Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 08.14

Donne del Novecento ‘Ernesta Bittanti Battisti: intellettuale antifascista’ di Beatrice Primerano

Come avevamo segnalato in occasione del convegno di fine ottobre, il cui pannel era stato fittamente partecipato da valenti storici trentini, nei giorni scorsi si è svolta presso la Sala Belli del Palazzo della Provincia di Trento la Conferenza di presentazione del libro evidenziato nel titolo.

| Scritto da Redazione
Donne del Novecento ‘Ernesta Bittanti Battisti: intellettuale antifascista’ di Beatrice Primerano Donne del Novecento ‘Ernesta Bittanti Battisti: intellettuale antifascista’ di Beatrice Primerano Donne del Novecento ‘Ernesta Bittanti Battisti: intellettuale antifascista’ di Beatrice Primerano Donne del Novecento ‘Ernesta Bittanti Battisti: intellettuale antifascista’ di Beatrice Primerano

Donne del Novecento ‘Ernesta Bittanti Battisti: intellettuale antifascista’ di Beatrice Primerano

Come avevamo segnalato in occasione del convegno di fine ottobre, il cui pannel era stato fittamente partecipato da valenti storici trentini, nei giorni scorsi si è svolta presso la Sala Belli del Palazzo della Provincia di Trento la Conferenza di presentazione del libro evidenziato nel titolo.

 

I cui contenuti erano stati largamente anticipati nel Salone dei Quadri dalla conferenza di fine ottobre, donde venne ufficializzata una partnership di approfondimento e di divulgazione di un segmento storico. Originata naturalmente dalla circostanza che vede le due città accomunate dalla testimonianza civile e culturale di una grande donna del Novecento: Ernesta Bittanti Battisti.

A lei, spesso ricordata solo per essere stata la moglie di Cesare Battisti. Ma che in realtà, per il suo impegno politico e sociale e per la sua attività giornalistica e letteraria, merita di trovare posto accanto alle maggiori personalità della cultura italiana postunitaria. La giovane e valente ricercatrice e docente del prestigioso ateneo trentino le ha dedicato questo saggio. Che sicuramente fornirà un più ampio profilo di questa protagonista della vita civile, culturale e politica della prima metà del ventesimo secolo. Di lei, come si considerava nelle premesse, è stata trasmessa quasi esclusivamente la vulgata “della vedova di”. Che, se corrisponde effettivamente all’inesausta missione di tutela della memoria dell’eroe nazionale, non può e non deve essere divulgata troppo concedendo ad interessate versioni stereotipate. Ernestina come Cesare Battisti fu una delle massime espressioni dell’irredentismo. Ma fu anche e soprattutto testimone, coerente e tenace, di un approdo dell’unità nazionale, come risultante della sconfitta del militarismo e dell’autoritarismo degli imperi centrali. E, soprattutto, come processo foriero di una sistemazione territoriale, che preludesse ad un più ampio processo di convergenza continentale suscettibile di creare le basi di un futuro e stabile assetto di maggiore democrazia e di maggior giustizia sociale per l’Europa e per il mondo intero.

Come avevamo già sottolineato in occasione della conferenza di ottobre, la sua appartenenza a pieno titolo alla cultura ed alla concreta testimonianza antifascista costituisce uno dei perni di questa imponente personalità, scomparsa mezzo secolo fa ma largamente attuale.

Che meriterebbe di essere collocata, come ha fatto la prof. Primerano e come da tempo fanno la Fondazione Museo Storico del Trentino e l’équipe di docenti che con essa collaborano fattivamente, in una posizione più centrale nella ricerca e nella divulgazione storica. Facendone lievitare il rating, forse troppo relegato in un’ottica tutto sommato regionale e storicamente circoscritta, in una prospettiva molto più ampia.

Cesare Battisti ed Ernesta Bittanti, con buona pace di un sentiment trentino molto tiepido, che solo la tenacia dei circoli accademici ed intellettuali scientificamente accreditati e civilmente più aperti riesce ad attenuare, hanno rappresentato e rappresentano qualcosa di più di quanto una certa interessata divulgazione ha trasmesso e vuole trasmettere.

Ernestina, un’eccezionale figura di intellettuale si potrebbe dire a tutto tondo, ha, in materia di testimonianza dell’avversione al fascismo, scandito una scelta che l’avrebbe sicuramente accomunata a Cesare Battisti (se questi fosse sopravvissuto alla barbarie del conflitto mondiale).

Irredentismo ed antifascismo; ma anche testimonianza liberale, democratica e laica con sorprendenti venature di anticipazione dei tempi.

Ci sentiamo di concludere con una nota rassicurante ed augurante, di fronte alla tenacia con cui (in tempi un po’ così) la cultura, l’associazionismo, le istituzioni mostrano sensibilità ed impegno.

Ulteriormente, come voce dell’informazione del nostro territorio, non possiamo non sottolineare il valore della partnership tra la cultura di due territori, normalmente distaccati.

Di ciò va dato atto ai buoni uffici del presidente Bettini dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, del Presidente dell’ANPI prof. Corada e del direttore Ferrandi della Fondazione Museo Storico del Trentino.

Entrambi, insieme allo storico prof. Vincenzo Calì ed al presidente trentino dell’ANPI hanno animato un evento culturale di grande rilievo.

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