aleppo (tra cui 25 bambini e 16 donne) sono stati uccisi dalle forze governative siriane