Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 16.04

Il caso Wikipedia e la censura mascherata di Alessandro Lucia

| Scritto da Redazione
Il caso Wikipedia e la censura mascherata di Alessandro Lucia

E' autunno e si torna a parlare di legge bavaglio. "Disegno di legge" lo chiamano, ma potremmo benissimo parafrasarlo in termini molto meno lusinghieri. E scrivendo questo, corro anche io il rischio, nel caso "qualcuno" si lamentasse sulla presunta falsità della mia affermazione, di essere costretto entro 48 ore a "effettuare una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine".
Il richiedente. Senza (ovviamente) il bisogno, superfluo e decisamente troppo democratico (sic) di ricorrere a un giudice imparziale che valuti se questo sia effettivamente necessario.

Già, perché il famigerato comma 29 del ddl sulle intercettazioni dice che chiunque ritenga che alcune informazioni, pur veritiere e accertate, siano lesive della propria immagine, può obbligare chi ha scritto a pubblicare una rettifica “entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono". Esempio lampante: Wikipedia, la più grande enciclopedia online, punto di riferimento di numerosissimi navigatori del web ha deciso di sospendere la sua attività, in segno di protesta contro l’infame proposta che la vedrebbe costretta a cancellare o tagliare pagine e pagine. E addio informazione libera.

In un momento di crisi nera, la preoccupazione maggiore del capo del Governo è piazzare paletti sempre più oppressivi alla libertà di stampa, come d’altronde da lui stesso affermato a gran voce; e poi ci si chiede perché prima Standard&Poor’s e poi Moody’s declassano il rating dell’Italia. E ci si chiede, per l’ennesima, insopportabile volta, quanto ancora dovremo sopportare di essere umiliati da un individuo del genere. Individuo che scese (ahinoi) in campo farneticando di “rivoluzione liberale”.
Mi viene spontaneo chiedere se nel 2011 queste leggine, decreti o emendamenti vari possano definirsi “liberali” (le virgolette sono d’obbligo) o non sarebbe meglio guardare in faccia la realtà e trovare le agghiaccianti analogie con le leggi di fine 1925, che la storia ci ha tramandato sotto il nome di “fascistissime”.
Non ai posteri, ma a noi cittadini indignati l’ardua sentenza.
Alessandro Lucia

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