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I contenuti del Fondo Zanoni depositato presso Archivio di Stato di Cremona

"Il fondo dell'ex sindaco un contributo importante per la memoria della nostra comunità"

| Scritto da Redazione
I contenuti del Fondo Zanoni depositato presso Archivio di Stato di Cremona I contenuti del Fondo Zanoni depositato presso Archivio di Stato di Cremona I contenuti del Fondo Zanoni depositato presso Archivio di Stato di Cremona


Editoriale Incontrarsi e dirsi addio… Arrischia di diventare l’amara conclusione della conferenza di presentazione ufficiale della consegna del fondo personale dei carteggi e dei manoscritti di Emilio Zanoni, afferenti alla procedura testamentaria, con cui, unitamente alla sorella professoressa Mina, il Comune di Cremona veniva nominato erede universale. Amara e, bisognerebbe doverosamente aggiungere, deludente, perché neanche lontanamente considerata quel 18 settembre 2002, quando sei naufraghi del disciolto partito socialista cremonese (Enrico Vidali, Fiorino Bellisario, Giuseppe Fabemoli, Maurizio Noci, Angelo Pasqualini, Gianmario Beluffi) procedettero, avanti il notaio avv. Giovanni Battista Donati in Crema, alla costituzione dell’Associazione Emilio Zanoni “per la ricerca, la documentazione, la divulgazione della storia del socialismo cremonese”. Lo tsunami dello snodo alla seconda repubblica aveva raggiunto la propria acme dieci anni prima; mentre l’elaborazione del recente lutto per la scomparsa del leader (che, per difendere meglio le ragioni e l’onore del socialismo italiano aveva raggiunto la quarta sponda mediterranea; mentre dirigenti, attivisti e militanti restarono di guardia al tradizionale bidone di benzina) era ancora in corso. Fatto questo che dava, come si vedrà nel prosieguo, la stura ad un variegato ventaglio di opzioni; che andavano dall’opzione di continuare la testimonianza militante (a destra, a sinistra, in autonomia) a quella della presa d’atto della vastità e della profondità di un cambio di passo che, geometricamente rafforzato e cingolato dalla criminalizzazione giustizialistica a senso unico e, soprattutto, dal bipolarismo, non avrebbe lasciato nulla dello scenario preesistente. Mi collocai per il secondo modello di testimonianza civile: fuori dall’intelaiatura della seconda repubblica, apolide, per rendere giustizia, attraverso la salvaguardia delle fonti documentali e la ricerca, alla storia.

Per quanto embrionale l’idea prospettava le sue belle criticità. Intanto, mettere insieme un nucleo di testimoni interessati al progetto. Individuarli nel vecchio bacino della comune militanza socialista si prospettava come l’impresa più improba; in quanto, si sa, nel temperamento socialista, è stato prevalente il moto centrifugo su quello centripeto. Mi vennero in soccorso il rapporto umano, cui avevo sempre improntato la mia testimonianza partitica e non, e l’incoraggiamento inaspettato, perché pervenuto dal fronte dei “carnefici”, di un esordiente leader locale destinato a meritato cursus napoleonico (la cui identificazione scoraggerò anche sotto dettatura); che mi mise tra le mani la documentazione del progetto, ormai avanzato, del Centro Galmozzi di Crema. Marciammo divisi per colpire uniti l’obiettivo di valorizzare la memoria storica del nostro territorio; sperando di associare altre culture politiche e culturali e l’azione delle istituzioni locali. Il primo, fu colto ben presto con la convergenza sul nostro programma della scuola mazziniana e di singole testimonianze sia del pensiero laico e di sinistra che del cristianesimo liberale. Sul secondo (l’associazione nel progetto delle istituzioni locali, su cui l’omologo Centro di Crema aveva fatto bingo subito) non avremmo potuto conseguire una sconfitta più clamorosa. La Provincia, allora presieduta dal prof. Corada, avrebbe aderito quasi subito; mentre il Comune, l’istituzione principe di riferimento (in quanto la personalità, cui avevamo intitolato il progetto culturale, ne era stato amministratore per un trentennio e, si parva licet, l’aveva eletta erede universale dei propri beni), avrebbe mantenuto la porta serrata per oltre dodici anni. Insomma, sulla pratica “adesione come socio istituzionale all’Associazione Zanoni” il profilo del Comune, a parte la collaborazione a progetto con il Sindaci Corada e Perri e i loro assessori Berneri e Bona, non ci fu verso di scalfire minimamente un ermetismo, che neanche il maggior “poeta morente” Ungaretti avrebbe potuto concepire.

