Il lavoro capillare che le organizzazioni non governative conducono tra mille difficoltà in luoghi remoti e disagiati marciano sulle gambe dei volontari come GIOVANNA, psicologa di Intersos che si appresta a partire per la Mauritania. Ecco il suo progetto.
Impegnata nel lavoro umanitario da 10 anni, in Mauritania si tratterrà sei mesi con il ruolo di Program Manager per l’organizzazione I
”L’umanitario non è solo un lavoro è una scelta di vita – spiega – Non riesco a risponde alla domanda che lavoro fai? in maniera semplice: io non lavoro nell’umanitario, io vivo nell’umanitario. Questa scelta mi ha cambiata profondamente: professionalmente prima di tutto, perché il settore umanitario richiede solide competenze e costanza nel lavoro quotidiano, e umanamente perché entrare in contatto con popolazioni diverse mi ha insegnato il rispetto tra culture.
La ragazza continua: ”È la prima volta che lavoro con INTERSOS: la mia sede principale sarà nella capitale Nouackhott, nel progetto dedicato ai campi maliani di M’berra , nella Regione Hodh el Chargui, dove dovrò dedicarmi all’analisi dei bisogni della comunità locale, supportare il personale locale migliorando il modus operandi e monitorare lo svolgimento del progetto”.
INTERSOS ha iniziato la sua attività nel paese nel marzo del 2009 e dopo aver preso parte, fino al 2012, alla procedura di rimpatrio e integrazione degli emigrati fuggiti a causa della campagna discriminatoria degli anni 80, ha continuato ad assistere i nuovi rifugiati in Mauritania.
”Quello che mi ha colpito principalmente in questi giorni di formazione pre-partenza nella sede centrale di INTERSOS a Roma, è stato l’accento che tutti i formatori hanno posto sulla filosofia di lavoro dell’organizzazione: il nostro obiettivo deve essere quello di portare avanti un aiuto umanitario che nasce come risposta ai bisogni delle popolazioni che supportiamo, quelli che in termine tecnico sono chiamati i beneficiari, e non secondo scelte esterne prese aprioristicamente. Gli ambiti di cui si occupa INTERSOS in Mauritania sono i servizi comunitari, la protezione delle persone vulnerabili e l’educazione in emergenza. Nel 2015 è partito anche un progetto pilota per l’alfabetizzazione degli adulti.
Il carico di lavoro da gestire non è indifferente: c’è sicuramente un aspetto affascinante ma allo stesso tempo sento forte il peso della responsabilità. Queste sono tutte sensazioni dal di fuori: racconterò nei prossimi mesi qual è la situazione sul campo”.