Sabato, 27 aprile 2024 - ore 06.51

Appello a Mohammad Hosni Mubarak

| Scritto da Redazione
Appello a Mohammad Hosni Mubarak

Appello a Mohammad Hosni Mubarak .Il Gruppo EveryOne e il Gruppo Facebook "Per la liberazione dei prigionieri nel Sinai" presentano denuncia alle autorità egiziane contro i trafficanti del nord del Sinai
A:
Mohammad Hosni Mubarak
Presidente della Repubblica Araba d'Egitto
e Suzanne Mubarak, la First Lady
Abadan Palace
Cairo, Egitto

Ahmed Mahmoud Mohamed Nazif
Primo Ministro
della Repubblica Araba d'Egitto 
Magles El Shaab Street, Kasr El Aini Street
Cairo, Egitto

Generale Habib Ibrahim Habib El Adly
Ministro degli Interni
della Repubblica Araba d'Egitto
El-Sheikh Rihan Street, Bab al-Louk
Cairo, Egitto

Maher Abd al-Wahid
Procuratore
Dar al-Qadha al-Ali
Ramses Street
Cairo, Egypt

Murad Mawafi
Governatore del Sinai del Nord
Palazzo del Governatorato del Sinai del nord
Arish, Egitto

Navanethem Pillay
Alto Commissario ONU per i Diritti Umani (OHCHR)
Palais des Nations
Ginevra, Svizzera

Antonio Guterres
Alto Commissario ONU per i Rifugiati (UNHCR)
Casella Postale 2500 CH- 1211
Ginevra 2 Dépôt, Svizzera

Bingu wa Mutharika
Presidente dell'Assemblea dell'Unione Africana
African Union Headquarters
P.O. Box 3243 Roosevelt Street W21K19
Addis Abeba, Etiopia

Ashraf Rashed
Ambasciatore in Italia
della Repubblica Araba d'Egitto
Villa Savoia
Via Salaria 267
Roma

Lamia Aly Hamada Mekhemar
Ambasciatore presso la Santa Sede
della Repubblica Araba d'Egitto
P.za della Città Leonina, 9
Roma


Il Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i Diritti Umani con sede in Italia, e il Gruppo Facebook "Per la liberazione dei prigionieri nel Sinai" presentano denuncia per l'omicidio dei giovani eritrei Goytom e Asmerom. I due ragazzi sono stati assassinati a Rafah, nel Sinai del Nord, in data 11 dicembre 2010 alle ore 16.30. I trafficanti hanno sparato loro  di fronte a molti testimoni di nazionalità eritrea, etiope, somala e sudanese. Non divulghiamo i cognomi delle vittime per la sicurezza delle loro famiglie in Africa o in Europa. Si tratta di famiglie già colpite dalla crisi umanitaria in Eritrea e dalle pesanti estorsioni da parte dei predoni. Nomi e cognomi, però, sono conosciuti dai migranti che hanno vissuto nello stesso campo di detenzione a Rafah. Gli assassini hanno sottoposto i migranti a violenze, torture, continue estorsioni. La tragedia si è verificata all'interno di un frutteto a sud di di Rafah, nei pressi di un edificio governativo e di una ex chiesa cristiana trasformata in scuola. Vicino al frutteto c'è anche una moschea. Il frutteto è già noto alle forze dell'ordine per i traffici di esseri umani che vengono detenuti all'interno di dieci container metallici. I container sono sotterrati e i migranti rimangono lì finché i loro parenti non hanno pagato il riscatto.

Il beduino palestinese Abu Khaled ha ordinato ai suoi uomini di uccidere i due rifugiati eritrei. Abu Khaled è conosciuto dalle forze dell'ordine per traffico di esseri umani, armi e droga. E' stato denunciato anche per costituzione di banda armata e crimini violenti. Khaled è colluso con le organizzazioni Hamas e Al Qaeda. La banda di Abu Khaled fa parte della criminalità organizzata che opera nel nord del Sinai (http://www.telegraph.co.uk/expat/expatnews/6817385/Egypts-Gaza-smugglers-shrug-off-reports-of-border-barrier.html, http://www.thenational.ae/news/worldwide/middle-east/roads-to-riches-run-deep-in-rafah?pageCount=3, http://www.twnside.org.sg/title2/resurgence/2009/221-222/cover8.htm). La banda impiega circa 20 uomini armati per tenere in prigionia, seviziare e ricattare i migranti nel campo di detenzione. Secondo le nostre informazioni, una parte del gruppo di migranti africani è detenuto nella località di al-Mahdeyya, a sud di Rafah. Nel borgo di al-Mahdeyya, nel mese di settembre, vi fu un'operazione di polizia Purtroppo gli agenti spararono ad alcuni migranti sfuggiti al trafficante Abu Khaled.