Ne diciamo due sole, di chicche;per delineare l’incomunicabilità. In occasione del 150° della morte di Leonida Bissolati, che la giunta comunale con la fattiva opera del Prof. Berneri aveva onorato con un importantissimo convegno storico di carattere nazionale, lo scultore Coppetti donò alla Città un busto del parlamentare e ministro di sua generosa esecuzione. Da non credere: avremmo dovuto aspettare la giunta provinciale di centro-destra per collocare l’opera dell’ insigne scultore cremonese. A caval donato, come si dice, non si guarda in bocca; ma la location non ci sembrò e continua a non sembrarci tra le più adeguate. Due anni prima, demmo alle stampe un compendio della ricerca storica sul socialismo cremonese – dagli albori al 1948, “Il Socialismo di Patecchio”. Delle 1.200 copie, realizzate in autonomia finanziaria e col contributo del generoso editore Alberto Persico, un po’ più di 300 approdarono, gratuitamente, alle biblioteche  scolastiche e comunali della provincia. Ebbene, per la prima volta un Sindaco di Cremona ne avrà tra le mani un esemplare omaggiato (inutile cercarne nei depositi del cerimoniale di palazzo, dove di solito si acquistano edizioni anche sui coleotteri). Quando il destino o domeneddio vollero, le amnesie e le aporie vennero a cessare per interessamento del vice-sindaco Maura Ruggeri e dell’assessore Rosita Viola. Temiamo, più che per incipitaria elaborazione istituzionale, per ragioni ascrivibili alla qualità delle persone. O forse anche per il fatto che le due valenti amministratrici comunali hanno avuto, come noto, come genitori stimatissimi amministratori (non aggiungiamo l’aggettivo socialisti, in quanto lo stigma della demonizzazione è indelebile). Sia come sia, la cesura nel rapporto, secondo chi scrive radicata in un pregiudizio intollerabile, si cicatrizza con l’adesione del Comune e con la determinata del trasferimento in comodato d’uso del fondo delle carte Zanoni all’Archivio di Stato (obiettivo per il quale l’Associazione si era, inutilmente spesa). Prima doveva essere terminata la procedura testamentaria, poi bisognava identificare la collocazione dei faldoni, poi, una volta che fossero stati individuati, bisognava fare la delibera… e via… Poi, inaspettatamente, cominciò ad operare una sorta di “ruota per gli esposti, per gli illegittimi non riconosciuti”; attraverso cui ci fu anonimamente consegnato l’album fotografico della famiglia Zanoni, la determina di ammissione di Emilio Zanoni al Collegio Borromeo, poi la tesi di laurea. Finalmente, fui contattato dal compagno ed amico Giuseppe Azzoni, che sta dedicando tempo e risorse rilevanti alla memoria storica ed alla divulgazione, con l’annuncio del reperimento delle carte Zanoni. Carte che lo stesso Azzoni ha preservato, ordinato e catalogato e che, per concorde segnalazione, il Comune “erede” del compianto Sindaco Zanoni rende fruibili nella sede più consona, l’Archivio di Stato. Ma, nel momento in cui ho preso contatto, sia pure superficiale, con i manoscritti, che per la parte delle composizioni poetiche in lingua locale sono state ordinate e trascritte da Agostino Melega, non ho potuto associare al compiacimento per il risultato lo sconcerto per il tempo perduto e, soprattutto, per la sensazione (o forse qualcosa di più della sensazione) di un pregiudizio nei nostri confronti, dettato da assai probabili riflessi pavloviani. Un pregiudizio che ha comportato un lasso di dodici anni per l’adesione del Comune all’Associazione e per l’accesso e alla fruizione al fondo personale di carte e manoscritti (l’esame del quale, considerazione non secondaria per un ricercatore, avrebbe probabilmente migliorato la qualità del libro dedicato al suo profilo biografico e pubblico). A questo punto estrapolo dalla risoluzione, approvata all’unanimità dall’Ufficio di Presidenza, un significativo passo, che incardina le ragioni per cui i Soci Fondatori ed i Soci tutti dell’Associazione verranno investiti della riconsiderazione della permanenza degli scopi associativi. Con quelle credenziali accademiche, con quella viva intelligenza, con quella curiosità insaziabile per la cultura, al giovane Zanoni quasi ottant’anni fa si sarebbero potute aprire molte porte sociali e molte prospettive professionali; solo che avesse voluto. Volle, invece, occuparsi delle cose che riteneva potessero dare un senso alla sua esistenza: il giornalismo, la buona politica, l’impegno nelle istituzioni, l’afflato verso gli ultimi. Da queste premesse non poteva che scaturire la scelta di nominare erede universale dei loro beni la Municipalità. In un profilo, consono con il loro stile, di riservatezza; che, tuttavia, non esimerebbe l’erede dal darne, quando ritenesse, conto. Non solo per una ragione di trasparenza; ma per l’opportunità che la pubblica amministrazione ha di incoraggiare, con l’autorevolezza certificata dalla chiarezza e dal buon impiego dei lasciti testamentari, gesti di liberalità comunitaria. Se Cremona dispone ancora di una solida e qualificata rete di servizi assistenziali e caritativi, tanto apprezzati specialmente nelle difficili temperie, lo si deve a questo impulso di generosità verso la comunità e verso i cittadini più deboli. Ricordarlo ogni tanto, con le parole e, soprattutto, con gesti e opere (coerenti con questi slanci) serve sicuramente a non sopire questo fecondo impulso della nostra comunità.” Non ce l’abbiamo, come si suol dire, con questo giovane vertice istituzionale, che all’epoca della testimonianza pubblica di Zanoni non era, come suggerirebbe Melega, neanche nelle braghe del vescuf. Per il vero la nostra serenità ci porta a non avercela con nessuno. Ma alla Città e a chi la governa e l’ha governata chiediamo, in solido per una ragione di continuità amministrativa, di dare conto su questioni cruciali.

