Elimiamo le atomiche dalla faccia della terra.
Marcia a Brescia, il 6 agosto per ricordare le vittime di Hiroshima e Nagasaki
Il 6 agosto1945 a Hiroshima e il 9 agosto a Nagasaki l’apocalisse atomica ha carbonizzato all’istante circa 70 mila persone ha sbriciolato ogni infrastruttura e rilasciato una scia radioattiva che ha provocato una serie infinita di malattie e morti per lunghi decenni.
Da allora tutti hanno gridato -MAI PIU’- Tuttavia oggi, come non mai nella storia, l’uso dell’arma nucleare è vicina e possibile. Lo confermano le reiterate minacce di attacchi legati alla guerra in Ucraina e in Medio Oriente. Lo rende posssibile il fatto che nel mondo ci sono ben 13.000 testate nucleari, assai più potenti di quelle sganciate in Giappone. Circa 100 testate statunitensi sono piazzate in vari paesi europei, e una quarantina di atomiche di ultima generazione, (le B 61-12) sono di stanza negli negli areoporti di Aviano e di Ghedi. Ecco perché la marcia del 6 agosto si svolge proprio a Brescia!
Inoltre a livello internazionale sono stati smantellati progressivamente tutti i Trattati di controllo e riduzione delle armi nucleari: il Trattato di non proliferazione, pietra miliare del disarmo nucleare, è entrato in crisi. Il New Start per ridurre le testate strategiche è stato sospeso. Il trattato INF che dal 1987 aveva messo al bando qualsiasi missile balistico e da crociera è stato dismesso.
La recente decisione della Nato di schierare nuovamente gli euromissili entro il 2026 in Europa, (erano presenti nella guerra fredda a poi tolti per la pressione dei movimenti per la pace) ci espone maggiormante al rischio atomico.
Nel frattempo, la spesa globale per le armi nucleari è in crescita: nel 2023 si sono raggiunti 91,4 miliardi di dollari (ICAN) ed è in atto un forte riarmo atomico.
L’unico ombrello di protezione resta il Trattato Onu di proibizione della armi nucleari che la società civile mondiale ha voluto fortemente e che per questo suo impegno ha meritato il premio Nobel per la pace nel 2017. La Campagna globale ICAN e il suo braccio italiano ITALIA RIPENSACI lavorano attivamente per sollecitare gli Stati a ratificare questo Trattato entrato in vigore nel gennaio 2021.
Il nostro governo non l’ha fatto e non ha nemmeno partecipato alla conferenza degli Stati parte del Trattato sul tema della tutela delle popolazioni vicine ai siti nucleari. Eppure, uno studio di Greenpeace dimostra che un eventuale incidente nucleare a Ghedi provocherebbe dai 2 ai 10 milioni di morti (cioè la Lombardia). Perché ai politici non interessa? Perché non guardano in faccia la realtà e agiscono di conseguenza?
Come società civile cremonese impegnata per la pace abbiamo incontrato tanti sindaci del nostro territorio per aggiornarli del pericolo per le popolazioni, per chiedere se ci sono piani di evacuazione, e soprattutto per chiedere loro di sollecitate il governo a sottoscrivere il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari. Abbiamo fatto sensibilizzzione nelle scuole, nelle associazioni, in Diocesi; abbiamo svolto laboratori e percorsi culturali… e domani marceremo a Brescia per chiedere che la politica e le istituzioni facciano la loro parte. Lo faremo a nome di tutte le forze per la pace attive nella nostra provincia e diocesi. Cammineremo per chiedere che il governo sottoscriva il Trattato Onu di proibizione della atomiche.
Pax Christi Cremona