Le autorità continuano ad applicare interventi inefficienti e inapplicabili, tipo vietare la circolazioni delle macchine euro 1, 2, e adesso anche euro 3 sapendo tutti che le macchine non hanno nessun riconoscimento visivo esterno che le identifichi nella classe euro di appartenenza, e pertanto difficilmente identificabili tra le decine di migliaia di macchine che circolano giornalmente. Altra richiesta infruttuosa è quella di abbassare le temperature di un grado nelle abitazioni private, quando è risaputo che negli uffici pubblici si superano le temperature previste dalla legge di diversi gradi perché tutti sanno che le spese di riscaldamento le paga Pantalone. Tra le soluzioni bizzarre spicca l’ultima novità made in China dove, per far fronte all’emergenza smog, si è intrapresa una iniziativa alquanto insolita, ma piuttosto redditizia per l’azienda che ha deciso di commercializzare nientemeno che l’aria fresca di montagna proveniente dalle cime del Canada. Una bottiglia di tale ‘miracoloso prodotto’ contiene 7,5 litri d’aria per un costo non proprio popolare, 28 dollari, per la qualità migliore, 24 per quella meno raffinata. Nell’attesa che anche da noi per rimediare ai danni dell’inquinamento si possa respirare aria in bottiglia dalle foreste dell’Amazzonia con prezzi mi auguro più modici.
Elia Sciacca (Cremona)