L'articolo "galeotto", per il quale il Direttore del settimanale che l'aveva pubblicato è stato "licenziato in tronco" dall’editore che è anche il nostro importante industriale metallurgico, riportava una notizia assolutamente vera, quella della visita della Guardia di Finanza presso gli uffici del Comune di Cremona per avere chiarimenti su una opaca vicenda riguardante una società organizzatrice di eventi (peraltro di proprietà del quotidiano locale che è di un altro editore espressione di un altro settore economico) finita sotto inchiesta per non aver giustificato la spesa di centomila euro versati proprio dal Comune per una importante manifestazione pubblica. Oltre alla brutale operazione di censura che lascia sbigottiti e preoccupati, si impone una prima e centrale considerazione: si è avuta la clamorosa conferma dello stato dominante da parte dell’economia locale nel controllo sull’informazione locale.
Una seconda considerazione non meno rilevante è questa: il potere economico locale è di chiaro supporto all’attuale establishment politico locale con ritorni, come ad esempio su alcune questioni ambientali, non sempre a beneficio dei cittadini.
Terza osservazione: da tempo corrono voci in vista delle prossime elezioni amministrative di scenari nuovi e “di larghe intese”. È il caso allora di prevedere un assessorato alla “Cultura Popolare”?
Mi auguro che si ricerchino subito rimedi a questo pericolo perché i cremonesi abbiano una fonte di informazione che non potrà che essere attendibile e non faziosa. Il più praticabile è la nascita di un blog che sia di riferimento per quella parte della cittadinanza che non intende accettare la censura nell’informazione, e quindi di essere escluso da ciò che accade nel suo territorio. Anche perché la censura è l’evidenza del degrado della democrazia.
Gruppo di riflessione “il frantoio”
Benito Fiori
Dimissioni di Antonio Leoni: non accettare la censura| B.Fiori
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