Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 16.23

La pandemia non ferma Erasmus: dall’Italia aumentate nel 2020 le candidature

Voglia di ripartenza. Nonostante l’emergenza del Coronavirus che ha di fatto bloccato la mobilità di molti studenti e professionisti, le candidature per partecipare ad Erasmus+ VET

| Scritto da Redazione
 La pandemia non ferma Erasmus: dall’Italia aumentate nel 2020 le candidature

Voglia di ripartenza. Nonostante l’emergenza del Coronavirus che ha di fatto bloccato la mobilità di molti studenti e professionisti, le candidature per partecipare ad Erasmus+ VET (Vocational Education and Training: istruzione e formazione professionale) non sono diminuite, anzi sono aumentate rispetto allo scorso anno del 28% con 247 candidature ricevute per i Partenariati Strategici e del 5% con 425 candidature inviate per la Mobilità transnazionale.

Le regioni più attive nell’invio di candidature sono state Lazio (72), Emilia-Romagna (64), Campania e Lombardia (59), Toscana (57) e Veneto (53), confermando un’attenzione verso il programma da parte di tutto il territorio nazionale.

Quanto alle candidature di Partenariati strategici ricevute, 207 riguardano lo sviluppo e il trasferimento di pratiche innovative finalizzate a supportare il miglioramento della qualità dell’offerta di istruzione e formazione professionale mentre le altre 40 proposte mirano a promuovere lo scambio di esperienze e know-how, a livello europeo, tra organismi della formazione.

Tra i Paesi di destinazione delle iniziative di mobilità, le mete più ambite dal 64% dei potenziali partecipanti riguardano il gruppo di Paesi composto da Austria, Belgio, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Malta, Olanda, Portogallo e Spagna.

È quanto ha comunicato l’Inapp, Istituto Nazionale per l’Analisi delle politiche pubbliche, incaricato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali quale Agenzia Nazionale Erasmus+ per implementare l’ambito istruzione e formazione professionale del Programma. In particolare l’Istituto gestisce i progetti relativi alla mobilità individuale a fini di apprendimento (per favorire esperienze professionalizzanti in ambito europeo di giovani inseriti in percorsi di istruzione e formazione professionale, apprendisti, neodiplomati e neo-qualificati, nonché di professionisti della formazione) e i partenariati strategici (volti a sostenere l’innovazione e la qualità dei sistemi educativi e formativi).

“Bisogna capire bene come e quando ripartiranno le mobilità Erasmus”, ha spiegato il presidente dell’Inapp, Sebastiano Fadda. “Sorprende comunque come l’emergenza dovuta alla pandemia non abbia spento la voglia di nuove esperienze formative: l’Europa rimane per le nuove generazioni un terreno fertile di opportunità ed occasioni. Nonostante l’emergenza sanitaria, la quarantena che ha imposto limiti alla mobilità fisica, quello che riscontriamo dalle candidature pervenute è infatti la voglia di guardare avanti, diprogettare il futuro e sviluppare progetti di cooperazione transnazionale. Erasmus si conferma un’esperienza che potenzia le cosiddette soft skills, ossia le capacità comunicative, relazionali, di adattamento a vivere e lavorare in ambienti multiculturali e, in più, sappiamo che uno studente su tre dopo il periodo di formazione ha trovato lavoro nei paesi ospitanti, quindi è un canale che resta fondamentale e su cui dobbiamo continuare a puntare”.

Dal 2014, inizio del Programma Erasmus+, ad oggi sono stati 4.182 i progetti presentati per l’ambito IFP, 2.636 di Mobilità individuale ai fini di apprendimento e 1.546 di Partenariati Strategici. In entrambi i casi si tratta di esperienze che, una volta terminate, lasciano decisamente il segno: un partecipante su 3, infatti, in base ad un’indagine Inapp, ha la possibilità di restare a lavorare all’estero, anche alla fine dell’esperienza Erasmus+. Se un ragazzo su 3 resta a lavorare, significa che svolgere un tirocinio all’estero rappresenta una concreta occasione in termini di occupabilità, 7 ragazzi su 10 ritengono di aver avuto beneficio e il 98% consiglierebbe l’esperienza ad altri, 9 su 10 sono soddisfatti dell’esperienza e la quasi totalità riesce a portare a termine il tirocinio, oltre il 99%.

Nel 2020 la dotazione finanziaria Erasmus+ destinata all’Italia per l’ambito istruzione e formazione professionale è di oltre 55 milioni di euro, di cui circa 45 milioni saranno utilizzati per la realizzazione di esperienze di Mobilità transnazionale mentre 10 milioni consentiranno lo sviluppo di Partenariati Strategici.

(aise)

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