Domenica, 05 maggio 2024 - ore 21.34

Milano. Majorino: “Grazie alla LILT per progetto sui migranti, questo è l’Expo che vorrei”

Conoscere gli stili di vita dei cittadini di origine straniera è fondamentale per contribuire a sensibilizzare la popolazione migrante sul tema della prevenzione e della diagnosi precoce

| Scritto da Redazione
Milano. Majorino: “Grazie alla LILT per progetto sui migranti, questo è l’Expo che vorrei”

Si chiama “Prevenire per nutrire il cambiamento” il nuovo progetto che la Lega Tumori di Milano ha pensato in chiave Expo2015 e che è stato presentato oggi per la prima volta in occasione della Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica (20-29 marzo), appuntamento tradizionale per la promozione dei corretti stili di vita e alla diffusione della cultura della diagnosi precoce nella lotta contro i tumori. L’alimentazione, grande protagonista di Expo, è anche al centro dell’iniziativa di LILT Milano che si rivolge in particolare alle donne migranti.

“L’ Expo che vorrei è questo. Conoscere le abitudini e gli stili di vita dei cittadini di origine straniera è fondamentale per contribuire a sensibilizzare la popolazione migrante sul tema della prevenzione e della diagnosi precoce – dichiara Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute -. È altrettanto fondamentale la collaborazione con il Terzo Settore per rendere capillare l’azione di informazione e per mettere in campo azioni che, da un lato, favoriscono l’integrazione e l’inclusione sociale perché stimolano l'incontro fra culture e, dall’altro, promuovono il diritto alla salute e rendono concreta ed efficace la rete per la cura della persona”.

Essendo ormai un dato certo che abitudini alimentari sane aiutino a prevenire la possibile insorgenza del cancro, tra novembre e marzo Lilt ha organizzato cicli di incontri di cucina salutare rivolti rispettivamente alle comunità cinesi, filippine, peruviane e arabe grazie al supporto di un cuoco del paese di origine delle donne, di una nutrizionista e a quello di un mediatore linguistico e culturale. Si sono svolti 16 appuntamenti, quattro per ogni gruppo, per un totale di quasi 500 persone coinvolte. Il fine è stato anche quello di accompagnare le donne in un viaggio alla riscoperta dei sapori sani e tradizionali della loro cucina, limitando il consumo del junk food, ossia il cibo spazzatura per cui, stando a numerosi studi, si tende ad abbandonare le proprie abitudini alimentari.

“Sono molto felice di annunciare che la LILT Milano, l’Associazione di cui sono presidente da qualche mese, parteciperà a Expo2015, dichiara il professor Marco Alloisio -. All’Esposizione saremo presenti alla Cascina Triulza, nell’area dedicata alla società civile, con il progetto Prevenire per nutrire il cambiamento. Abitudini alimentare sane, unite all’attività fisica e a regolari controlli medici, possono prevenire l’insorgenza dei tumori. Lilt, da sempre impegnata in primo piano nella lotta contro il cancro, ha scelto di portare la cultura della prevenzione e della diagnosi precoce tra i nuovi cittadini, più indifesi in questa battaglia. A questo proposito, oltre a Prevenire per nutrire il cambiamento, Lilt è anche impegnata in un programma di prevenzione oncologica per le migranti. Si chiama Donna Dovunque il progetto di sensibilizzazione attraverso il quale vengono offerte visite gratuite senologiche, ginecologiche e Pap-Test alle nuove cittadine. Sempre visite gratuite al seno, alla cute e al cavo orale verranno erogate ai cittadini grazie alla nostra Unità Mobile che farà tappa a Milano e in diversi comuni della Provincia e negli Spazi Prevenzione di Sesto San Giovanni, Cernusco sul Naviglio, Bollate e Novate Milanese in occasione della Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica”, conclude il prof. Alloisio.

Secondo i dati dell'undicesima indagine regionale 2011 dell'Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità (ORIM) solo il 41,4% della popolazione straniera ultraquattordicenne presente in Lombardia ha dichiarato di compiere periodicamente visite mediche di controllo a scopo preventivo. Il 55,1% delle donne ha dichiarato di rivolgersi al medico per controlli o a fini preventivi, mentre la percentuale si abbassa al 28% per quel che riguarda la popolazione maschile. Percentuali ancora troppo basse che espongono i migranti a un rischio maggiore di arrivare troppo tardi alla possibile diagnosi tumorale.

“La maggior parte dei migranti, essendo mossa dalla volontà di lavorare e migliorare, oltre che dall’impegno a guadagnare per mandare rimesse alle famiglie in patria, tende a trascurare la propria salute, a trascurare i sintomi, a dedicare poco impegno alla prevenzione – afferma il professor Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia dei processi economici dell’Università degli Studi di Milano -. La loro concezione di benessere è spesso angusta: benessere è poter lavorare e far stare bene i familiari in patria. Dal punto di vista medico-sanitario chi parte è, però, selezionato alla partenza. Raramente le famiglie investono su persone con malattie conclamate e disabilità: c’è un effetto migrante sano. E’ vero, tuttavia, che alcuni si ammalano in viaggio, altri per le cattive condizioni abitative, per l’alimentazione diversa, per il clima a cui non sempre sono abituati”.

Fonte: Comune di Milano

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