Franco Bordo (Sin.Ita) firma l’appello di Pisapia. Le critiche di Evelino Abeni
Voglio essere chiaro: la posizione assunta da Pisapia non può portarci a considerarlo avversario, col quale non si deve interloquire nell’area della sinistra, considerata anche la sua storia che all’inter-no di tale area e nelle battaglie per la difesa della democrazia ha visto momenti particolarmente rilevanti.
Ho letto (…) la notizia che il compagno Franco Bordo, deputato, sostiene la proposta di Giuliano Pisapia per dar corpo ad un ‘Campo progressista’ che riunisca le forze di sinistra. Non so, allo stato delle cose, se ciò significhi che Bordo sia più interessato a tale progetto piuttosto che alla costruzione di Sinistra Italiana, il partito che ha tenuto, nei giorni scorsi, il suo congresso fondativo a Rimini. Un percorso – quello che ha portato a tale congresso – avviatosi da almeno un anno Cioé dopo la decisione di Sinistra Ecologia Libertà (Sel) di sciogliersi per mettersi generosamente a disposizione della costruzione di un nuovo partito, impegnato nella (difficile) opera di riunire la sinistra italiana.
Bordo ha preso parte a tale percorso fino ad essere delegato al congresso di Rimini, per cui non riuscirei a comprendere un suo mutamento di indirizzo, ipotizzando un’adesione al progetto di Pisapia. Vorrei proporre diverse considerazioni all’attenzione di Franco rispetto a questa eventuale modificazione di rotta, ma mi limito ad esporne una particolarmente significativa. Il 4 dicembre scorso si è tenuto il Referendum su rilevanti modificazioni alla nostra Costituzione proposte da Renzi e dal suo partito. Sel, partito del quale Bordo era militante e dirigente, si è schierato per il No a tale riforma.
Non per giocare uno scherzo a Renzi, ma perché ha ritenuto che fossero in pericolo importanti contenuti della nostra carta costituzionale, affermando una certa concezione limitativa degli spazi di democrazia. Il compagno Franco ha avuto un ruolo attivo (molto più del mio) nella impegnativa battaglia referendaria. Giuliano Pisapia, purtroppo, stava dall’altra parte: era per il Sì. Mi risulterebbe difficile, dunque, capire come Bordo possa essere più portato a sostenere l’iniziativa dell’ex sindaco di Milano invece di prendere parte alla costruzione di Sinistra Italiana. Voglio essere chiaro: la posizione assunta da Pisapia non può portarci a considerarlo avversario, col quale non si deve interloquire nell’area della sinistra, considerata anche la sua storia che all’inter-no di tale area e nelle battaglie per la difesa della democrazia ha visto momenti particolarmente rilevanti. Perciò, ritengo che al suo progetto debba essere riservata attenzione, come per tutto ciò che si sta (anche confusamente, purtroppo) muovendo a sinistra. Ma un chiarimento è dovuto, da parte sua, relativamente al nodo delle riforme istituzionali, in ragione del Sì da lui espresso nel referendum.
Da ciò non si può prescindere, allorché si ipotizzano rapporti di collaborazione. Per quanto riguarda la collocazione politica di Bordo spero, mi auguro non abbia luogo fuori da Sinistra Italiana. Il che non impedirebbe di guardare a ciò che avviene esternamente al nuovo partito appena fondato. Un partito al quale aderisco, confidando non si rinchiuda in una posizione di semplice (pura?) testimonianza identitaria di sinistra, ma sia aperto a collaborazioni con altre forze democratiche che perseguano l’obiettivo di riformare radicalmente questa società dai tratti e connotati sempre più ingiusti. Oggi –anche in ragione di quanto sta avvenendo nel Partito Democratico – si parla molto della esigenza di unità a sinistra. Bene. Io ritengo, però, che tale obiettivo non si raggiunga mettendo in campo semplicemente (e talvolta strumentalmente) le mozioni degli affetti (che non mi trovano insensibile), ma dando corpo a progetti politici, sociali, economici realmente condivisi e che sostanzino effettivamente l’unità della sinistra italiana attorno all’obiettivo di una più equa società.
EVELINO ABENI (Cremona)