In un'epoca che sembra voler cancellare la fisicità degli spazi a favore dell'edificazione di territori virtuali condivisi in modo apparentemente democratico, in una realtà che tende ad accorciare le distanze e i tempi, il “luogo” lancia il suo ancestrale richiamo, non perde forza ma anzi rivendica la sua importanza simbolica e generativa riaffermandosi e pretendendo una nuova e urgente identità. E il luogo quotidiano del nostro vissuto diventa un appello, un legame al resto del mondo, una cura contro una modernità spersonalizzante. Per questo parlare di stare ed abitare si rivela estremamente attuale, come esigenza primaria e, prima di tutto, come espressione sociale ed umana. E’ così che osservare questo caleidoscopio di soluzioni abitative escogitate, cercate, volute senza sosta dall'uomo per stare nel proprio mondo va aldilà di qualsiasi curiosità tecnica, eco sostenibile, sociale o strategica. Le abitazioni rappresentano una sorta di superficie intermedia tra il mondo interno e quello esterno dell'individuo, diventando delle preziose interfacce antropologiche per dare tempo all’uomo di decodificare la complessità del mondo. Adattate alla specificità del territorio, eco-compatibili più volte per necessità che per scelta, da sempre queste dimore rappresentano il guscio protettivo dell'uomo, lo contengono, lo preparano alle necessità sociali e pratiche della sua esistenza. Dai villaggi rurali Indiani, alle capanne sociali dell'Irian Jaya, dalle case fortificate del Burkina Faso, ai villaggi di pastori Suri gestiti da gruppi generazionali, attraverso la specificità di tutte queste abitazioni si edifica la società umana. Per questo parlare di abitare è forse il modo più interessante di parlare dell'uomo.
Jago Corazza, giornalista, regista, ma soprattutto fotografo e viaggiatore, ha iniziato collaborando a soli 15 anni con un’importante agenzia fotografica bolognese. La passione per i viaggi lo ha poi spinto in tutta Europa poi in Africa. Pubblicando spettacolari reportage di viaggio, ha realizzato servizi e documentari in l’Europa Africa, Asia, America. Nel 2002 ha portato a termine una spedizione senza precedenti di 64.680 chilometri attorno al mondo, definita dalla CNN unica e assolutamente irripetibile, seguita dai più importanti quotidiani e televisioni mondiali e raccontata da due volumi e da 35 puntate televisive. Responsabile della sezione antropologica della rivista «Oasis», ha al suo attivo decine di pubblicazioni editoriali con diverse testate e case editrici, tra cui White Star-National Geographic con cui ha realizzato importanti monografie a carattere antropologico come Gli ultimi uomini sulle ultime tribù preistoriche della terra e Luci e ombre del sol levante che esamina i contrasti della società giapponese.
Greta Ropa, appassionata di viaggi, è stata una delle conduttrici del programma televisivo Extreme Tv, ha realizzato documentari in gran parte del mondo. Con Jago Corazza ha partecipato come fotografa ad una spedizione senza precedenti di 64.680 chilometri attorno al mondo, documentando popolazioni lontane e culture affascinanti per stampa e televisione. Lavora per il cinema, per la televisione, e scrive per varie testate e case editrici come Oasis e White Star-National Geographic, con cui ha realizzato importanti monografie.
La rassegna Nonsoloturisti - un’iniziativa in cui il piacere di raccontare esperienze di viaggio attraverso le immagini diventa un’occasione per privilegiare la dimensione culturale del viaggio, intesa come momento di scoperta, di confronto e di conoscenza - è a cura di Andreina Castellazzi ed è patrocinata dall’Assessorato alla Cultura, dall’Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Crema, dall’Assessorato della Provincia di Cremona, dalla Regione Lombardia con la partecipazione della Biblioteca Civica di Crema. Collabora all’evento l’Associazione culturale L’Angolo dell’Avventura.
L’ingresso è libero e gratuito.