Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 07.45

(CR) Pianeta Migranti. Chiarezza sull’accordo Ue per gestire le crisi migratorie.

Il 4 ottobre, al Consiglio europeo si è trovato l’accordo sul Regolamento della gestione delle crisi.

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. Chiarezza sull’accordo Ue per gestire le crisi migratorie.

(CR) Pianeta Migranti. Chiarezza sull’accordo Ue per gestire le crisi migratorie.

Il 4 ottobre, al Consiglio europeo si è trovato l’accordo sul Regolamento della gestione delle crisi.  Per Palazzo Chigi è un successo italiano. Per l’associazione Studi Giuridici sull’immigrazione (Asgi)  l’accordo è di fatto pura propaganda, senza contenuto.

Che cos’è l’accordo e cosa dice

E’ un testo che unisce due proposte di regolamento diverso: una sulle situazioni di crisi e l’altra sulla cosiddetta ‘strumentalizzazione’ dei migranti; un testo che presenta un pacchetto di misure ad hoc in caso ricorrano queste due situazioni, che sono però, nel concetto e nella realtà, molto diverse. “Così com’è stato pensato” -spiega Schiavone di Asgi-  “è un testo mal fatto e per nulla utile”.

Perché?

Secondo Schiavone, da un lato il testo intende regolamentare una situazione di eccezionale afflusso  di cittadini di Paesi terzi, dall’altro, intende fronteggiare una situazione in cui un Paese terzo incoraggia o facilita un flusso di migranti verso l’Unione Europea con l’obiettivo di destabilizzare qualche suo Stato membro. Il Regolamento concordato mira ad applicare procedure accelerate alle frontiere per l’esame delle domande di asilo, con la possibilità di trattenere il maggior numero possibile di richiedenti asilo.

Secondo Amnesty International, un simile Regolamento normalizzerà ulteriormente l’uso di misure d’emergenza per fronteggiare gli arrivi in Europa, ma indebolirà il sistema europeo d’asilo, e non potrà evitare altre situazioni di crisi future.

Quali meccanismi di solidarietà prevede l’accordo?

Uno Stato in difficoltà sui migranti può chiedere contributi agli altri Stati membri: contributi finanziari, o la ricollocazione dei richiedenti asilo in un Paese diverso da quello di approdo, o la possibilità che uno Stato membro esamini le domande dei richiedenti asilo per dare un supporto al  Paese che si trova in difficoltà. L’accordo non indica però l’importo delle cifre di solidarietà, neppure quanti migranti vanno ricollocati; rimanda tutto alla riforma del Regolamento Dublino, il dossier più caldo che è ancora aperto e in discussione.

Se prevarrà la linea seguita fino ad ora, ovvero che le ricollocazioni dei richiedenti asilo sono un optional che i Paesi UE possono evitare dando un sostegno finanziario a quelli che hanno una situazione di crisi, l’effetto del Regolamento concordato il 4 ottobre dal Consiglio europeo, (se  approvato dal Parlamento europeo), sarà molto modesto.

ll soccorso in mare

“Tutto queste decisioni non hanno nulla a che fare con l’obbligo del soccorso in mare”, dichiara Schiavone. “Ma  il Governo italiano continua a dire -vendendo fumo- che con questo Regolamento l’Italia verrà aiutata dagli altri Stati membri ad affrontare la crisi. Attenzione però che la crisi di cui si parla deve essere reale e non annunciata”.

L’Italia si può definire un Paese in crisi sulla gestione del fenomeno migratorio?

Il regolamento non spiega quali sono i fattori, e i numeri che definiscono la crisi. Il testo -dice Schiavone- “parla di un afflusso eccezionale e massiccio”. Ma il dato che indica l’afflusso si calcola su tre variabili: popolazione, prodotto interno lordo e specificità geografiche tali da non rendere più funzionante il sistema di accoglienza. Ciò significa che la situazione di crisi sarà diversa da Paese a Paese. Ma chi si occuperà di fare queste valutazioni? Oggi, l’Italia ritiene di essere in crisi, ma non è così. Certo, nel 2023 l’aumento degli arrivi è stato considerevole, ma nulla di eccezionale, tenuto conto i tre fattori citati prima. E va sottolineiato che l’Italia ha un numero di richiedenti asilo in linea con la media europea. Nessuna emergenza di alcun tipo, dunque!

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