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Coronavirus e disabilità: l'appello dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Cremona

Fin da subito, è apparso evidente che per le persone affette da disabilità visiva la situazione attuale comporta non pochi disagi.

| Scritto da Redazione
Coronavirus e disabilità: l'appello dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Cremona

Cremona, 29 aprile 2020 - Anche in questo difficile periodo di emergenza Covid 19, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Cremona ha proseguito le proprie attività, seppure a modalità ridotta, essendo la sede di via Palestro chiusa a causa delle restrizioni previste dal governo per prevenire la diffusione del contagio.

Attraverso l’instancabile collaborazione delle due impiegate Floriana e Giulia, operanti da remoto, si è cercato di non interrompere il contatto con i soci, garantendo loro tutti quei servizi che potevano comunque essere forniti, come la consulenza telefonica anche per lenire la solitudine di quanti si trovano in isolamento, rispondere a quesiti sulle normative attuali, consegna di audiolibri e dispositivi di protezione individuale e, in ogni caso, tentare di rispondere alle necessità di tutti, dando indicazioni sulle modalità di assistenza messe in campo dai comuni e da altre associazioni, come ad esempio la spesa a domicilio.

Fin da subito, è apparso evidente che per le persone affette da disabilità visiva la situazione attuale comporta non pochi disagi. "Fortunatamente, almeno per quanto riguarda i comuni più grandi della nostra provincia, abbiamo potuto constatare una notevole attenzione da parte delle istituzioni locali, sempre pronte ad intervenire, laddove è possibile, per venire incontro alle esigenze e ai bisogni delle persone con disabilità".

Ora che sta per iniziare la fase 2, che potrebbe forse permettere la riapertura degli uffici, con tutte le garanzie di sicurezza e di igiene necessarie, la Presidente Flavia Tozzi esprime alcune perplessità riguardo alla ripresa di una quotidianità il più possibile normale per le persone affette da disabilità visiva residenti sul nostro territorio.

Sono numerosi i dubbi emersi dall'audioconferenza del Consiglio Nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti tenutasi in data 24 aprile 2020 sugli ostacoli che attendono ciechi e ipovedenti alle prese con le normative previste per l’imminente fase 2.

Si manifesta profonda preoccupazione per l’impatto che avranno prescrizioni come l’obbligo di indossare guanti protettivi e di rispettare il distanziamento sociale, misure e regole destinate ad avere serie conseguenze personali per la vita quotidiana delle persone con disabilità della vista. Privare infatti un cieco o un ipovedente dell’uso del tatto e della possibilità di entrare in contatto con persone e oggetti, significa complicare di molto lo svolgimento della stragrande maggioranza delle sue attività quotidiane e dei rapporti sociali. 

Come potrà una persona cieca o ipovedente utilizzare i mezzi pubblici? Recarsi al lavoro? Fare la spesa e altri acquisti nei negozi? Come potrà una persona con disabilità plurime seguire il proprio percorso riabilitativo, senza poter venire mai in contatto con l’operatore specializzato? Come potrà una persona sordocieca comunicare con gli altri attraverso la lingua tattile dei segni, se non le sarà consentito sfiorare le mani degli interlocutori? 

Il Consiglio Nazionale UICI, pertanto, pur consapevole della necessità che siano adottati tutti gli accorgimenti atti a limitare al massimo il rischio di diffusione del contagio, rivolge tuttavia un appello alle autorità competenti, affinché le sopra indicate misure siano applicate con gli opportuni e ragionevoli adattamenti e le necessarie deroghe, in modo da non vanificare in pochi mesi, cent’anni di battaglie e di impegno, per l’integrazione sociale e l’autonomia delle persone cieche e ipovedenti.

 

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