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Coldiretti,forte denuncia sull'acqua

| Scritto da Redazione
Coldiretti,forte denuncia sull'acqua

Acqua, forte denuncia di Coldiretti Cremona:
“La burocrazia mette a rischio l’irrigazione,grave danno per le imprese agricole”
“Con delusione – e con grande preoccupazione – ci troviamo, una volta di più, a fare i conti con una burocrazia che mette in ginocchio le imprese agricole e le attività produttive del territorio. Sul tema acqua le Istituzioni dovrebbero guardare alle aziende agricole come a delle efficaci alleate nell’impegno a tutela del territorio, anziché penalizzarle, come purtroppo invece sta accadendo”. Una dichiarazione forte, netta, giunge da Coldiretti Cremona, a denuncia di quanto sta avvenendo sul ‘fronte’ irrigazione. Sotto accusa vi è una nota (la n. 17799) giunta dalla Regione Lombardia, Risorse Idriche e Programmazione: un monito, rivolto alle Province, a rispettare precisi dettami  nel rilascio delle licenze annuali di attingimento per il prelievo d’acqua. Si sancisce, in sintesi, che tali licenze possano essere concesse o rinnovate solo se in presenza di portate massime inferiori ai 40 litri al secondo.
“A chiunque abbi

a una seppur minima conoscenza della nostra agricoltura appare chiara l’irragionevolezza di tale richiesta – spiega Coldiretti Cremona –. In molte zone della provincia di Cremona è presente un sistema di irrigazione a scorrimento che prevede l’utilizzo di pompe idrovore con portate nell’ordine dei 250-300 litri al secondo. Bloccando il limite nel prelievo a 40 litri al secondo, si va di fatto ad impedire l’irrigazione dei campi. Se la Provincia dovesse attenersi alla regola fissata dalla Regione, non potrebbe che respingere la  totalità delle richieste di prelievo rivolte dagli agricoltori cremonesi”.


Parliamo di licenze richieste dagli agricoltori per l’irrigazione di campi dove non è presente alcun’altra fonte di approvvigionamento idrico (ad esempio quella rappresentata dai Consorzi Irrigui). La richiesta viene rinnovata ogni anno, in relazione al piano colturale dell’azienda agricola. “Quando l’azienda avanza la domanda della prima licenza, la Provincia esige una relazione agronomica che giustifichi i quantitativi di acqua richiesti in funzione delle colture praticate – tiene ad evidenziare la Coldiretti –. Già questo passaggio, che pur non è previsto dal regolamento regionale, testimonia l’impegno, da parte dell’azienda, di utilizzare i quantitativi d’acqua che le sono strettamente necessari, senza sprechi di una risorsa che, noi agricoltori per primi, sappiamo essere vitale e preziosissima. A riprova dell’impegno ad evitare sprechi d’acqua, si consideri anche il fatto che, per le aziende, l’irrigazione rappresenta un costo”.


“Comprendiamo e condividiamo l’esigenza di garantire ai corsi d’acqua il deflusso minimo vitale (D.M.V.). Ma l’adesione ad una giusta istanza ambientale non deve compromette il proseguimento delle attività produttive agricole”  è la posizione di Coldiretti, ribadita nell’incontro svoltosi ieri presso il Settore Agricoltura e Ambiente dell’Amministrazione Provinciale di Cremona. In tale incontro, la Provincia ha confermato che, dati i dettami giunti dalla Regione, invierà una comunicazione a tutte le aziende che negli scorsi anni avevano avanzato richiesta di licenze annuali d’attingimento, chiarendo che queste non potranno più essere rinnovate per le portate indicate. 


Coldiretti ha immediatamente chiesto all’Assessore Provinciale Gianluca Pinotti di confrontarsi con l’Assessore Regionale alla partita, portando le istanze e le proposte formulate da chi quotidianamente opera (e vive) sul territorio. Si chiedono in primo luogo una revisione del regolamento e lo slittamento della restrizione fissata rispetto alla portata massima di 40 litri al secondo. “Dati i tempi stretti, con l’inizio della campagna agricola primaverile alle porte, non si può negare alle aziende la possibilità di irrigazione – ribadisce Coldiretti Cremona –. Né si può lasciare le stesse nell’incertezza: l’agricoltura segue i tempi dettati dalle stagioni, non certo quelli, assai meno precisi e affidabili, della burocrazia. Le aziende che tra qualche settimana inizieranno a seminare, devono sapere se avranno o no l’acqua che servirà loro per far crescere le colture. Come può un agricoltore decidere oggi quali colture mettere in campo, senza la certezza di poterle poi mantenere in vita, con l’accesso alla risorsa acqua?”.
Un’altra – concreta – proposta giunge da Coldiretti: visto che la conseguenza del mancato rilascio di licenze annuali avrà come effetto l’inoltro massiccio da parte delle aziende di domande di concessione trentennali, si auspica che i tempi burocratici per il rilascio di queste ultime (tempi che, attualmente, vanno dai 18 ai 24 mesi!) vengano drasticamente ridimensionati, per non “ingessare” ulteriormente le scelte imprenditoriali e il lavoro degli agricoltori. 

 
Coldiretti chiude con un affondo: “Com’è noto, stiamo affrontando una stagione di crisi. La nostra agricoltura è messa a dura prova da quotidiane difficoltà. Eppure negli agricoltori c’è la straordinaria volontà, ad ogni primavera, di riaffidare la loro impresa, il loro futuro, alle semine. Viste le avversità atmosferiche che hanno compromesso le semine  autunnali, molte aziende ripongono grandi aspettative in quelle primaverili. Sono pronte ad intensificare le semine e le ore di lavoro. Al tempo stesso, di fronte ad un mercato dei cereali che sta registrando un costante aumento dei prezzi, è normale che molte aziende agricole intendano aumentare la loro produzione di mais, sia pensando alle future vendite del prodotto, sia tenendo conto delle esigenze legate all’alimentazione degli allevamenti zootecnici, altro fiore all’occhiello del territorio cremonese. Come si può compromettere tutto questo, sottraendo alle aziende l’acqua, elemento indispensabile?”.
“In questo momento di crisi economica – conclude Coldiretti Cremona – ci aspettiamo dalle Istituzioni sostegno per le imprese che, pur tra molte difficoltà, hanno dimostrato di essere la parte vitale, la parte vera,  del tessuto economico lombardo. Ci aspettiamo tutela per le attività produttive che sono sul territorio, che lo custodiscono, lo promuovono e lo valorizzano. Perciò ci opporremo con determinazione a questa ennesima – inaccettabile e francamente incomprensibile – penalizzazione delle nostre aziende e della nostra attività”.
Cremona, 4 febbraio 2011.                                                    

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