Si è ripercorso il progetto della Coldiretti teso a valorizzare il vero made in Italy e restituire reddito alle imprese agricole, con i successi ottenuti sull’etichettatura del latte (e poi del grano), i risparmi legati a fisco e previdenza contenuti nella legge di stabilità (dopo la cancellazione di Imu e Irap per le aziende agricole, la manovra prevede l’eliminazione dell’Irpef e importanti provvedimenti rivolti ai giovani imprenditori), la sfida lanciata con Campagna Amica (che, puntando e parlando al cuore della società, ha contribuito a riportare l’agricoltura e la difesa del vero Made in Italy al centro dell’agenda del Paese). Sono stati approfonditi temi come la legge sul ‘caporalato’, la trattativa per il rinnovo del contratto degli operai agricoli, la Pac 2017, le novità fiscali. Si è sfogliato insieme il Psr, soffermandosi sulle misure più interessanti per le imprese agricole cremonesi. Di questo, e molto altro, si è parlato nella ‘tre giorni’ di incontri rivolti ai soci di Coldiretti Cremona, aperta martedì a Crema, proseguita nella giornata di mercoledì con gli appuntamenti di Cremona e Casalmaggiore, e chiusa ieri a Soresina.
Circa settecento soci hanno preso parte agli incontri, aperti dal Presidente Paolo Voltini e del Direttore Tino Arosio (che hanno fanno il punto sull’azione sindacale e sugli interventi economici), poi proseguiti con le relazioni dei tecnici di Coldiretti e Impresa Verde Cremona, tese a garantire alle aziende il più approfondito aggiornamento nelle materie tecnica, fiscale, lavoristica, ambientale, del credito.
“L’incontro con i nostri soci è il nostro pane quotidiano e il maggior impegno che Coldiretti Cremona intende portare avanti – sottolineano il Presidente Paolo Voltini e il Direttore Tino Arosio –. Stiamo moltiplicando queste occasioni non solo per un necessario scambio di informazioni e per dare conto dei risultati politici ottenuti da Coldiretti. La forza di una Organizzazione sta nel continuo rapporto con ciò che abbiamo di più caro, ovvero i nostri soci con le loro imprese. Solo così si irrobustiscono le ragioni per cui le nostre imprese ogni anno riconfermano liberamente l’adesione a ciò che si riconosce essere un bene”.