Venerdì, 10 maggio 2024 - ore 05.57

L’esaltazione della violenza RAR

La lotta alla mafia, che le istituzioni tentano di incrementare, è un fenomeno destinato a durare e non si intravede una possibile soluzione. I tentativi di talune istituzioni, come le forze dell’Ordine e la magistratura, vengono vanificati da altre istituzioni che “remano contro” e fanno di tutto per esaltare il regime di paura di cui si nutrono le mafie.

| Scritto da Redazione
L’esaltazione della violenza   RAR

In particolare l’uso criminale dei mezzi di informazione attraverso trasmissioni, apparentemente descrittive della lotta alle mafie, ma che in realtà servono  a instaurare un diffuso senso di paura, tale da condizionare il rapporto tra “gente comune” e “uomini d’onore”. Anche l’appellativo  “uomini d’onore” viene riconosciuto e, praticamente, ufficializzato; ma qual è il senso dell’onore, o di tale interpretazione dell’onore ? Come si può accettare una tale interpretazione dell’onore da parte di chi colpisce a tradimento, con inaudita ferocia ?  Basta un appellativo per invocare una specie di assoluzione ?

La lotta a tali mafie, ormai dilagate in tutta la nazione, appare come una ineluttabile sconfitta, dovendo fronteggiare un nemico nascosto, mimetizzato e, spesso, protetto proprio da quella  parte delle istituzioni che dovrebbe legiferare per il loro annientamento.

Capofila di una tale  “cultura della paura” è il gruppo televisivo Mediaset, di proprietà di Berlusconi, ex presidente del consiglio, ex senatore, ma tutt’ora personaggio-chiave in questo rimaneggiamento  culturale che vorrebbe imporre la teoria della paura contro il diritto democratico alle certezze sociali, politiche e morali.

Tale gruppo televisivo si è fatto promotore di serial TV, in orari di massimo ascolto, dove le mafie la fanno da padrone, inutilmente contrastate da quelle forze dell’ordine votate alla sconfitta, mentre il male dilaga senza alcun controllo.

Sono film d’azione, dove il bene ed il male si scontrano con armi impari. Il male non ha regole, calpesta le leggi, colpisce con ferocia, mentre chi rappresenta il bene si ritrova impedito dall’obbligo di rispettare le norme, la burocrazia e le regole del vivere civile. E’ una lotta impari che suggerisce la presa d’atto della inutilità di ogni reazione popolare, suggerisce l’esigenza di cedere ai ricatti, alle corruzioni e alla violenza per non soccombere. Gli interessi miliardari delle mafie si scontrano con i limitati mezzi con i quali si dovrebbero contrastare, uscendone vincenti, mentre i legislatori continuano a limitare i mezzi di contrasto e fornire mezzi legislativi tutti a favore di tali mafie, come la depenalizzazione di reati puniti in tutte le nazioni occidentali, la riduzione dei termini di prescrizione che nascondono chiare formule assolutorie.

La violenza che vince è il messaggio subliminare che viene affermato e divulgato, per cui risulterebbe inutile e dannoso opporsi ai ricatti o denunciare i reati. E’ il messaggio che in questi ultimi venti anni di regime del più forte ha coinvolto e sconvolto le coscienze, vanificando ogni possibile reazione.

C’è da chiedersi “ma la Commissione di Controllo sulle TV” non agisce e perché ?

Le risposte aggravano la situazione, in quanto sono proprio i componenti di tali commissioni che rappresentano quella fascia di politici collusi con le mafie, dalle quali incassano l’appoggio elettorale, in un circuito perverso del quale non si intravede via d’uscita.

Rosario Amico Roxas

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