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Cremona.Iª tappa dei movimenti italiani contro il nucleare

| Scritto da Redazione
Cremona.Iª tappa dei movimenti italiani contro il nucleare

CreaFuturo e AmbienteScienze ospitano a  Cremona, a Palazzo  Cattaneo,   
sabato 5 e domenica 6 febbraio il primo incontro nazionale per discutere  ruolo, strumenti e proposte
del Forum nazionale dei movimenti di base contrari al Nucleare.  

Nell'eventualità dei Referendum dal 15 aprile al 15 giugno si impone un eccezionale lavoro organizzativo e informativo
e la definizione di una strategia unitaria con altri soggetti
e movimenti della società civile a livello nazionale,regionale, provinciale per costituire un Comitato referendario unitario
Cremona – 5/6 Febbraio 2011, ore 9.00
Palazzo Cattaneo, via Oscasali, 3
“Giro d’Italia antinucleare” Iª tappa dei movimenti italiani contro il nucleare

Sintesi
Di fronte alla possibile  ravvicinata indizione del referendum sul nucleare, i rappresentanti di decine di gruppi e movimenti di base si sono dati appuntamento a Cremona per cominciare a costituire un Forum nazionale autonomo dai partiti  e per favorire la nascita di un Comitato Referendario nazionale che sappia coordinarsi con i movimenti dell’acqua pubblica, promotori degli altri due referendum. Convinti che l’alternativa al nucleare sia  già praticabile e si chiama efficienza energetica e fonti rinnovabili, consapevoli che la partita sulle opzioni energetiche si gioca su più piani interdipendenti,  da quello etico a quello giuridico, da quello ambientale a quello della salute, da quello scientifico a quello culturale, da quello economico-finanziario a quello occupazionale  e che dunque è in discussione il futuro stesso dell’ Italia, giudichiamo indispensabile che lo “scettro” della decisione sia riconsegnato alla sovranità popolare che sul tema potrà  esprimersi direttamente proprio grazie al referendum, esattamente come avvenne nel 1987.                               Cremona  è la prima tappa di questo sforzo straordinario che cercherà di sensibilizzare tutte le aree geografiche del nostro Paese, anche attraverso uno specifico progetto informativo itinerante che abbiamo chiamato “ Giro d’Italia antinucleare”.

Manifesto
Il 12 gennaio la Corte Costituzionale, assieme ai due quesiti referendari sulla privatizzazione dell’acqua, ha ammesso quello sul nucleare.
A meno che la Legislatura non venga interrotta nelle prossime settimane, tra il 15 aprile e il 15 giugno  gli italiani saranno chiamati a votare sui referendum.
“Creafuturo”, Coordinamento che raccoglie 14 associazioni cremonesi ed opera da due anni in stretta relazione con le realtà territoriali di Piacenza, Lodi e Mantova e con un Comitato di Comuni rivieraschi, ha allargato i propri rapporti con alcune realtà antinucleariste piemontesi, in particolare con “Medicina democratica” di Alessandria. Questa nuova collaborazione ha portato questi due soggetti a maturare la convinzione della necessità di favorire l’aggregazione del mondo dei movimenti e delle associazioni per rendere possibile il raggiungimento del fatidico “quorum” del 50% + 1 del corpo elettorale alle urne.
Una “chiamata all’impegno” che viene rivolta in prima istanza a tutte quelle realtà territoriali che hanno voluto ricordare con iniziative pubbliche ai primi giorni del novembre scorso il 23° anniversario del referendum inequivocabilmente vinto nel 1987 contro l’impiego della fonte nucleare a fini energetici. E che viene estesa  a quei gruppi e associazioni che hanno raccolto firme a sostegno della proposta di Legge di iniziativa popolare per un Piano energetico nazionale basato sulle fonti rinnovabili e sull’efficienza . A quelle sensibilità democratiche che avvertono come il nucleare uccida il federalismo, umili i territori, spacchi le comunità locali. A quelle forze economiche e sociali interessate a competere sul piano internazionale non copiando il modello cinese, non finanziando il nucleare a vantaggio di pochi Gruppi, ma realizzando un New Deal fondato sulla green economy e sulla riqualificazione complessiva del “ Sistema Paese” : così si salva davvero dentro i processi di globalizzazione la capacità manifatturiera dell’Italia che è fatta al 95% da artigianato e da piccole e medie imprese; così si creano molti più posti di lavoro !
La conferma arriva persino da una recente Piattaforma elaborata dalla Commissione Energia della Confindustria italiana “ Proposte per un Piano nazionale di efficienza energetica” che, se attuato, comporterebbe un risparmio del fabbisogno energetico italiano del 30% entro il 2030 e creerebbe un milione e seicentomila nuovi posti di lavoro entro il 2020.
Ecco perché la  battaglia referendaria riguarda davvero il futuro economico-sociale del nostro Paese: se vince la lobby nucleare verrà solo “mascherato” il declino dell’Italia ; al contrario la vittoria dei Sì al Referendum può rilanciare la strada dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, nella prospettiva di un modello di sviluppo più innovativo, democratico, poliarchico.