E.V.

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IL FONDO DELLE CARTE E DEI MANOSCRITTI DI EMILIO ZANONI APPRODA ALL'ARCHIVIO DI STATO

Memorie importanti della storia contemporanea della nostra città sono state rivissute nella Sala Conferenze dell'Archivio di Stato nel pomeriggio di venerdì 16 gennaio 2015. Nel corso di una sobria ma significativa cerimonia è stato ufficializzato il passaggio, da parte del Comune di Cremona che ne è stato l'erede,  a questa importante istituzione, del fondo delle carte di Emilio Zanoni, sindaco di Cremona dal 1970 al 1980. Un appuntamento importante a vent'anni dalla scomparsa di questo illustre cittadino, scomparso il 15 agosto 1995. Manoscritti, documenti e materiali fotografici appartenenti ad Emilio Zanoni furono infatti prelevati, secondo le volontà testamentarie, dall'abitazione dello stesso dopo la sua morte e della sorella, prof.ssa Mina, Nonostante i ripetuti solleciti, avanzati dall’Associazione intitolata al compianto Primo Cittadino, a  tutte le amministrazioni succedutesi nel corso della procedura testamentaria, si erano perse le tracce di tale fondo. Inaspettatamente, riemersero dall’oblio e furono sottoposte a una prima ricognizione da parte di Giuseppe Azzoni. A tale preliminare operazione è poi seguita la revisione dello studioso Matteo Morandi. In una sala gremita erano presenti, tra gli altri, la vice sindaco Maura Ruggeri che ha seguito inizialmente per l'Amministrazione l'iniziativa, poi proseguita dalla collega Rosita Viola, Giuseppe Azzoni dell’ANPI, Agostino Melega, che si è occupato delle inedite poesie dialettali dello stesso Zanoni rivenute tra le sue carte, oltre a numerosi esponenti del mondo politico e culturale cittadino. Del cospicuo materiale dell'ex sindaco fa parte anche un inedito e corposo saggio storico dattiloscritto nel 1955 sul movimento di Liberazione cremonese con riferimenti al Risorgimento. Nel fondo sono presenti la tesi di laurea (1938), note, appunti, poemetti di diverso genere dal periodo universitario in avanti, relazioni e testi di interventi di carattere politico amministrativo, immagini fotografiche. Fino al 23 gennaio una selezione di documenti e fotografie provenienti di questo materiale è esposta all'Archivio di Stato.

