È MORTO RICCARDO GORUPPI | Ilde Bottoli (Cremona)
Il 31 marzo a Trieste si è spenta a 94 anni la voce di Riccardo Goruppi, testimone sopravvissuto alla deportazione nei Lager di Dachau, Kaufering, Leonberg.
Riccardo ha raccontato a decine di migliaia di giovani la sua storia di ragazzo italiano sloveno diciassettenne, partigiano, catturato insieme al padre per una spiata, rinchiuso e brutalmente interrogato al carcere triestino del Coroneo e poi caricato sul convoglio che lo porterà col padre nel Lager di Dachau. Nel 2011 gli studenti e i docenti delle scuole superiori di Cremona che parteciparono al Viaggio della Memoria a Dachau, ascoltarono per la prima volta, nella grande sala del museo, la sua testimonianza sofferta, accolta da un silenzio intenso, con gli sguardi dei ragazzi più eloquenti di qualsiasi parola. Il racconto rievocava la sua vita di deportato diciassettenne privato di qualsiasi segno di umanità, del tormento della fame insaziabile e dei pidocchi. Ma fu la conclusione della sua terribile esperienza ad imprimere un suggello indelebile al suo racconto. Quando, dopo la sua liberazione ad opera degli americani, nel monastero di St. Ottilien dove era stato curato, violando il divieto che proibiva agli ammalati di aprire certe porte, vide dei tronchi umani gravemente mutilati: erano soldati tedeschi feriti in guerra. “Lì ho provato pietà: sono tornato un essere umano.
In allegato il testo completo del ricordo.
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