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Casalmaggiore. Alcuni cenni storica della città

Il museo del bijoux è assolutamente unico in Italia: oltre 20mila pezzi fra anelli, collane, bracciali, orecchini, dalla fine dell'800 al 1970.

| Scritto da Redazione
Casalmaggiore. Alcuni cenni storica della città Casalmaggiore. Alcuni cenni storica della città

I primi documenti certi in cui si trovi citazione di Casalmaggiore sono collocabili intorno all'anno Mille, quando la città era dominata dal casato Estense e il nucleo più antico dell'abitato, il cosiddetto Castelvecchio, era circondato da mura. La cerchia difensiva, abbastanza modesta, venne poi progressivamente eliminata o inglobata nell'abitato; l'unico residuo delle fortificazioni è rappresentato dal Torrione che si trova a ridosso dell'argine,  in Piazza San Martino. Databile al XV secolo, esso costituiva probabilmente una torre d'ingresso.

Il possesso della città fu sempre particolarmente ambito, soprattutto per la sua posizione strategica sul Po. Dopo due secoli di prevalente influenza cremonese e alcune parentesi trecentesche di dominio gonzaghesco, nel XV secolo iniziò un lungo periodo durante il quale si alternarono nel dominio di Casalmaggiore la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano. Occupato il ducato di Milano dagli spagnoli, anche Casalmaggiore ne seguì le sorti. Ceduta più volte in feudo dal governo spagnolo a questo o quel personaggio, riuscì tuttavia a conservare una certa autonomia, garantita dalla qualifica di "terra separata". All'inizio del XVIII secolo Casalmaggiore passò agli Austriaci che la tennero, ad eccezione della breve parentesi napoleonica, fino al Risorgimento.

Piazza Garibaldi è il cuore della città, non solo perché nell'assetto urbanistico costituisce il fulcro verso cui convergono tutte le principali vie del centro, ma perché il cosiddetto Listone (il lastricato marmoreo centrale) è un punto di incontro per la popolazione. Qui si tiene il mercato settimanale (il sabato) e qui si svolgono tutte le principali manifestazioni all'aperto a partire dalla tradizionale Fiera di San Carlo (primi giorni di novembre). E' una piazza di grandi dimensioni (96m x 38m), creata nel XVII secolo e risistemata nel XIX.

A quest'epoca risalgono la maggior parte degli edifici che vi si affacciano, a cominciare dal più importante e scenografico, il Palazzo Municipale. L'edificio fu progettato alla fine dell'Ottocento dall'architetto G. Misuraca per sostituirne uno settecentesco ormai pericolante. Mattoni a vista, arcate ogivali, bifore e merlature sono gli elementi tipici con cui lo stile neogotico dell'epoca cercava di ricreare un "effetto medievale".

Piazza Turati è situata dietro al Palazzo Municipale. Ristrutturata nel 2002 su disegno dell'arch. G. Zani, è ora area pedonale. Al centro della Piazza si trova una fontana ed un monumento dedicato al Po di Brunivo Buttarelli, artista casalasco.

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Il Museo del bijoux  

Un museo assolutamente unico in Italia: oltre 20mila pezzi fra anelli, collane, bracciali, orecchini, dalla fine dell'800 al 1970. Un bijou di museo per appassionati di vintage e amanti del bello. Ma anche laboratori didattici e professionali per creare con il gusto e i materiali di oggi.

Istituito nel 1986 e allestito nella sede attuale dieci anni dopo, il Museo del Bijou di Casalmaggiore si trova nel piano seminterrato dell’ex Collegio Santa Croce, edificio costruito dai Padri Barnabiti verso la metà del XVIII secolo; è un museo specializzato del patrimonio storico-industriale in cui sono conservati oggetti d’ornamento e accessori prodotti dalle diverse fabbriche di Casalmaggiore tra la fine dell’Ottocento e gli anni ’70 del Novecento. Oltre alle tipologie tradizionali della bigiotteria (spille, gemelli, bracciali, cinture, orecchini, ciondoli), sono presenti portacipria, portarossetto, portasigarette, occhiali da sole, medaglie devozionali, distintivi.

A fianco degli oggetti sono collocati macchinari originali provenienti dalle antiche fabbriche di Casalmaggiore, attrezzi vari per la lavorazione della bigiotteria, cataloghi, documenti e fotografie d’epoca che offrono uno spaccato della vita del distretto industriale casalasco della bigiotteria. L’esposizione permanente è integrata da due laboratori (uno professionale e uno didattico) e da uno spazio adibito a Centro di documentazione.

L’industria del bijou a Casalmaggiore è sorta in una piccola bottega – laboratorio per iniziativa del pioniere e maestro Giulio Galluzzi (Codogno 1855 – Casalmaggiore 1932) che, trasferitosi a Casalmaggiore nel 1878, riusciva a realizzare nel 1882 la prima lastra di metallo placcato oro. Da questa fortunata esperienza ebbe origine un’importante e florida impresa che già nel 1887 esportava i suoi prodotti anche in America Latina con il marchio “G.G.”. Sul finire degli anni ’20, la ditta Giulio Galluzzi, la Società Federale Orefici, fondata nel 1905, e la ditta Il Placcato, attiva dal 1920, confluirono in una nuova azienda, la Società Anonima Fabbriche Riunite Placcato Oro. Dai primi anni ’30, accanto al bijou d’imitation iniziò la produzione di bigiotteria “fantasia”, fatta di forme e materiali nuovi, fortemente legata alla moda e influenzata dai fatti sociali, sportivi, politici, bellici, militari, religiosi. A quest’epoca risale anche la diversificazione della produzione, tendenza che si accentua nel dopoguerra: dopo il 1945 furono realizzati anche occhiali da sole e poi radio, registratori, televisori e, infine, motori elettrici; la denominazione stessa della ditta, da Fabbriche Riunite Placcato Oro, divenne Fabbriche Industrie Riunite (FIR).

A seguito della completa conversione della produzione attuata dall’azienda alla metà degli anni ’70 -che comportò la chiusura delle linee della bigiotteria-, l’intero campionario sarebbe andato disperso se non fosse intervenuta l’iniziativa meritoria dell’Associazione Amici del Bijou di Casalmaggiore (costituita in prevalenza da ex-dipendenti e presieduta dal dott. Francesco Zaffanella) che si attivò per la costituzione di un museo di archeologia industriale entro cui riordinare la raccolta. Il patrimonio della FIR fu donato al Comune nel 1985.

 

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