IL SALUTO DI CLARA ROSSINI, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE EMILIO ZANONI: “È per me un onore rappresentare qui, oggi, l’Associazione Emilio Zanoni, la personalità che è al centro di questa conferenza dal grande valore simbolico. Con la consegna del fondo di carte e manoscritti dell’ancora rimpianto esponente del socialismo cremonese arriva in porto un progetto di memoria storica che ci ha visto impegnati per tanti anni. E che, per la sua realizzazione si sono con noi impegnati Giuseppe Azzoni, il vicesindaco Maura Ruggeri, l’Assessore Rosita Viola, la Direttrice Angela Bellardi, il dottore Agostino Melega, cui va il nostro riconoscente apprezzamento e ringraziamento. Il prosieguo dirà concretamente se l’ansia di salvare queste carte e di renderle suscettibili di creare cultura avrà riscontro nei fatti. La buona premessa per ciò risiede in questa location fisica e nell’aura immateriale che vi aleggia nel senso di sollecitazione dell’arricchimento culturale e civile. E’ un modo questo per restare aderenti al profilo esistenziale del generoso Emilio Zanoni; il cui ricordo rimanda immediatamente al prossimo evento organizzato per lunedì 23 febbraio, a qualche decina di metri, al Teatro Filo. Agostino Melega, che ha ordinato e trascritto le poesie di Zanoni, ci guiderà, con la collaborazione di eminenti cultori della lingua cremonese, attraverso la vasta produzione letteraria del nostro indimenticato senatore e sindaco. Nel rinnovare il nostro ringraziamento a tutti, compio ora, Signor Sindaco, un gesto dal valore simbolico. Le faccio omaggio, con senso d’orgoglio, per quanto Ella rappresenta per la nostra Città, ma anche di sconforto dettato dalla penuria di quanto le stiamo donando, di un esemplare del libro “Il Socialismo di Patecchio”, edito dal nostro concittadino Alberto Persico. Le 1200 copie sono andate a ruba. Almeno 300 sono state da noi diffuse gratuitamente nel sistema bibliotecario comunale e scolastico, altre sono state distribuite in occasione delle conferenze collaterali, altre sono state vendute dall’editore, altre ancora remainders erano in vendita su internet. Ne sono restate poche, forse una decina. Non pensi di trovarne altre nel deposito librario del suo ufficio cerimoniale, dove solitamente si conserva l’editorialistica in uso per esigenze di relazioni. Il Comune, infatti, che sponsorizza di tutto, non ne ha ritirata neanche una. Questo libro è per noi, di cultura laica, non una tavola ma un paradigmatico strumento di conoscenza della nostra memoria e della testimonianza civile dei valori e dei principi che sono stati alla base del movimento socialista. Che, tra errori e meriti, molto ha dato alla Città che Ella è stata chiamata a guidare. La ricerca si apre, oltre che con il profilo biografico di Zanoni, con il capitolo titolato “un poker di sindaci dalla grande popolarita’…senza bisogno di lifting”. Li ricordiamo brevemente a Lei, che per ragioni anagrafiche potrebbe esserne pronipote o più. Bruno Calatroni fu il Sindaco nominato dal Comitato di Liberazione il giorno stesso della liberazione dal nazi-fascismo. Era stato ufficiale dell’esercito, era avvocato, non aveva avuto, da Sindaco, remora alcuna ad affrontare arma in pugno i facinorosi che il 1° maggio del 1945 pensavano, nel piazzale della Stazione, di protrarre all’infinito violenze e vendette in nome dei valori antifascisti. Nel marzo dell’anno dopo, in occasione delle prime elezioni comunali libere, fece spontaneamente un passo indietro indicando il suo successore, che riteneva più meritevole e preparato. Il suo successore, sarebbe stato in carica fino al novembre del 1948, quando, non ancora cinquantenne soccombette agli inesorabili postumi di una ferita di guerra, rimediata nella trincea a dispetto del suo non interventismo, e delle ricorrenti bastonature dispensate dalle squadracce farinacciane. Era un lavoratore autonomo e svolgeva, come tutti gli altri amministratori la funzione pubblica senza compenso. Fatto questo, che combinato alla lunga malattia, determinò una certa indigenza per la famiglia. In tempi in cui la contrapposizione politica era irriducibile, ma l’afflato umano eccezionalmente coeso, il Consiglio unanime gli attribuì eccezionalmente un appannaggio. Rifiutato con sdegno, da lui agonizzante, e successivamente dalla vedova, nonostante i tre bambini e una situazione non florida. Era mio padre, Gino Rossini. Non in linea temporalmente diretta, gli sarebbe succeduto il rag. Arnaldo Feraboli; un funzionario di banca, che contemporaneamente aveva diretto la cooperazione e per cinque anni il Comune. Suo figlio Luciano, giovane medico, già dall’estate 1945 aveva attivato presso la sede socialista un’équipe di medici, una sorta di emergency ante litteram, che volontariamente e gratuitamente curava i poveri della città. L’ultimo del poker di sindaci socialisti fu Emilio Zanoni. Di cui abbiamo poco da aggiungere. Se non un particolare edificante. Suo padre Enea era un ferroviere di ideali socialisti e per ciò stesso angariato, come il padre di Mario Coppetti, dal regime autoritario. In casa Zanoni c’erano altri tre bambini ed una situazione economica che definire disperata non rende efficace idea. Questi quattro figli, con immaginabili sacrifici, si acculturarono tutti. Due decedettero prematuramente. Emilio e la sorella professoressa Mina presero la loro strada in professioni liberali, pur mantenendo un treno di vita sobrio e parsimonioso. Che permise loro un cospicuo legato alla Città che servirono e tanto amarono. Non abbiamo fatto menzione dei socialisti successivamente impegnati nella civica amministrazione che ci sono contemporanei. Facciamo eccezione per Mario Coppetti, che avrebbe potuto essere Sindaco e rimanendo vicesindaco, in omaggio a logiche di attribuzione di responsabilità su basi politiche, ha fornito per oltre un quarto di secolo un contributo importante alla crescita della Città. Ma ci inchiniamo di fronte alla loro testimonianza civile e li accomuniamo ai Sindaci cremonesi di altra sensibilità politica: Ottorino Rizzi, Giovanni Lombardi, Vincenzo Vernaschi. Una testimonianza, articolata nei valori del socialismo umanitario o del cristianesimo sociale ma coesa in una forte mission, donde scaturì un assetto civile fatto di solidarietà, di uguaglianza, di sviluppo. 

