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AccaddeOggi #29aprile 1945 Benito Mussolini e i 17 giustiziati a Dongo poi vengono esposti a piazzale Loreto a Milano

Alle 3:40 di domenica 29 aprile 1945 in piazzale Loreto furono portati diciotto cadaveri è posato sul pavimento della piazza: Benito Mussolini, Clara Petacci e i sedici giustiziati a Dongo.

| Scritto da Redazione
AccaddeOggi  #29aprile 1945 Benito Mussolini e i 17  giustiziati a Dongo poi vengono esposti a piazzale Loreto a Milano

AccaddeOggi  #29aprile 1945 Benito Mussolini e i 17  giustiziati a Dongo poi vengono esposti a piazzale Loreto a Milano

Alle 3:40 di domenica 29 aprile 1945 in piazzale Loreto furono portati diciotto cadaveri è posato sul pavimento della piazza: Benito Mussolini, Clara Petacci e i sedici giustiziati a Dongo.

Verso le 7 del mattino, mentre i partigiani lasciati di guardia alle salme ancora dormivano, i primi passanti si accorsero dei cadaveri. Complice un passaparola che in poco tempo attraversò tutta Milano, la piazza si riempì velocemente.

Come tutti sanno, il cadavere di Benito Mussolini (morto fucilato dai partigiani a Tremezzina, in provincia di Como) venne trasportato, insieme ai corpi dell’amante Claretta Petacci e di altri 17 maggiorenti del partito, a piazzale Loreto a Milano. I corpi furono scaricati davanti a un benzinaio, lasciati a terra (una forma di vendetta per i 15 partigiani uccisi il 10 agosto 1944 dalla milizia fascista, agli ordini dei tedeschi) ed esposti all’odio popolare. Nel giro di pochi minuti accorsero in tantissimi: c’era chi prendeva a calci, chi a sputi, chi – per vendicare la morte dei cinque figli – sparò al corpo di Mussolini cinque colpi di pistola. A un certo punto arrivarono i pompieri che presero in mano la situazione: lavarono con getti d’acqua i corpi e ne appesero cinque alla pensilina del distributore di benzina (le ragioni del gesto non sono mai state chiarite).

E così la folla e i fotografi accorsi poterono vedere, come segno della fine del regime, le cinque salme. Non solo Benito Mussolini e Claretta Petacci. Insieme a loro c’erano anche Nicola Bombacci, che era passato al fascismo dopo anni a sinistra – fu, per capirsi, tra i fondatori del partito comunista italiano; Alessandro Pavolini, fascista fin da subito (partecipò alla Marcia su Roma), poi ministro della cultura popolare, poi segretario del partito fascista repubblicano (ma ha fatto anche cose buone: istituì il Maggio Musicale Fiorentino) e intimo amico di Mussolini; c’era Achille Starace, militare, fascista della prima ora, che divenne segretario del Partito nazionale fascista e morì fucilato proprio davanti ai corpi appesi.

Ancora oggi il dibattito su questo punto divide. Fu giusto esporre quei corpi alla folla? Il tema fa discutere anche gli antifascisti.

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