Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 22.13

Commemorato il 72° anniversario dell'8 settembre a Cremona

Alle 11.30, nel cortile Federico II di Palazzo Comunale, presenti le massime autorità civili e militari, il sindaco Gianluca Galimberti, il prefetto Paola Picciafuochi e Gianluca Savoldi, in rappresentanza della Provincia di Cremona, hanno deposto una corona d'alloro alla lapide che, sotto i portici del Comune, ricorda i Caduti della Resistenza e i Martiri di Cefalonia. E' seguita l'esecuzione del “Silenzio”.

| Scritto da Redazione
Commemorato il 72° anniversario dell'8 settembre a Cremona

Un momento di riflessione e preghiera davanti al Monumento ai Caduti al Civico Cimitero ha aperto questa mattina, alle 10, le iniziative promosse dal Comune di Cremona, Associazione Partigiani d'Italia, Associazione Nazionale Partigiani Cristiani e Associazione Nazionale Divisione Acqui per commemorare l'8 settembre 1943, data dell'Armistizio e inizio della Resistenza. Al Civico Cimitero, dove l'intervento è stato tenuto dal prof. Angelo Rescaglio, presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani sezione di Cremona, in rappresentanza del Comune sono intervenuti Simona Pasquali, presidente del Consiglio comunale, l'assessore Alessia Manfredini e il consigliere Luca Burgazzi, presidente della Commissione Cultura. Mons. Vincenzo Rini ha quindi impartito la benedizione.

Ha preso poi la parola il sindaco Gianluca Galimberti che, riandando all'8 settembre 1943, ha detto che quella data ci riconsegna tre cose. “La prima: in quel giorno, per ricostruire una comunità lacerata, tanti fecero una scelta, assumendosene la responsabilità anche a condizione di dare la propria vita. Anche oggi c’è la necessità di ricostruire la comunità, proprio facendo delle scelte che ci chiedono la disponibilità a donare la nostra vita. E per ricostruire una comunità occorre un patto che possa dire quali sono i fondamenti su cui basare la nostra convivenza”.

“Ma l'8 settembre - ha proseguito il sindaco - ci insegna che abbiamo anche uno Stato da ricostruire. A Cremona come in Italia è ancora una sfida quella di ricostruire il senso delle istituzioni. Come allora, c'è ancora una frattura da colmare tra istituzioni e cittadini. Questa frattura si colma soltanto riconoscendo che essere Stato è caratteristica di tutti. Tutti insieme siamo Stato e istituzioni. Recuperare quel senso di cittadinanza, quell'essere cittadini è una responsabilità di ognuno di noi. Per farlo bisogna usare parole di giustizia che generano azioni di giustizia. Parole che uniscono, che costruiscono, che danno speranza, che rispettano gli altri”.

Infine il terzo insegnamento: “C’è una fuga da non ripetere. Una parte delle istituzioni decise allora di fuggire. Oggi rischiamo ancora di fuggire di fronte alla complessità che abbiamo davanti. E si fugge in tanti modi, anche utilizzando slogan o proponendo facili soluzioni. Non possiamo e non dobbiamo fuggire. Bisogna affrontare le sfide dell'oggi in pienezza, anche nella loro complessità, anche cambiando la mentalità e gli approcci. Vogliamo farlo insieme al Paese, all'Europa e ad altri Paesi del mondo. Tocca a noi, a partire da Cremona, recuperare la forza di quelle persone che hanno dato la vita per ricostruire il Paese distrutto”.

La cerimonia si è conclusa con l'intervento di Mario Coppetti, patriarca della nostra città, custode e memoria dell’arte, della storia, dell’impegno civico, testimone di quanto avvenne l'8 settembre del 1943 a Cremona, dove civili e militari persero la vita per quel senso di responsabilità e di lealtà che li animavano nel profondo. Ancora oggi, ha ribadito Coppetti, con immutato vigore nonostante abbia superato il secolo di vita, abbiamo bisogno di fare delle scelte, è necessario avere il coraggio di cambiare, come fecero i ragazzi nel 1943, che non scapparono davanti alle avversità.

Tra le iniziative promosse per commemorare il 72° anniversario dell'8 settembre 1943  si ricorda che domani, mercoledì 9 settembre, alle ore 17.30, nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale, Silvana Donzelli presenterà il libro “In fuga dagli ulivi”, che narra l'esperienza del padre Ugo Donzelli, soldato della Divisione Acqui nel 1943.

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