ANGELA BELLARDI, direttrice dell'Archivio di Stato, nella sua introduzione, sottolineando la proficua collaborazione tra l'istituzione da lei diretta ed il Comune, ha rimarcato che l'Archivio di Stato, sempre più orientato ad acquisire materiale riguardante la storia contemporanea che diversamente rischierebbe di non essere conosciuto oppure di andare disperso, arricchisce il suo considerevole patrimonio con la cessione delle carte di un personaggio fondamentale per la storia della nostra città, sia dal punto di vista amministrativo che intellettuale.

L'assessore alla Trasparenza ROSITA VIOLA, che si occupa di associazionismo e cura i rapporti con l'Associazione intitolata ad Emilio Zanoni, ha ringraziato tutte le persone che hanno lavorato per rendere possibile il passaggio dal Comune all'Archivio di Stato del fondo Zanoni. “Non ho conosciuto personalmente il sindaco – ha detto l'assessore Viola - se non dai racconti di mio padre, anche lui amministratore, ma so il valore che lui dava al Consiglio comunale, valore in cui io stessa mi ritrovo. E' questo un momento importante in un luogo dove viene svolto un lavoro assai significativo e allo stesso tempo silenzioso legato alla memoria che, se condivisa, costituisce un aspetto fondante della nostra società”.

Ha concluso la serie degli interventi ufficiali il sindaco GIANLUCA GALIMBERTI. “Ringrazio l'Associazione Emilio Zanoni, l'Archivio di Stato e tutte le persone che si sono prodigate perché questo passaggio andasse a buon fine", ha detto il sindaco che ha così proseguito: "L'Archivio è sicuramente un'istituzione centrale nella nostra città. Noi abbiamo bisogno di re imparare a fare memoria: questo significa ricostruire la storia delle persone e rendere di nuovo attuale. Questa città deve ricominciare ad essere orgogliosa di ciò che è stata. Fare memoria vuol dire anche capire di cosa abbiamo bisogno e noi oggi abbiamo bisogno di luoghi per la formazione della classe dirigente. Della figura di Emilio Zanoni e del suo operato – ha aggiunto il sindaco - voglio sottolineare due insegnamenti: uomini grandi si distinguono perché riconoscono vicendevolmente le proprie virtù, indipendentemente dalle rispettive posizioni. Il secondo insegnamento è quello della bontà, virtù grande che richiede grande coraggio”.

La conferenza è proseguita e conclusa con le significative testimoninanze di Agostino Melega e di Giuseppe Azzoni, che, come si è ripetutamente affermato, sono stati, insieme alla Direttrice Angela Bellardi, i protagonisti del riordino delle carte.

