Sabato, 20 aprile 2024 - ore 05.44

Guerra del gas: la Turchia sempre meno dipendente dalla Russia di Matteo Cazzulani

Ankara aumenta la quantità di gas importata da Iran ed Azerbaijan a spese dell'oro blu proveniente da Mosca. La crisi diplomatica turco-russa e la politica di diversificazione delle forniture di gas dell'Unione Europea le ragioni del nuovo equilibrio energetico

| Scritto da Redazione
Guerra del gas: la Turchia sempre meno dipendente dalla Russia di Matteo Cazzulani

Varsavia - Più Iran ed Azerbaijan e meno Russia, ma pur sempre dipendenti dal gas di Mosca. Questa è la situazione della politica energetica della Turchia che, secondo l'Agenzia per la regolamentazione del mercato energetico turco -EPDK- nel primo trimestre del 2016 ha importato un totale di 13,17 miliardi di metri cubi di gas, dei quali 10,24 attraverso gasdotti, mentre il 2,93 per mezzo di rigassificatori.

Secondo i dati della EPDK, ad acquisire importanza nella politica energetica turca è l'Iran, che ha incrementato le forniture di gas alla Turchia dai 2,14 miliardi di metri cubi di gas del primo trimestre del 2015 ai 2,18 miliardi di metri cubi inviati ad Ankara nel primo trimestre del 2016.

Nello specifico, le forniture di gas dall'Iran, effettuate attraverso il Gasdotto Terbiz-Ankara, coprono il 16,4% delle importazioni di oro azzurro complessive della Turchia.

Ad incrementare la propria importanza come fornitore di gas della Turchia è anche l'Azerbaijan che, secondo le stime, ha incrementato la quantità di oro azzurro esportato nel mercato turco a 1,71 miliardi di metri cubi di gas nel primo trimestre 2016 rispetto all'1,69 del primo trimestre del 2015.

Le importazioni di gas dall'Azerbaijan, effettuate attraverso il Gasdotto Baku-Tbilisi-Erzurum, coprono il 13% del fabbisogno di gas della Turchia.

L'incremento delle importazioni da Iran ed Azerbaijan ha comportato un decremento della quantità di gas che la Turchia importa dalla Russia. Ad oggi, Ankara ha importato da Mosca 6,35 miliardi di metri cubi di gas nel primo trimestre del 2016, in netto calo rispetto ai 7,5 miliardi di metri cubi di oro azzurro russo importati nel primo trimestre 2015.

La Russia, che esporta gas nel sistema infrastrutturale energetico turco attraverso il Bluestream -gasdotto realizzato sul fondale del Mar Nero- resta tuttavia un importante fornitore di energia per la Turchia, dal quale Ankara importa il 48,2% di oro azzurro.

Le motivazioni dell'incremento dell'importanza energetica di Iran ed Azerbaijan a spese della Russia nel mercato energetico della Turchia sono legate a motivazioni di diversa natura. In primis, il congelamento delle relazioni diplomatiche tra Ankara e Mosca a seguito dell'abbattimento di un velivolo miliare russo nel Novembre 2014, ritenuto dalle forze armate turche responsabile di avere ripetutamente violato lo spazio aereo della Turchia, ha avuto ripercussioni sul lato energetico.

Infatti, Ankara non solo ha decrementato la quantità di gas importata dalla Russia, ma ha anche affossato il Turkish Stream, un gasdotto che Mosca aveva progettato, sempre sul fondale del Mar Nero, per incrementare la quantità di gas inviata nei mercati energetici dell'Unione Europea -e, con esso, aumentare la dipendenza dei Paesi membri UE dalle forniture di energia del Cremlino.

In secondo luogo, occorre considerare lo stretto legame energetico tra Turchia ed Azerbaijan, rafforzatosi, di recente, con la realizzazione del Corridoio Meridionale Energetico Europeo, un fascio di gasdotti che la Commissione Europea ha concepito per diversificare le forniture di gas nei mercati dei Paesi membri dell'Unione Europea.

Il Corridoio Meridionale è concepito per veicolare gas dall'Azerbaijan all'Italia attraverso la Turchia, che figura non solo come un importante Paese di transito, ma anche come uno dei principali investitori dell'infrastruttura.

Infine, da tenere da conto è anche la revoca delle sanzioni occidentali all'Iran, un fatto che ha incentivato Tehran a presentarsi agli occhi dell'Unione Europea come un potenziale fornitore di gas che, assieme all'Azerbaijan, aiuterebbe l'UE a decrementare l'alta dipendenza energetica da Russia ed Algeria.

Le conseguenze del gelo energetico turco-russo

Oltre a Iran ed Azerbaijan, importante per la Turchia potrebbe rivelarsi la carta israeliana, dal momento in cui Israele mantiene vivo un progetto atto ad esportare il gas proveniente dai giacimenti del Mediterraneo Orientale nel mercato dell'Unione Europea proprio attraverso il sistema infrastrutturale energetico turco.

Nello specifico, il progetto israeliano prevede la realizzazione di un gasdotto sul fondale del Mediterraneo orientale per veicolare il gas estratto dai giacimenti Tamar e Leviathan fino alla Turchia dalla quale, attraverso il Corridoio Meridionale, l'oro azzurro di Tel Aviv arriverebbe in Unione Europea.

Con l'avvio delle importazioni di gas da Israele, ma già da ora con l'incremento della quantità di gas veicolata da Iran ed Azerbaijan, la Turchia potrebbe rafforzare la propria posizione nei confronti dell'Unione Europea, risultando, agli occhi di Bruxelles, un Paese di transito del quale l'UE non può fare a meno per diversificare le proprie forniture di gas.

D'altro canto, la diminuzione del peso della Russia nel mercato energetico turco potrebbe comportare un inasprimento delle relazioni tra Ankara e Mosca, sopratutto se si considera che, per il Cremlino, la Turchia rappresenta uno dei principali mercati nei quali esportare il proprio gas.

Matteo Cazzulani Analista Politico dell'Europa Centro Orientale @MatteoCazzulani

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