Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 14.38

LOMBARDIA COVID-19 COMMISSIONE SANITÀ NON VOTA IL PIANO SOCIOSANITARIO DI FONTANA, COME CHIEDEVA IL PD

GIRELLI (PD): PRIMO SEGNALE DI RIPENSAMENTO, EVITATO UNO SCHIAFFO ALLE VITTIME DEL COVID-19

| Scritto da Redazione
LOMBARDIA COVID-19 COMMISSIONE SANITÀ NON VOTA IL PIANO SOCIOSANITARIO DI FONTANA, COME CHIEDEVA IL PD

LOMBARDIA CORONAVIRUS: COMMISSIONE SANITÀ NON VOTA IL PIANO SOCIOSANITARIO DI FONTANA, COME CHIEDEVA IL PD

GIRELLI (PD): PRIMO SEGNALE DI RIPENSAMENTO, EVITATO UNO SCHIAFFO ALLE VITTIME DEL COVID-19

In commissione sanità, questa mattina, la maggioranza di centrodestra ha deciso di ritirare dalla votazione il Piano socio-sanitario regionale scritto e approvato a novembre dalla giunta regionale, ammettendo nei fatti, per la prima volta, che la pandemia ha messo in luce limiti evidenti dell’impostazione della sanità lombarda. Il piano è stato oggetto per mesi di audizioni in commissione e per oggi era previsto il voto finale a cui il Pd, con una lettera al presidente della commissione Emanuele Monti, aveva chiesto di non dare corso. Oggi lo stesso Monti ha ammesso che “non ci sono le condizioni per proseguire con questo atto”, ritirandolo dalla votazione.

“Votare questo piano sarebbe stato uno schiaffo a tutte le vittime lombarde del Covid-19, non votarlo significa prendere atto dei problemi che ci sono stati e chiedere a Fontana e alla giunta di riscriverlo – spiega il capodelegazione Pd in commissione sanità della Regione Gian Antonio Girelli -. È un fatto politico, non tecnico, perché per la prima volta, finalmente, la maggioranza leghista della Regione dà un segnale di ripensamento sul sistema sanitario lombardo. Per la prima volta ammette che qualcosa va cambiato. Sia chiaro, per noi il piano era inadeguato anche sei mesi fa, ma la pandemia è stata come un faro puntato sugli squilibri e sulle mancanze della sanità lombarda, oltre che sulle mancanze di chi la guida e governa. Ora il Piano socio-sanitario regionale dovrà essere riscritto e cambiato nel profondo e, insistiamo, andrà rivista la legge quadro della sanità lombarda.”

 

 

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