Agostino Melega: “Lunedì 23 febbraio alle 17, al Filo, ad accogliere Emilio Zanoni nella simbolica casa locale del dialetto d’arte vi saranno personalità che col proprio impegno hanno profuso lungo il corso degli anni energie e competenze nella valorizzazione del vernacolo, negli studi di dialettologia e nella proposta di una letteratura dialettale di qualità.  A tal fine, avrò l’onore di  moderare una tavola rotonda dal titolo <>, alla quale parteciperanno il professor Angelo Rescaglio, la professoressa Bruna Silvana Davini Petracco, il professor Gian Luca Barbieri ed il professor Vittorio Cozzoli e gli attori Milena Fantini e Walter Benzoni.Ciò che ha maggiormente stuzzicato il mio approccio è stata la ricerca e la scoperta di un Zanoni inedito ai più, di un Zanoni poeta del dialetto, di un Zanoni poeta delle vibrazioni della coscienza.”

Giuseppe Azzoni Ha chiuso il giro degli interventi il rappresentante dell’ANPI Giuseppe Azzoni che aveva compiuto a suo tempo una prima analitica ricognizione delle carte oggi catalogate nell’Archivio di Stato. Dopo aver accennato alle caratteristiche particolari di questo fondo, costituito da carte di diversissimo carattere, accantonate da Zanoni nel corso di moltissimi anni, da quando era studente negli anni ‘30 agli anni ’90, Azzoni le ha accostate ai principali periodi della sua vita: la giovinezza, la Resistenza, il dirigente politico socialista, l’amministratore pubblico. Descrivendo il contenuto delle buste d’archivio, in cui questi documenti e le numerose fotografie sono stati egregiamente sistemati da Matteo Morandi, egli si è soffermato su alcune di esse. Il notevole saggio sulla storia dell’antifascismo cremonese comparato con l’epopea del Risorgimento, gli appunti di alcuni interventi particolarmente significativi, gli scritti personali come i poemetti, confidenze fatte a semplici foglietti e gelosamente custoditi, dagli anni di università al dopoguerra e anche oltre. Si è data lettura di alcuni “incipit” particolarmente curiosi, efficaci, espressivi. Un aspetto davvero inedito e molto umano della personalità di Zanoni.”

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Di seguito l’inventario delle carte di Emilio Zanoni depositate presso l’Archivio di Stato 

ARCHIVIO DI STATO DI CREMONA: Carte Emilio Zanoni Inventario

a cura di Giuseppe Azzoni, revisione di Matteo Morandi

Cremona, gennaio 2015

b. 1

Studi

1. Cartella con scritta “Storia – Filologia”. Trattasi di materiali relativi agli studi liceali e universitari di

Emilio Zanoni e della sorella Mina: nello specifico, tesina manoscritta Il giudizio di Cicerone sul poema

di Lucrezio; altra L’espulsione dei gesuiti e le dottrine politiche del tempo; dispensa ciclostile del prof.

Paolo Serini Il problema morale; dattiloscritti di studio letteratura italiana; dispensa ciclostile Roma alla

conquista del mondo; altra Ordinamento dell’esercito sotto Augusto; dattiloscritto su Tiziano; fascicolo

ciclostile sulla fonetica osco-umbra; manoscritto letteratura greca.

2. Sei quaderni di studio di Mina Zanoni.

3. Altri materiali scolastici, anche della sorella Mina: nello specifico, dattiloscritti sui Promessi sposi,

Shakespeare, Cartesio, appunti di storia della filosofia, glottologia, storia, manoscritti e dispense

ciclostile di vario genere.

b. 2

1. Materiali scolastici, anche della sorella Mina, di argomento letterario, storico, giuridico... Manoscritti

di Mina Zanoni sulle sue esperienze d’insegnante.

2. Diploma col quale si conferisce a Emilio Zanoni il posto di alunno dell’Almo Collegio Borromeo in

Pavia, 17 ottobre 1933, in cornice.

3. Tesi di laurea di Emilio Zanoni L’Actio praescriptis verbis nel Medio Evo, Università di Pavia, a.a.

1936-1937, relatore Pietro Vaccari.

Ve r s i e produz ione l e t t e r a r i a

4. Quaderno manoscritto Ausonio Cremonese Emilio Antonio Zanoni Poesie, con dedica Al superbo

spirito di Giosue Carducci..., 1930-1933. Allegati, tra l’altro, ex libris Coll’inno che ci diè pien

d’avvenire.

5. Altro quaderno manoscritto Ausonio Cremonese Emilio Antonio Zanoni Versi, incipit Col verso

audace lo schiaffeggerò, 1932-1933. Poemetti concernenti luoghi della città di Cremona.