Il Gruppo EveryOne denuncia inoltre l'omicidio di altri sei giovani africani. Sono stati assassinati davanti al gruppo che stiamo seguendo.  Segnaliamo alle autorità anche il collegamento fra i trafficanti e il crimine organizzato che gestisce il mercato nero degli organi umani.  Quattro ragazzi eritrei sono stati portati in una clinica clandestina, dove hanno tolto loro un rene. I quattro ragazzi non sono più tornati ed è possibile che siano stati uccisi.

Siamo in grado di comunicare alle autorità egiziane che uno dei criminali che collaborano con Abu Khaled è l'etiope Fatawi Mahari. Mahari è già noto per traffico di esseri umani e altre attività criminose. Il suo nome è conosciuto dalia polizia del Sinai del Nord e dall'intelligence israeliana (http://www.haaretz.com/news/netanyahu-migrant-workers-risk-israel-s-jewish-character-1.261840). Il criminale etiope fu indagato dalla polizia israeliana nel settembre 2009, con l’accusa di traffico di esseri umani in Egitto. Mahari è stato indagato anche per rapimento ed estorsione. Le indagini l'hanno collegato ai beduini delle tribù Rashaida e Sawarqa. L'uomo è noto anche per i suoi legami con Hamas e i predoni che gestiscono i tunnel di Rafah. Mahari tiene contatti con le mafie internazionali. Le autorità israeliane l'hanno rilasciato e oggi è libero.

Nella nostra denuncia indichiamo inoltre i numeri di telefono usati dai trafficanti (numeri rimossi per tutelare la sicurezza dei profughi, n.d.r.). I numeri sono stati usati per ricevere chiamate da parte delle famiglie degli ostaggi, fuori dall'Egitto.

Gli inquirenti potranno verificare il flusso di denaro proveniente dai riscatti controllando i trasferimenti pervenuti alle agenzie Western Union a Rafah e nel nord del Sinai. Vi è inoltre un conto corrente in una banca egiziana usato dai sequestratori per ricevere denaro dalle famiglie dei migranti. I profughi liberati possono confermare l'esistenza del conto e fornire il numero alle autorità.

Ci rendiamo conto delle difficoltà che la polizia egiziana incontra quando affronta i trafficanti. Gli accordi di Camp David, nel 1978, fra Egitto e Israele impediscono alle forze dell'ordine di usare armi pesanti e veicoli blindati. I trafficanti, al contrario, dispongono di armi moderne e potenti. Ci risulta però che negli anni scorsi Israele ha già concesso una deroga a tali accordi quando esistono motivi di di sicurezza nazionale o situazioni di crisi. Il traffico di esseri umani e la presenza di organizzazioni criminali rappresenta una grave emergenza nazionale. Ecco perché chiediamo alle autorità di allestire una task force per liberare i migranti e perseguire i criminali. La task force potrà essere armata ed equipaggiata adeguatamente.

Con la presente denuncia il Gruppo EveryOne chiede l'intervento immediato delle forze dell'ordine egiziane presso le proprietà dei trafficanti. E' urgente liberare i profughi ancora detenuti nei container e perseguire a norma di legge gli autori del sequestro, degli omicidi, delle torture, degli stupri e delle estorsioni. Segnaliamo inoltre di aver ricevuto notizia di altri gruppi di migranti detenuti nel Sinai del nord dalle bande criminali che fanno parte delle tribù Rashaida e Sawarqa, nonché delle famiglie di Abu Khaled, Abu Ahmed, Sawarqa, Hussein Abu Mohammed e altre.

Vi preghiamo di agire con estrema urgenza, essendo questione di vita o di morte e di contattarci per qualsiasi informazione.

Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau
Co-Presidenti Gruppo EveryOne

Cornelia Toelgyes Righetta Solla
Membro del Gruppo Facebook "Per la liberazione dei prigionieri nel Sinai"

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