Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 12.09

Esteri I sindacati condannano la repressione del popolo Saharawi

La nota congiunta di Cgil, Ccoo, Ugt, Cgt, Uso, Confederaciòn Intersindical, Intersindical Alternativa de Catalunya e Cgtp-In in merito alla violenta repressione della popolazione civile

| Scritto da Redazione
Esteri I sindacati condannano la repressione del popolo Saharawi

Esteri I sindacati condannano la repressione del popolo Saharawi

La nota congiunta di Cgil, Ccoo, Ugt, Cgt, Uso, Confederaciòn Intersindical, Intersindical Alternativa de Catalunya e Cgtp-In in merito alla violenta repressione della popolazione civile

"Quanto accaduto a Layoune il 19 luglio scorso, con l’intervento e le cariche della polizia nei confronti delle famiglie saharawi scese nelle strade della città in modo pacifico, cogliendo l’occasione della vittoria dell’Algeria nella finale della Coppa d’Africa, per rivendicare il loro diritto all’autodeterminazione e per la realizzazione del referendum, rappresenta un fatto grave, di violenza e di repressione delle libertà di espressione e di manifestare liberamente". Lo affermano in una nota congiunta Cgil, Ccoo, Ugt, Cgt, Uso, Confederaciòn Intersindical, Intersindical Alternativa de Catalunya e Cgtp-In in merito alla violenta repressione della popolazione civile Saharawi. "Un’azione repressiva - scrivono - che ha provocato decine di feriti e la morte di una giovane donna di 23 anni, Sabah Azman Hameida".

Le sigle quindi proseguono: "Questo ennesimo episodio di violenza e di repressione non fa che confermare quanto descritto nel recente rapporto dell’Alto commissariato dell’Onu per i Diritti dell’uomo (Ohchr) che esprime preoccupazioni per le continue «torture e violenze, l’utilizzo della detenzione arbitraria e la negazione dei più basilari diritti civili e umani ai detenuti politici”, chiamando le istituzioni marocchine ad assumere le loro responsabilità ed a garantire il rispetto dei diritti umani e delle libertà di espressione a tutte le persone, senza alcuna discriminazione. Non è con la violenza e con la repressione che si raggiungerà la pace, la sicurezza e la convivenza tra le diverse comunità della regione. Solamente con il rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e delle Risoluzioni delle Nazioni Unite, con la realizzazione del referendum di autodeterminazione ed attraverso il dialogo ed il negoziato tra le parti si potranno ottenere risultati duratori, la stabilità della regione del Maghreb".

I sindacati firmatari, "da sempre impegnati nella pace e nel rispetto dei diritti umani, condannano l'uso della violenza e della repressione da parte della polizia e dell'esercito marocchino contro la popolazione civile saharawi, chiedono alle autorità del Regno del Marocco di indagare e punire i responsabili di queste azioni violente che hanno causato feriti e la morte di Sabah Azman Hameida, nonché di garantire che la libertà di espressione sia garantita a tutti, e che per tutti i detenuti sia assicurato il processo equo ed il rispetto dei loro diritti umani".

Così concludono le organizzazioni: "Chiediamo, inoltre, all'Unione europea e alla Comunità internazionale di adottare misure efficaci e di pressione affinché lo Stato marocchino ponga fine alla repressione della popolazione saharawi. Allo stesso tempo, riteniamo che la Missione delle Nazioni Unite nel Sahara occidentale (Minurso) debba includere il monitoraggio e la difesa dei diritti umani tra le sue funzioni per garantire la conformità nel territorio e prevenire il verificarsi di eventi come quelli qui denunciati".

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