6. Altro quaderno manoscritto con incipit Sepulchrum muravimus musae, 1933-1935. Scritti vari anche

in forma di poemetti.

7. Foglietti manoscritti con incipit Cameretta di studente povero…, Il cielo umbratile di novembre…

8. Quaderno manoscritto Emiliantonio Zanoni Ausonio Cremonese Versi, con dedica All’anima grande

di Giosue Carducci, 1935.

9. Quaderno manoscritto I Pileati, incipit Ecco un grido ti do ‘morte ai tiranni’ (G. Carducci), 1936-

1941. Poemetti antifascisti.

10. Fascicoli dattiloscritti con altri poemetti antifascisti (compaiono alcune date degli anni Trenta, ma

evidentemente copiati a macchina in seguito).

b. 3

1. Quaderno manoscritto, 1938.

2. Quaderno manoscritto con appunti di vario genere EAZ “... Marzo ritorna…”.

3. Foglietti manoscritti con incipit Dritto e fiero morirò in pace… Allegata foto con scritta sul retro Eva

Milano 1.5.1939.

4. Blocco manoscritto Il diario dei giorni perduti, 1950. Appunti vari.

5. Manoscritti di 311 fogli numerati totali, con note e riflessioni di carattere storico, letterario e politico,

incipit Non sei mai entrato per caso, o lettore…

6. Fascicolo dattiloscritto Gherardo Patecchio Versi, giugno 1954.

7. Foglietti manoscritti tra diario e racconto, con incipit Una sera lunare di settembre...

8. Fascicoli manoscritti con poemetti perlopiù dialettali in versi e in prosa, in genere senza data

(compaiono su alcuni gli anni 1970 e 1977).

9. Poemetti dattiloscritti in dialetto cremonese.

b. 4

Ri c e r che s tor i che

1. Manoscritto e dattiloscritti di carattere risorgimentale.

2. “Memorie d’oltre secolo”, con articoli “memoria storica scritta in altri tempi da un vecchio

democratico, Emilio Seismit, rinvenuta tra le carte…”. La serie verrà pubblicata sull’Eco del popolo.

3. Raccolta rilegata del quindicinale “Critica sociale”, anno X (1900), con indice generale dell’annata.

4. Rendiconto del 7° Congresso nazionale PSI (Imola, 6-9 settembre 1902): riproduzione anastatica del

verbale manoscritto da Andrea Costa.

5. Opuscolo di Eugenio Moreni Due ritrovamenti relativi alla tempimensura medievale?, Firenze 1980,

con dedica dell’autore.

At t ivi t à pubbl i c a

6. Ritagli dal Fronte democratico del 1946, con articoli di Emilio Zanoni e collegati.

7. Ritagli dall’Eco della stampa sul processo subito da Zanoni nel 1951 come direttore responsabile

dell’Eco del popolo per “istigazione alla diserzione”.

8. Relazione del consigliere di minoranza Zanoni per la commissione consiliare d’inchiesta sul

posteggio dei veicoli, 1952.

9. Copie dai verbali del consiglio provinciale del 1954.

10. Copie dei resoconti del Senato per il 1959, con ritagli di giornale attinenti argomenti qui trattati.

11. Notifica dell’elezione a consigliere comunale nel 1965.

12. Intervento nel dibattito consiliare sul bilancio del 1965.

13. Copia di verbale del consiglio comunale in data 2 ottobre 1968, con oggetto la Dichiarazione del

capogruppo PSU Zanoni in occasione della crisi del centrosinistra in Comune, con relativo dibattito.

14. Opuscolo di Sandro Pertini In ricordo di Fernando Santi, Roma 1969, con dedica dell’autore.

15. Fogli sindacali comunali.

16. Copia di estratto di petizione con raccolta firme contro l’abbattimento del ciliegio posto al passaggio

a livello di via Ghinaglia a Cremona.

17. Appunti perlopiù manoscritti per il discorso sulla Liberazione nel 1970.

18. Messaggi vari in occasione dell’elezione a sindaco nel luglio 1970.

19. Statuto della Regione Lombardia e Dichiarazione programmatica del presidente, 23 settembre 1970.

20. Cartella con documentazione relativa all’unificazione del Naviglio Civico col Consorzio irrigazione,

1971-1973.

