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La Russia torna in piazza contro Putin |M.Cazzulani

| Scritto da Redazione
La Russia torna in piazza contro Putin |M.Cazzulani

20 Mila manifestanti, appartenenti alle opposizioni liberali, di estrema sinistra e della destra nazionalista, a Mosca hanno preso parte alla "Marcia Dei Milioni". Critiche all'assenza di democrazia sono state sollevate dal Parlamento Europeo con una risoluzione votata ad ampia maggioranza.
Due sono le Russie che in questi giorni sono fortemente contestate a livello di piazza ed istituzionale: quella politicamente autoritaria e quella energergeticamente monopolista. Nella giornata di sabato, 15 Settembre, a Mosca in 20 Mila militanti delle opposizioni russe - dalla sinistra estrema ai liberali fino ai conservatori ultranazionalisti - sono scesi in piazza per manifestare contro il regime che, a loro opinione, e stato instaurato in Russia dal Presidente, Vladimir Putin, di cui sono state chieste le immediate dimissioni.
La "marcia dei milioni", com'e stata ribattezzata la dimostrazione, si e svolta presso Piazza Sakharov, ed e culminata con un comizio dei principali leader politici che hanno invitato la folla ad attivarsi per costruire una Russia davvero libera e democratica. Inoltre, i manifestanti hanno chiesto pubblicamente la liberazione delle Pussy Riot: cantanti rock condannate a diversi anni di reclusione per avere manifestato contro Putin in una Chiesa.
Ben più strutturata di quella delle opposizioni russe e stata la critica espressa alle Autorità russe dal Parlamento Europeo, che nella giornata di giovedì, 13 Settembre, ha varato una risoluzione con cui ha contestato non solo la detenzione delle Pussy Riot, ma anche la recente estromissione dalla Duma del deputato di Opposizione Gennadiy Gudkov: giudicata un atto di repressione della libertà politica.
Nella giornata di venerdì, 14 Settembre, il Deputato della Duma Gennadiy Gudkov, del gruppo di opposizione "Russia Giusta", noto per avere preso parte alle partecipate manifestazioni antiputiniane del Dicembre 2011, e stato privato del mandato di Parlamentare.
Gudkov, di professione avvocato, e stato dimesso da un voto del Parlamento dopo essere stato accusato di esercitare attività imprenditoriale durante l'esercizio del suo mandato. La legge russa prevede il divieto di lavorare nel contempo come politico e come imprenditore, ma l'interessato  ha negato le accuse, ed ha accusato le Autorità di mancato rispetto della libertà di espressione.
Nella risoluzione, l'Emiciclo di Strasburgo ha inoltre contestato l'uso politico della magistratura per incarcerare i dissidenti, ed ha invitato Mosca al rispetto dei principi della democrazia, dei diritti umani e della libertà di stampa per poter mantenere nel futuro rapporti stabili e fruttuosi con l'Unione Europea.
Il gas oltre alla democrazia
La posizione del Parlamento Europeo nei confronti della Russia di Putin non e la sola iniziativa critica presa da Bruxelles. Come noto, da una settimana la Commissione Europea ha denunciato la politica energetica di Mosca, con la quale la Russia intende mantenere il proprio monopolio economico - e quindi rafforzare la sua influenza anche a livello politico - nel Vecchio Continente.
Nello specifico, Bruxelles ha aperto un'inchiesta ufficiale nei confronti del monopolista russo, Gazprom - posseduto per più del 50% dal Cremlino - per condotta anticoncorrenziale nei mercati dell'Unione Europea. Inoltre, la Russia e stata criticata per continuare ad ostacolare il piano di diversificazione delle forniture di gas messo a punto dalla Commissione Europea.
Mediante la costruzione del Southstream - gasdotto progettato da Gazprom per rifornire di gas russo l'Europa Sud-Occidentale - Mosca sta impedendo la realizzazione del Nabucco: conduttura sostenuta dalla Commissione Europea e dai Paesi del Gruppo di Vysehrad - Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria - concepita per trasportate direttamente in Europa oro blu proveniente dall'Azerbajdzhan.
All'iniziativa di Bruxelles - avviata dopo un'attenta presa visione dei contratti firmati da Gazprom con le compagnie energetiche dell'Europa Centrale, a cui per ragioni politiche e stato imposto un prezzo per il gas più alto rispetto a quello concordato con i Paesi dell'Occidente del Vecchio Continente - la Russia ha reagito accusando la Commissione Europea di essere schiava degli Stati non appartenenti alla zona euro, ed e stata apostrofata come "ladra" dal Vicepresidente di Gazprom, Alexandr Medvedev.

Matteo Cazzulani
Freelance Journalist
m.cazzulani@gazeta.pl
http://matteocazzulani.wordpress.com
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