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ANAP Decreto anziani: il Governo dia piena attuazione alla legge delega

Costruire in Italia un sistema efficace nel dare supporto a quasi 4 milioni di anziani non autosufficienti e alle loro famiglie

| Scritto da Redazione
ANAP  Decreto anziani: il Governo dia piena attuazione alla legge delega

ANAP  Decreto anziani: il Governo dia piena attuazione alla legge delega

 ROMA, 2 FEBBRAIO 2024. “Il decreto legislativo approvato dal Governo per dare attuazione alla Legge delega anziani numero 33 è un passo importante per costruire in Italia un sistema efficace nel dare supporto a quasi 4 milioni di anziani non autosufficienti e alle loro famiglie e nel promuovere un invecchiamento sano ed attivo. Però dobbiamo constatare che la delega è stata esercitata dal Governo talvolta parzialmente, lasciando pezzi importanti della legge 33 non attuati, e talvolta persino modificando i principi che nella legge erano stabiliti.”

 E’ quanto dichiara il Presidente dell’ANAP/Confartigianato Guido Celaschi, dopo che il decreto in versione definitiva è stato esaminato congiuntamente al “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”.

 L’ANAP prende atto della prudenza con cui il Governo ha predisposto il decreto, dovuta certamente ad una situazione finanziaria del nostro Paese non florida e alle difficoltà nel reperire risorse. Tuttavia, sarebbe stata -ad avviso dell’ANAP- necessaria una formulazione del decreto più adeguata a sviluppare il progetto che è contenuto nella Legge 33, dando solidità agli importanti principi che vi vengono affermati, che sono stati condivisi pienamente dal Patto, mettendo maggiormente a frutto le pur limitate risorse già stanziate e rimandando eventualmente ad un secondo tempo lo stanziamento di ulteriori finanziamenti, che pure sono necessari affinché la legge sia attuata.

 Questi sono alcuni punti di criticità del decreto: 1) La nuova Governance per l’assistenza, in merito alla quale dovrebbe essere rafforzato lo SNAA (Sistema Nazionale per la Popolazione Anziana non Autosufficiente) affinché preveda la programmazione integrata di tutti gli interventi a titolarità pubblica per la non autosufficienza; 2) L’Assistenza domiciliare, per la quale potrebbero essere individuati alcuni criteri vincolanti per l’assistenza verso i non autosufficienti, senza rimandare a successivi provvedimenti; 3) La riqualificazione delle strutture residenziali, mentre il decreto prevede solo prime indicazioni di merito e rimanda l’attuazione a successivi provvedimenti; 4) La nuova prestazione universale per la non autosufficienza, che si limita ad una inadeguata e molto circoscritta sperimentazione.

 Riguardo a quest’ultimo punto, il Governo ha messo così tanti paletti nella sperimentazione della misura – soggetti over 80, disabilità gravissima, ISEE inferiore a 6.000 euro annui – che l’importo aggiuntivo di 850 euro all’indennità di accompagnamento non spetterebbe neanche ai pensionati al minimo. Pesa, inoltre, l’ulteriore paletto che costringe a spendere la somma per pagare una badante regolare, pena la revoca del beneficio. “Ci si domanda – sottolinea Celaschi - se il Governo è a conoscenza del fatto che una badante in regola costa, tra stipendio, tredicesima, ferie, TFR e contributi, più di 2.000 euro al mese!”

 “Auspichiamo – conclude Celaschi - che il Governo possa compiere una revisione del decreto perché sia in linea con le previsioni più innovative della legge-delega, evitando di vanificare gli sforzi che si sono fatti congiuntamente con l’approvazione della Legge 33 per allineare finalmente l’Italia al passo con gli altri Paesi europei. Su questa strada siamo sempre disposti a dare la nostra piena collaborazione”.

 

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