21. Discorso per il conferimento della cittadinanza onoraria all’Ill.mo Sig. Maestro Sacconi…, [1972].

22. Intervento all’incontro degli amministratori socialisti sulla Regione Lombardia, [1974].

23. Discorso contro il terrorismo [post 1974].

24. Discorso per la campagna elettorale del giugno 1975.

25. Discorso per la manifestazione del 25 aprile 1977.

26. Intervento di saluto al convegno sul porto di Cremona, 8 ottobre 1977.

27. Intervento di saluto ad un convegno sull’hinterland padano.

28. Intervento di saluto ad un convegno sul canale navigabile.

29. Intervento sul canale navigabile: Non sono Catone il censore...

30. Nota per un incontro tra enti lombardi e pugliesi sul tema da Cremona alle Puglie via

fluviomarittima (Cremona – mare).

31. Relazione al Convegno provinciale di organizzazione del PSI.

b. 5

1. Elenco dei sindaci e podestà di Cremona dal 1734 al 1975 (sindaco Emilio Zanoni).

2. Lettera di fine mandato a Zanoni sottoscritta da tutti i consiglieri, 22 aprile 1980.

3. Diapositiva raffigurante il quadro che Zanoni teneva nel suo ufficio di sindaco (personalmente

mostrandolo e spiegandolo spesso ai visitatori): Ex voto del miracolo dell’impiccato salvato dalla

Madonna nel cortile municipale.

4. “PSI (scritto di Zanoni?) Comune di Cremona. 1980 – Considerazioni sull’operato anni trascorsi e

‘idee per un programma’”.

5. Foglio-ricordo della visita di un senatore della California.

6. Conferimento a Zanoni della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Kazanlak.

7. “Diploma di fedeltà rilasciato al compagno Zanoni Emilio per la lunga appartenenza al Partito

Socialista...”, 1972.

8. Diploma Kentuchy.

9. Due lettere circolari dell’Associazione ex parlamentari, 1983 e 1985.

10. Fascicolo dattiloscritto Bulgaria.

11. Due lettere da Giaveno, 1989 e senza data.

12. Cartellina contenente, in una busta, il manoscritto Signor direttore, conclusa, con i funerali del re

barbaro, l’Assemblea Nazionale socialista delegittimata… Trattasi di 6 fogli ai quali manca quello

conclusivo. Non compare la data, ma si presume il 1994. La lettera è un’amara durissima invettiva per la

espiazione socialista… causata dalle malefatte dagli errori e peggio dalla dittatura alla Ceausescu

degli ultimi diciassette anni… L’iniziale Signor direttore indica l’intenzione di una lettera al giornale,

ma non risulta sia stata pubblicata. Nella busta trascrizione dattiloscritta di G. Azzoni. Nella stessa

cartellina vi sono due biglietti di auguri di fine anno 1991 e altro anno inviati a Zanoni personalmente da

Stancio Koev di Kazanlak, nonché copertina della Domenica degli italiani del 3 giugno 1945.

13. Ritagli di giornale conservati da Zanoni, spesso senza data.

b. 6

Fotogr a f i e

1. Fotografie diverse, alcune annotate da Giuseppe Azzoni.

b. 7

1. Altre fotografie.

b. 8

1. Altre fotografie.

Va r i e

2. Ritratto di Emilio Zanoni, schizzo di G. Guerreschi

3. Tessere e quote associative diverse, 1935-1994. Biglietto con indirizzi Lucianski e Dorev (Kazanlak).

Ex libris

4. Fotografia di Gaetano Boschi.

5. Scherzoso Ordo S. Cambonino e allegata “Memoria storica. Comunicazione agli amici dell’ordine”.

6. Cartoline, biglietti e dépliant diversi.

7. In memoria del Dr. Renato Pagliari morto il 13 Febbraio 1948.

Si segnala infine che nell’archivio dell’ANPI presso l’Archivio di Stato di Cremona si conserva,

proveniente da queste Carte, saggio di Zanoni intitolato Il movimento cremonese di Liberazione nel

secondo Risorgimento, in due fascicoli per 407 cartelle dattiloscritte totali, con correzioni autografe

dell’autore. Un compendio a cura di Giuseppe Azzoni è pubblicato sul sito dell’ANPI Cremona.

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1° foto da sinistra: Bellandi, Viola, Galimberti, Rossini

2° foto: Intervento del Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti

3° foto:Pubblico 

In allegato

-Rassegna stampa cerimonia donazione 'Archivio Zanoni' ( Mondo Padano,Provincia,Cremona Oggi)

Video Welfare :Il Comune di Cremona dona il fondo Zanoni all'Archivio: le parole di Rosita Viola

 

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