Noi  auspichiamo che si favorisca lealmente la partecipazione ai Referendum da parte di tutti, per riconsegnare la decisione alla sovranità popolare: nel 1987 furono i cittadini elettori a decidere con i Referendum di allora l’uscita dell’Italia dal nucleare . Oggi, siano ugualmente i cittadini elettori a decidere con i prossimi Referendum se rientrarci o cancellare di nuovo  l’opzione nucleare.
Il prossimo pronunciamento referendario sul nucleare, proprio perché di uguale portata costituzionale rispetto a quello avvenuto nel 1987, è l’unico modo sicuro per garantire il rispetto di una scelta sul lungo periodo da parte di tutti. Al contrario far mancare il quorum al referendum, esporrebbe ancora di più l’opzione nucleare  ad una sua successiva e legittima messa in discussione e interruzione in seguito al maturare di nuovi e diversi equilibri politici.  
Per rendere più efficaci le nostre buone ragioni nella difficile sfida che ci attende auspichiamo e  ricerchiamo poi la massima unità possibile, proponendo la costituzione di un Comitato referendario nazionale, autonomo dai partiti, che veda operare fianco a fianco tutte  quelle realtà multiformi e plurali che vanno dai gruppi contrari al nucleare espressione di specifici territori all’associazionismo culturale  e sociale, dall’associazionismo ambientalista ai movimenti per l’acqua pubblica e a quelli che si sono spesi per un ddl di iniziativa popolare per il ricorso alle fonti alternative rinnovabili.
Si è costituito a questo fine un Comitato promotore e “CreaFuturo”, che ne fa parte, si è assunto l’onere di organizzare a Cremona per sabato 5 e domenica 6 febbraio prossimi la “Iª tappa dei movimenti  italiani contro il nucleare” affidandone gli aspetti operativi al suo associato Circolo culturale “AmbienteScienze”. In quella sede, per ottenere la massima efficacia possibile della campagna elettorale, verrà proposto un progetto di informazione itinerante, cui si è dato il nome di “Giro d’Italia antinucleare”.
Pur amareggiati dal fatto che sarà una battaglia squilibrata almeno per quanto riguarda il confronto con la  ricchezza  di mezzi di cui dispone la lobby nucleare, confidiamo nella possibilità che si crei una opinione pubblica libera e consapevole  e un confronto civile sia a livello nazionale che nei territori, anche grazie al contributo volontario di competenza e passione di centinaia di individualità di alto profilo scientifico, economico e giuridico, e di migliaia di gruppi, associazioni, organizzazioni e movimenti di base che hanno deciso di testimoniare e impegnarsi con noi  in ogni parte d’Italia.

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