I cambi di casacca da Lega a FdI sono una pugno agli elettori|Francesco Capodieci (Cr)
Caro direttore, il recente passaggio di tre consiglieri comunali cremonesi dal gruppo della Lega a quello di Fratelli d’Italia ha riproposto, in chiave locale, il tema dei «cambi di casacca» da parte dei politici eletti. Un tema assai ricorrente a livello nazionale - nell’ultima legislatura si sono registrati ben 468 cambi di gruppo parlamentare, protagonisti 218 deputati e 88 senatori -, ma che non può essere trascurato neppure nell’ambito locale ove, attraverso le elezioni, il cittadino ha l’opportunità di scegliere i suoi rappresentanti fra i candidati proposti dal partito nel quale ha riposto la propria fiducia.
Ma può essere soddisfatto se, qualche anno dopo le elezioni, il candidato prescelto avrà deciso improvvisamente di lasciare il partito da lui votato per passare a una forza politica concorrente, ancorchè alleata di governo?
Sotto il profilo giuridico i cambi di casacca, in Parlamento e nei consigli comunali o regionali, sono da ritenere leciti.
Sul piano morale, però, lasciano alquanto perplessi e penso che contribuiscano non poco a quella crescente disaffezione dei cittadini verso la vita politica e amministrativa, testimoniata dal costante calo dei votanti alle elezioni.
Francesco Capodieci (Cremona)
